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Esperienza di lavoro all'estero: andare in Australia per insegnare l’Italiano

Il Teacher Assistant Australia di WEP permette di insegnare nelle scuole australiane, un’esperienza che Camilla, 25 anni, ha svolto per cinque mesi in una scuola primaria della città di Brisbane.Circa un mese fa è rientrata in Italia e ci ha raccontato la sua esperienza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BolognaToday

Per i giovani dai 20 ai 30 anni che desiderano compiere un’esperienza di lavoro in Australia in ambiente scolastico il programma Teacher Assistant Australia di WEP - l’organizzazione internazionale di scambi culturali e linguistici nel mondo – potrebbe essere la risposta.

Il progetto, della durata massima di 11 mesi, permette di insegnare l’italiano nelle scuole australiane, affiancando i professori delle scuole elementari, medie e superiori. Questa formula rientra nel programma School Language Assistant, promosso e regolamentato dal Governo Federale Australiano. È possibile iscriversi in qualsiasi momento, tenendo conto che la durata del programma varia in base al periodo dell’anno (ad esempio, arrivo ad aprile/maggio: durata da 2 a 5 mesi).

Un modo alternativo per i giovani che desiderano perfezionare l’inglese, scoprendo cultura e società di un Paese che continua ad affascinare generazioni di ragazzi. Venticinque anni, torinese, iscritta all’ultimo anno presso la SSML Vittoria di Torino, la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici. Tra un esame e l’altro tante esperienze all’estero in Inghilterra, USA, Francia e, l’estate scorsa, la partenza per l’Australia. Si direbbe che Camilla Mastrapasqua abbia una vera e propria passione per le lingue e i viaggi. Una passione che ha portato la giovane a trascorrere cinque mesi dall’altra parte del mondo.

“Diciamolo, l’Australia è l’Australia! Insegnare l’italiano in un paese anglofono è sempre stato un mio sogno, quindi quale migliore esperienza se non questa? Mi son detta ‘Camilla buttati e prova questa nuova esperienza’ ed è stata la miglior cosa che potessi fare”, racconta la ragazza torinese partita lo scorso luglio. “Ho lavorato presso la Bulimba State School a Brisbane. È una scuola primaria con circa 500 alunni e il mio ruolo era quello di assistere le due insegnanti nello svolgimento delle lezioni, sostituirle in caso di bisogno e soprattutto facilitare i ragazzi nell’apprendimento dell’italiano e accompagnarli in alcune uscite scolastiche”. Un’esperienza che, nel caso di Camilla, è andata oltre l’insegnamento: “Penso proprio che, al di là del mio ruolo di insegnante, il fatto di essere stata per questi ragazzi anche un punto di riferimento sia stata la cosa che più mi è piaciuta, mi sono sentita utile e ho avuto modo di conoscerli meglio”. Il focus del programma Teacher Assistant Australia non è incentrato solo sullo scambio linguistico, ma anche e soprattutto su quello culturale, attraverso il confronto e la condivisione di esperienze che si riversano nella quotidianità di tutti i giorni.

Durante il suo soggiorno la giovane piemontese si è immersa interamente nella cultura australiana e non solo all’interno delle classi in cui ha insegnato: “Vivere in Australia è stupendo. Non c’è nessuno che ti giudica per come sei vestito, per quello che dici o se vuoi metterti a ballare per strada (e lo dico per esperienza vissuta). Non c’è nessuno che si lamenta se il pullman è in ritardo o se deve aspettare un po’ di più in coda dal giornalaio. Il semaforo sta per diventare rosso? Loro non corrono per cercare di passare comunque, ma si fermano e aspettano. Io non so se sia una caratteristica di Brisbane, ma l’impressione che ho avuto dell’Australia è che sia un paese dove tutto viene fatto con calma, bene e senza troppa preoccupazione – continua Camilla – Tornando alla scuola, non esistono compiti di punizione, rimproveri o spedizioni dal preside. Gli insegnanti tendono ad avere un dialogo con gli studenti, in modo da far capire loro ciò che è sbagliato e ciò che dev’essere fatto nel mondo corretto”. Nel racconto di Camilla sono tanti i momenti indimenticabili, ma uno su tutti spicca per la sua particolarità: “L’ultimo giorno di scuola ho dovuto salutare tutti, insegnanti e alunni. Abbiamo fatto quindi una grande colazione nella sala degli insegnanti con tutto lo staff, al termine della quale il preside in persona mi ha ringraziata per il lavoro svolto. Mi sono commossa, perché non pensavo di essere diventata un elemento importante o che comunque fossi stata a cuore a così tante persone! Quel giorno ho capito quanto il mio lavoro e la mia collaborazione fossero state apprezzate e che, anche se gli australiani sono un po’ freddi nel dimostrare cosa provano, ogni tanto si sciolgono anche loro!”.

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