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Turismo, l'appello di campeggi e hotel: "Stop Imu, Tari e altre tasse"

Lo chiedono hotel e campeggi di Confesercenti Emilia-Romagna dopo aver fatto il punto della situazione, anche in vista di una probabile Pasqua di restrizioni

Stop a Tari, Imu, imposta sulle insegne, tasse e accise sulle bollette. Lo chiedono hotel e campeggi di Confesercenti Emilia-Romagna dopo aver fatto il punto della situazione, anche in vista di una probabile Pasqua di restrizioni.

"Il prolungamento delle misure restrittive fino al 6 aprile sta gettando il comparto in uno stato di forte preoccupazione. Tanti campeggi prevedevano l'apertura per la Pasqua che rappresenta un'autentica boccata di ossigeno per le nostre casse ormai vuote e molti operatori si stanno chiedendo come procedere", è l'sos di Monica Saielli presidente regionale e nazionale di Assocamping.

"Bisogna partire subito con una poderosa campagna vaccinale fondamentale per tutelare la salute dei cittadini, consentire spostamenti in assoluta sicurezza e salvare le aziende che vivono di turismo. Indispensabile procedere alla sospensione di mutui anche a tutto il 2022 e commisurare la Tari all'effettiva produzione di rifiuti", aggiunge.

"Nel contempo è necessario dare prospettiva e fiducia al settore, con una politica di incentivi per l'innovazione tecnologica e l'ammodernamento delle strutture anche in un'ottica di miglioramento dell'impatto ambientale", chiedono Assohotel e Assocamping proponendo l'estensione a tutte le imprese turistico-ricettive dei bonus edilizi.

"Secondo le stime Istat, il calo del fatturato per il settore dell'ospitalità, nel 2020 rispetto al 2019, è drastico, circa meno 54,9%, con un forte ridimensionamento nell'ultimo quadrimestre, dove si è registrato un meno 70%. I ristori ricevuti nel corso del 2020 non hanno coperto nemmeno lontanamente i costi fissi delle nostre imprese, in pratica ci è stato dato meno di quello che ci è stato chiesto", protesta il vicepresidente nazionale di Assohotel Nicola Scolamacchia.

"Molti alberghi sono chiusi da mesi, altri lavorano con tassi di occupazione bassissimi, nessuno è più in grado di sostenere questi costi ed è forte il rischio di distruggere ciò che tanti appassionati imprenditori del turismo hanno costruito in decine di anni", ammonisce Scolamacchia. (Dire)

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