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Economia

La Perla, Scaglia: "Dipendenti quasi tutti assorbiti, stop solo a stabilimenti già dismessi"

Rassicurazioni da Scaglia. Concordato preventivo "entro luglio". Nel frattempo contratto d'affitto di ramo d'azienda: assorbimento dei lavoratori con l'esclusione dei dipendenti degli stabilimenti di Roseto degli Abruzzi e San Piero in Bagno, già chiusi. Tante promesse di vigilanza

Venduta all'asta per 69 milioni di euro all'imprenditore Silvio Scaglia, Sms Finance, (proprietario di Fastweb): così si è conclusa, per ora, la vicenda de La Perla, il noto marchio di lingerie di lusso, di matrice bolognese (dal 2007 era passato in mano ad un fondo americano JH Partners). Ma il futuro del gruppo resta pieno di interrogativi, così come quello dei suoi dipendeti, delusi per la mancata acquisizione da parte di un brand italiano, come si era ipotizzato nella figura di Calzedonia (uno dei competitor che fino alla fine si è battuto alacremente per conquistare la casa di moda felsinea).

ASTA COMBATTUTA. Il giudice del tribunale di Bologna Maurizio Atzori, davanti al quale si è svolta la selezione competitiva per La Perla ha spiegato che l'asta è stata combattuta, fino alla fine. I 3 competitors si sono contesi l'acquisizione a suon di milioni. Precedentemente all'offerta di Sms Finance (69 milioni), ce n'era stata una di Delta Galil di 68 milioni e una di 66 milioni di Calzedonia . Un'asta che, secondo Atzori, ha mostrato che anche chi ha perso riteneva l'operazione "di particolare interesse".

IL PROSSIMO FUTURO DEI DIPENDENTI. Il risultato dell'asta "ha incrementato significativamente la percentuale di soddisfazione che La Perla sarà in grado di offrire ai propri creditori". Così il gruppo La Perla commenta il risultato raggiunto questa mattina al Tribunale di Bologna. Il concordato preventivo tra le parti avverrà "entro il 23 luglio". Nel frattempo La Perla e Sms Finance sottoscriveranno entro oggi un contratto di affitto di ramo d'azienda che prevede l'assorbimento dei dipendenti di La Perla, con l'esclusione dei dipendenti un tempo operativi presso gli stabilimenti di Roseto degli Abruzzi e San Piero in Bagno, già chiusi da anni.

GARANZIE PER I LAVORATORI. "Dopo anni di incertezze, oggi prendo atto con soddisfazione della decisione del Tribunale e augurare buon lavoro ai vertici di Sms Finance. Sono fiducioso che gli impegni sull'occupazione e il rilancio dell'importante marchio di alta moda Made in Bologna, siano mantenuti". Così l'assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, soddisfatto.
"Siamo disponibili - ha aggiunto Muzzarelli - già nei prossimi giorni a realizzare incontri in Regione tra la nuova proprietà, sindacati e rappresentanti dei lavoratori per perfezionare le procedure avviate nei mesi scorsi a garanzia del lavoro e di un completo rilancio industriale dell'azienda bolognese".

RASSICURAZIONI DA SCAGLIA. "Omnitel più Fastweb sono 15.000 posti di lavoro creati, e io non credo di aver mai licenziato nessuno o ridotto personale nella mia storia professionale in Italia", ha rassicurato Scaglia. "Il marchio La Perla è grandioso, sicuramente si può rilanciare con grande successo e abbiamo intenzione di farlo", ha assicurato. L'imprenditore ha confermato che "come minimo ci vorrà un investimento da 100 milioni di euro per riportare La Perla ai livelli che merita. Il nostro piano è investire pesantemente per rilanciare rete commerciale e marchio. Abbiamo buone sinergie con Elite e pensiamo di poter innestare rapidamente l'azienda nel fashion system". "Noi garantiamo tutti i dipendenti che ci sono tranne quelli dei due stabilimenti che sono chiusi da tempo". Sul fronte dei dipendenti alla fine, ha spiegato Scaglia, "tutte le offerte erano uguali. Quello che ha fatto La Perla con la supervisione del tribunale è stato rendere confrontabili le tre offerte con l'assunzione di tutti i dipendenti, che era la nostra base d'offerta iniziale. L'offerta che noi abbiamo presentato la settimana scorsa prevedeva già tutti gli 800 dipendenti. A questo punto il tribunale ha riconosciuto la nostra offerta come nettamente migliorativa, ha assunto la struttura della nostra offerta come base, calandola nel contratto che avevano già negoziato con Calzedonia, ma cambiandola in questi parametri, e poi le offerte sono state puramente sul valore economico, che mi é sembrato una operazione trasparente".

VIGILANZA SUL FUTURO. La vertenza de La Perla non è chiusa. Da parte della nuova proprietà serve ora un chiaro piano industriale che garantisca il mantenimento nella nostra città dell'intero sito produttivo e la continuità occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori". Così ha voluto sottolineare Roberto Sconciaforni, Capogruppo FdS in assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. A tranquillizzare gli animi preoccupati dei dipendeti del Gruppo. "Anche il comune di Bologna, - ha ammonito Sconciaforni- la Provincia e la Regione, che nei mesi scorsi hanno speso parole di garanzia per il futuro de La Perla, devono continuare a vigilare perché La Perla possa continuare a esistere".

E le promesse di salvaguardia del patrimonio nostrano non sono tardate ad arrivare anche dal Comune di Bologna. L'assessore e coordinatore della giunta di Bologna Matteo Lepore ha infatti voluto sottolineare come "il Comune prende atto dell'esito dell'asta che ha riguardato l'impresa La Perla con l'acquisto da parte di Sms Finance. La prospettiva di salvare il polo produttivo e mantenere le maestranze eccellenti de La Perla ora si concretizza dopo anni di attese e sacrifici". Così "La Perla - ha chiosato Lepore -  non è solo un marchio, lo vogliamo subito dire al nuovo compratore. Il Comune farà la sua parte per quanto potrà insieme alle altre istituzioni, ma attenzione a non ripetere gli errori del passato. Aspettiamo quindi un piano di rilancio fondato sulla produzione e sul valore del lavoro".

SODDISFAZIONE PER UNINDUSTRIA. Disattese le sperenze dei dipendenti che volevano il gruppo tornasse a parlare italiano, delusione somma per Calzedonia che pensava di avere la meglio all'asta. Ma anche parole di soddisfazionie. "Questa acquisizione rappresenta un investimento importante per il nostro territorio". Così si è espresso, in una nota, il presidente di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi. L'associazione degli industriali "si complimenta con il Tribunale di Bologna per come ha condotto l'asta relativa all'azienda La Perla. La proposta risultata vincitrice ha messo a disposizione risorse importanti per il rilancio della società mantenendo tutti i posti di lavoro". Pertanto, aggiunge Vacchi, "non faremo mancare, come Associazione, il nostro supporto per ridare all'azienda il ruolo centrale che le compete. A nome di tutti gli imprenditori bolognesi - chiosa - diamo il benvenuto alla nuova compagine e a tutto il suo staff che ha deciso di investire sul nostro territorio".
EMOZIONE PER I MASOTTI. "Sono molto emozionato, e spero che l'imprenditore che prenderà La Perla abbia la capacità di riportarla ai livelli di eccellenza del 2007". Così Alberto Masotti, figlio di Ada Masotti - la fondatrice del marchio simbolo della lingerie italiana. Masotti, a chi gli ha chiesto se fosse pentito di aver venduto l'azienda nel 2007, ha spiegato che quello compiuto da lui e da sua moglie era stato un gesto "di cuore e di cervello". "Ritenevamo che una volta arrivati a 70 anni, con l'arrivo di nuove generazioni, ci potesse essere... un appannamento". In sostanza, ha spiegato l'imprenditore, la proprietà aveva preferito optare per la vendita piuttosto che non essere all'altezza delle sfide della globalizzazione. "In questo contesto gli americani del fondo JH Partners, che è un fondo dell'università americana ricco di manager, sembrava quello più ricco di prospettive per un'espansione - ha spiegato - e sembrava la soluzione più pratica. Ma così non fu, perché mutande e lusso è un binomio difficile da declinare", ha concluso sorridendo.

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