Bolognesi e benessere, report Caf-Acli: "Donne e giovani penalizzati, timori per il futuro"
"Il reddito aumenta con l'età. I contribuenti con reddito basso sono in maggioranza assoluta donne, diminuisce anche la presenza femminile tra i redditi medio-alti". Anche sotto le due torri si allarga la forbice delle disuguaglianze
Benchè, secondo i dati della Città Metropolitana, Bologna e provincia si confermino ai primi posti per tasso di occupazione femminile (passato dal 67,3% al 68,1%, con oltre 5.000 occupate in più nel 2019), dal punto di vista del reddito le donne continuano a essere penalizzate anche sotto le due torri.
E' quanto emerge dai dati sui redditi dei bolognesi dell'anno 2019 del Caf Acli, presentati questi mattina in videoconferenza da Chiara Pazzaglia, Presidente provinciale Acli Bologna, Simone Zucca, Presidente Acli Service della via Emilia e Filippo Diaco, Presidente Patronato Acli di Bologna.
Età, genere e reddito
Un dato generale singolare e "sconcertante - secondo Zucca - il reddito aumenta con l'età, quindi ciò induce a pensare che la fascia dei pensionati è quella che sostiene i nuclei familiari".
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La popolazione bolognese, secondo Istat, è sempre più anziana. Come emerge dal report Acli, il 43% delle donne under 20 dichiara un reddito entro i 20mila euro l'anno e, con l'aumento dell'età il redditto si colloca sugli uomini. Lavoratrici e lavoratori sotto i 20 anni sono davvero pochi, si inizia a lavorare sempre più tardi, i figli non riescono a trovare subito una collocazione, quindi si considera la variabile studio, infatti l'Isee universitario è uno dei servizi più richiesti.
Un dato che emerge dai dati Caf è che molte donne rientrano nella fascia, cosiddetta, delle "working poors", persone che lavorano, ma mantengono un reddito molto basso.
Nel 2020 sono aumentate di 5 punti percentuali le donne contribuenti under 20 e diminuite di un punto le over 60. Sono salite di un punto le contribuenti tra 20 e 30 anni, ma si parla di redditi bassi. Probabilmente sono donne che, alla luce della crisi, devono contribuire al bilancio familiare.
Delle over 60 calano drasticamente quelle con reddito più alto: dal 32% al 27% del totale dei contribuenti.
Le donne restano la stragrande maggioranza dei contribuenti con reddito basso (65% dei contribuenti over 60, 66% dei contribuenti over 50).
Spariscono le lavoratici under 20 con un reddito superiore ai 20.000. Sono il 43% dei contribuenti con reddito sotto i 20.000.
In generale, i contribuenti con reddito basso sono in maggioranza assoluta donne e diminuisce in percentuale la presenza femminile tra i redditi medio-alti.
In definitiva i giovani sono penalizzati, le donne guadagnano molto meno.
Isee
Da quanto emerge dai dati dell'Acli bolognese, l'Isee riguarda nella maggioranza dei casi una singola persona, compresi gli anziani soli: "L'attestazione sarà necessaria da ora in avanti per qualsisasi tipo di servizio - sottolinea Zucca - il 24% lo ha richiesto ad esempio per usufruire dei servizi per minori, come asili e retta della mensa, il 10% per il diritto studio universitario e il 7% per servizi dedicati ai disabili". Emerge che che 5.300 persone hanno dichiarato almeno un componente con disabilità, il 14% grave e il 17% non autosufficiente.
Dall'attestazione Isee si evince che il 61% dei bolognesi è proprietario dell'abitazione principale, il 22% ha almeno una seconda casa, il 7% paga un affitto in libero mercato e il 26% a canone concordato. Il valore Isee inferiore a 10mila euro è il dato maggiormente rappresentato per i residenti in città.
Una stortura del modello Isee è quella relativa al patrimonio immobiliare, secondo Zucca, persone che "hanno degli immobili che possono essere stati ereditati, ma non un'entrata che gli permetta di mangiare tutti i giorni. Il legislatore deve essere bravo anche sull'ISR, quella componente reddituale all'interno dell'Isee che definisce il conto economico".
Disuguaglianze e welfare
"Un altro dato preoccupante è quello della forbice della disuguaglianza - ovvero - la ricchezza e in mano di pochi, almeno da quanto si evince dai redditi dichiarati nel 2019, quindi precedenti alla crisi pandemica, ma ci sarà da preoccuparsi per il futuro - secondo la presidente Pazzaglia - le donne over 65 anni continuano a lavorare, guadagnano poco o prendono una pensione bassa, avranno quindi bisogno di benefici di welfare. Sembra dunque che i bolognesi non stiano così bene".
Trend di diminuzione del reddito
"Benchè Bologna risulti al primo posto nella classifica del Sole 24 ore e sia una città dove si vive mediamente bene, si assiste anche a un impoverimento - osserva Filippo Diaco - dalla comparazione tra il 2017 e il 2019 si evince che le dichiarazioni Iee fino a 15mila oggi sono al 53%, nel 2017 erano al 18%, da 10 a 20mila al 25%, nel 2017 erano al 48%, quindi c'è gente che non sta bene e le giovani coppie non riescono a progettare un futuro".
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Diaco rilancia la "città a misura di bambino e di famiglie, quindi un sostegno alle giovani coppie per evitare lo spopolamento della città" e aggiunge "la politica dei bonus non aiuta le famiglie, bene quindi l'assegno universale del Governo che stanzia 3 miliardi nel 2021 e 5 nel 2022". Sul nostro territorio, conclude Diaco "c'è bisogno di consolidare il rapporto tra famiglie e istituzioni, dobbiamo fermare le emergenze, non possiamo stare fermi fino alle amministrative 2021".
Acli recentemente ha lanciato "La Bottega delle idee per Bologna", una decina di proposte, in vista delle elezioni 2021.
Gli effetti della pandemia
Una ricerca condotta dal patronato Caf Acli ha dimostrato come i bolognesi "temano lo sblocco dei licenziamenti con gli effetti sull'occupazione" ha concluso Pazzaglia". I redditi 2021 e 2021 dovranno dare dunque i conti con la crisi causata dal covid come ad esempio i proprietari immobiliari "tanti studenti non tornano e molti lavorano da casa, quindi spesso da altre località del sud".