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Calzedonia vuole La Perla: la lingerie di lusso torna a parlare italiano?

Dopo alcuni incontri, hanno deciso di iniziare una trattativa definire l'acquisizione. Il gruppo veronese noto anche per i marchi Tezenis e Intimissimi potrebbe salvare i lavoratori bolognesi

L'operazione potrebbe chiudersi entro l'estate e per ora le parti si sono limitate ad annunciare l'inizio della trattativa. Inoltre, Calzedonia sta mettendo a punto "un piano industriale da discutere con le parti sociali che, pur considerando le difficoltà aziendali e di mercato, ha come obiettivo primario salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro nel comune di Bologna". Per il resto, bocche cucite.

La lingerie di lusso made in Bo, potrebbe tornare a parlare italiano: in una nota congiunta viene precisato che le parti "dopo alcuni fruttuosi incontri preliminari, hanno deciso di iniziare una trattativa in esclusiva diretta a definire termini e condizioni di un eventuale accordo di acquisizione" della storica azienda di intimo, in crisi già da alcuni anni e che dal 2007 parla invece americano.

"Sono più sollevata, ma confusa" dice una lavoratrice contattata da Bologna Today  "il gruppo Calzedonia è solido e affidabile, ma è importante che il brand rimanga a Bologna, che l'ha creato e l'ha fatto crescere. Sarebbe un grande successo se tornasse ad essere cento per cento italiano, un sigillo molto importante per il mercato del lusso nel mondo".

Dopo diversi incontri non proprio positivi con le parti sociali e ele istituzioni, ieri i veritci aziendali hanno convocato i sindacati.

La Perla, fondata a Bologna nel 1954 da Ada Masotti con un laboratorio di corsetteria, è passata di mano nel 2007 e il fondo Usa da quel giorno ha investito circa 50 milioni di euro per rilanciare la società che in quegli anni fatturava 183 milioni. Oggi invece le vendite si attestano a circa 107 milioni di euro (dato 2012), mentre la società è gravata da 70 milioni di debiti e non chiude un esercizio in utile da diversi anni.

Non solo. Da molto tempo i posti di lavoro sono a rischio, la casa integrazione terminerà in agosto e numerosi sono stati i licenziamenti sino ad oggi. I dipendenti a livello globale sono 1.400, di cui 590 nel solo capoluogo emiliano. I negozi invece sono complessivamente 134 tra Italia, estero, monomarca e 'corner'. Ad affiancare la società bolognese sono gli advisor finanziari di Goldman Sachs e lo studio legale Latham & Watkins che nei mesi scorsi avevano provato a piazzare invano il 30% della società. Adesso quindi la palla passa a Calzedonia, nota anche per i marchi Tezenis e Intimissimi e che opera sul mercato con oltre 1.400 negozi sparsi nel mondo con 20.000 dipendenti, di cui 2.200 in Italia.

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