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Giovedì, 18 Aprile 2024
Tra guerra e inflazione

Economia tra guerra e inflazione: Emilia-Romagna sul podio nel 2022

Al terzo posto, dietro Lombardia e e Veneto, ottime le stime per il Pil della nostra regione nel 2022, in considerazione dell'inflazione e le conseguenze del conflitto russo-ucraino

Ottime le stime per l'economia della nostra regione nel 2022: un rialzo del 3,2% "tanto da permettere a fine anno di superare il livello del Pil del 2018, il più elevato antecedente alla pandemia", in considerazione dell’elevato livello di attività nel primo semestre dell’anno e dell’aspettativa di un rientro dei prezzi dell’energia. La ripresa sarà però decisamente più contenuta nel 2023 (+2,0%). E' quando emerge dalle stime di Unioncamere Emilia-Romagna. 

Nel 2022 l’Emilia-Romagna sarà quindi sul terzo gradino del podio nella classifica delle regioni italiane "per ritmo di crescita dietro a Veneto e Lombardia, staccate l’una dall’altra di un decimo di punto. Nel 2023 il rallentamento della ripresa riallineerà la crescita delle regioni italiane, ma l’Emilia-Romagna risalirà sul gradino più elevato con Lombardia e Puglia" si legge nel rapporto. 

Guerra e inflazione a Bologna e nella regione

Un focus sulla Città metropolitana di Bologna rileva un'inflazione al 6,3 per cento, contro la media nazionale del 6 e quella regionale del 5,8. E' il dato disponibile riportato in un report sempre di Unioncamere. 

La situazione economica nell’area metropolitana bolognese - si legge - vede una prospettiva di crescita nonostante i riflessi della guerra in Ucraina e uno scenario economico internazionale in profonda riconfigurazione. Il conflitto e la pandemia hanno reso evidente la crisi di un modello di sviluppo che ha esaurito la sua forza propulsiva e la necessità di trovare nuove modalità capaci di riannodare i fili che tengono insieme crescita economica e coesione sociale. Vi sono numeri che raccontano plasticamente questo stato di sospensione tra il non più e il non ancora, tra ciò che non funziona più e ciò che verrà.

Nella regione, nel 2022, l’inflazione in aumento e le conseguenze della guerra rischiano di fermare la ripresa dell’attività nell’industria, mentre, conferma Unioncamere, la crescita proseguirà più contenuta nei servizi e ancora decisamente sostenuta solo nelle costruzioni. Nel 2023 la crescita rallenterà nelle costruzioni, proseguirà contenuta nei servizi e si riprenderà nell’industria.

Nell’anno in corso non si avrà una sostanziale accelerazione della crescita dell’occupazione (+0,6 per cento), che giungerà solo nel 2023 (+1,2 per cento), percentuali che non permetteranno di recuperare il livello del 2019.
"Un progressivo rientro sul mercato del lavoro evidenziato dall’aumento delle forze di lavoro contiene la riduzione del tasso di disoccupazione che nel 2022 dovrebbe scendere al 5,1 per cento, per poi proseguire questa graduale discesa anche nel 2023, quando si attesterà al 4,8 per cento" osserva Unioncamere. 

(Economia: foto archivio)

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