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Economia

Interporto, licenziati su whatsapp. Lepore: "Cambiare jobs act". Battistini: "PD servo delle lobby"

Polemiche da destra e sinistra per la modalità adottata dall'azienda

Dietro l'allarme lanciato dai sindacati sui posti di lavoro a rischio al magazzino dell'Interporto, ci sarebbe una modalità piuttosto nuova: i lavoratori sarebbero stati licenziati tramite un messaggio whatsapp. 

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"Ho depositato questa mattina un'interrogazione al governo per segnalare quanto accaduto a Bologna, dove la società che gestiva un appalto della multinazionale Logista ha comunicato via Whatsapp il licenziamento a 90 lavoratori di un magazzino che sarà trasferito in altro territorio - ha fatto sapere Andrea De Maria, deputato Pd e segretario di presidenza della Camera - Si pone evidentemente, come ha sottolineato l'assessore regionale Vincenzo Colla, un tema di definizione di procedure corrette e certe, non garantite evidentemente da un messaggio sul cellulare, in particolare nel settore della logistica. La città metropolitana di Bologna ha poi convocato il tavolo di salvaguardia ed è importante che tutti i livelli istituzionali si attivino ora per garantirne il buon esito".

"Quel che un tempo era un partito di sinistra, il Pd, ormai servo delle grandi lobby, ha perso di vista i problemi veri del lavoro e della vita reale delle persone"

"Che città è quella dove una persona può perdere il lavoro con un Whatsapp? Io voglio una città dove un'azienda non arrivi a compiere un atto simile. Dove le tutele sono vere e il dialogo aperto e fattivo". Ha scritto su Facebook il candidato sindaco del centrodestra a Bologna Fabio Battistini che sul tema chiama in causa il Pd: "Quel che un tempo era un partito di sinistra, il Pd, ormai servo delle grandi lobby, ha perso di vista i problemi veri del lavoro e della vita reale delle persone. Da sindaco chiederò a sindacati e associazioni imprenditori una cabina di segnale e di intervento sulla crisi del lavoro".

"Credo sia arrivato il momento di cambiare il Jobs act, è il momento di dire no a licenziamenti via mail e via Whatsapp"

Il candidato sindaco del centrosinistra, Matteo Lepore, lancia un appello alle istituzioni per modificare il Jobs act: "Credo sia arrivato il momento di cambiare il Jobs act, è il momento di dire no a licenziamenti via mail e via Whatsapp", dice Lepore, raccogliendo l'appoggio immediato del segretario provinciale Pd Luigi Tosiani. Il punto, sottolinea Lepore in una conferenza stampa tenuta nel cortile di Palazzo D'Accursio, "non è se si può licenziare o meno in questa fase, ma un altro: a livello nazionale c'è una legge che prevede che con un messaggio Whatsapp possono essere licenziati in una notte oltre 90 donne e uomini che lavorano in un'azienda logistica del nostro territorio. Se vogliamo essere sinceri e responsabili occorre cambiare questa norma, non semplicemente piangere". "Credo che le istituzioni bolognesi debbano ritrovarsi a settembre e fare due cose - continua Lepore - Noi proponiamo che Bologna sia la prima città in Italia a dotarsi di un marchio del lavoro 'buono', un marchio sociale del lavoro. Vogliamo premiare le aziende che si impegnano a sostenere buoni contratti e buone pratiche". Per quanto riguarda la logistica, Lepore immagina invece un accordo metropolitano per una logistica "etica", perché "non possiamo pensare di essere alla mercè del migliore offerente": quei lavoratori licenziati "sono vittime di un mercato che può investire oggi a Bologna e domani da un'altra parte, con contratti che va a cercare le persone più povere".

"Quanto sta avvenendo con Logista altro non è che la conseguenza dell'assenza di programmazione del Ministero e del Governo"

Per i deputati di Fratelli d'Italia Walter Rizzetto e Galeazzo Bignami, responsabile nazionale dipartimento mondi produttivi "quanto sta avvenendo con Logista altro non è che la conseguenza dell'assenza di programmazione del Ministero e del Governo che dopo un anno e mezzo di blocco dei licenziamenti non ha saputo pianificare alcuna soluzione concreta per evitare queste situazioni. Una vicenda resa ancor più grave dal fatto che nelle decisioni dell'azienda nulla c'entrano la crisi economica o sanitaria, trattandosi di una scelta di riorganizzazione fatta sulla pelle dei lavoratori e delle loro famiglie. E' necessario che le Istituzioni tutte, comprese quelle dei territori dove si intende procedere alla rilocalizzazione dello stabilimento bolognese, diano una risposta netta all'azienda. Diversamente ci troveremo a un altro precedente pericoloso in cui grazie all'incapacità del Ministro Orlando si possono licenziare con un messaggio su whatsapp decine di lavoratori. Ecco la difesa dei lavoratori oggi realizzata dalla sinistra italiana".

"Siamo di fronte un disastro e mi fa schifo un Paese nel quale un'azienda può cancellare con un messaggino via WhatsApp la vita delle persone. Questi episodi si stanno moltiplicando da nord a sud, e tutti questi casi hanno le medesime caratteristiche e le medesime modalità. E allora quando si discute di sicurezza, e in questo periodo se ne sta discutendo parecchio dal Covid19 ai migranti, si dovrebbe essere in grado di collocare questa parola nel posto giusto - afferma senza mezzi termini il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, ai microfoni di Rai3 - La prima sicurezza di cui abbiamo bisogno si chiama sicurezza sociale. Quei lavoratori che durante il lockdown venivano evocati come angeli dalla retorica - prosegue l'esponente dell'opposizione di sinistra - oggi vengono scartati, come limoni vengono spremuti e il governo non interviene. Ed è inutile che i leghisti e le altre forze di maggioranza protestino e usino le mie parole: loro sono al governo e loro devono risolvere mettendo mano alla norma che ha sbloccato i licenziamenti e che non funziona. E si corra ad immaginare norme che impediscano e disincentivino tutte quelle azioni delle multinazionali che arrivano - conclude Fratoianni - depredano e poi delocalizzano. E lo fanno per la possibilità che hanno di poter sfruttare impunemente i lavoratori. Questa è l'emergenza vera che abbiamo davanti, altro che una fantomatica invasione" 

"E' inaccettabile nei confronti dei lavoratori interessati e del territorio metropolitano bolognese. Si tratta di una decisione doppiamente immotivata: da un lato, infatti, il settore della logistica non è in crisi e non vi sono, dunque, ragioni di tipo economico; dall'altro, si conferma un'inspiegabile volontà di non investire in un territorio la cui centralità, invece, è assolutamente conclamata e che meriterebbe serie politiche di rilancio. Esprimo a tutti i lavoratori interessati la mia vicinanza e la mia solidarietà, il mio pieno sostegno alle organizzazioni sindacali interessate e preannuncio, a seguito del tavolo di salvaguardia convocato per mercoledì in città metropolitana, un'interrogazione al ministero competente. Bisogna salvaguardare i posti di lavoro e costruire, a tutti i livelli, le necessarie condizioni per ottenere gli investimenti necessari". Così il deputato del Pd Francesco Critelli.

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