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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Palestre, si parte il 1° giugno: "Stiamo riaprendo sì, ma è il coperchio della nostra bara"

La stagione non favorisce le palestre, che dopo 7 mesi aprono quando tante attività si spostano all'aperto: "Dobbiamo ridare i soldi ai clienti e nel frattempo ci siamo indebitati per adeguarci alle regole. Ci sentiamo davvero traditi"

In Italia si stima che il 20-30% delle palestre non riapriranno. Lo racconta con l'amaro in bocca Sergio Beccalli, proprietario di una palestra a Bologna, a meno di due settimane dalla riapertura: "Sette mesi di chiusura, sette mesi di nulla, e riapriamo proprio nel mese in cui si smette di andare in palestra. E' un po' come aprire gli stabilimenti balneari di Rimini a fine settembre". C'è ben poco entusiasmo insomma in questo settore, per una ripartenza che significherà ricominciare rimborsando i clienti per i servizi di cui non hanno usifruito negli ultimi mesi. 

Quale lo stato d'animo del settore? Come ripartirete a giugno? "Al momento abbiamo ricevuto il 3% del mancato incasso. Adesso voglio vedere chi riesce a vivere per un anno con il 3% del proprio stipendio. E sentendo i colleghi, con i quali non abbiamo mai smesso di confrontarci, sappiamo che ripartiremo con il 50% degli iscritti. Iscritti ai quali fra l'altro dobbiamo dei voucher per recuperare i mesi di stop forzato. Insomma, non proprio una situazione piacevole. Stiamo riaprendo sì, ma il coperchio della nostra bara". 

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Nei mesi in cui avete potuto riaprire e quind fra maggio e ottobre scorso, ci sono state situazioni di rischio o comunque delle problematiche legate al Covid? "Non un contagio nelle palestre, nessun problema, anzi: abbiamo rispettato le regole e tutto è andato liscio, anche perchè nel frattempo abbiamo abbattuto pareti, adeguato le strutture ai distanziamenti e interrotto i corsi collettivi, riadattando le sale ai nuovi spazi. E intanto treni e autobus sono pieni". 

I dipendenti torneranno al lavoro? "Per quanto mi riguarda solo uno su quattro che erano in origine. Chi se ne è andato lo ha fatto perchè dopo la delusione per la cassa integrazione ha trovato una strada diversa e l'ha intrapresa". 

E' vero che c'è chi ha trovato un escamotage per non cessare totalmente le attività delle palestre? "Assolutamente sì. Molte persone sono state tesserate come fossero stati professionisti, anche se nella realtà non era affatto così. Per esempio è bastato farli risultare atleti di body building in procinto di sostenere delle gare...". 

Lei si è arrabbiato leggendo di alcune iniziative sportive che si faranno nei parchi cittadini. Concorrenza che trova scorretta? "Il fatto è che ci sentiamo traditi. Sembra che facciano di tutto per farci chiudere! E' come se per incentivare la ristorazione servissero pasti gratis in giro per la città". 

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