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Economia

I ciclofattorini: "Volete vedere un rider 'felice'? Allora paga degna e contratto vero, il resto è fiction"

Così Riders Union Bologna torna a chiedere migliorie per la propria condizione lavorativa, polemizzando sulla vicenda del "commercialista"/rider da 2mila euro al mese, che ha fatto il giro dei media e del web

"Volete vedere un rider felice? Paga oraria degna in linea con i minimi tabellari di un CCNL di settore (Trasporti/Terziario), un contratto vero con garanzie e tutele piene per tutte e tutti. Questo è quello di cui abbiamo bisogno, tutto il resto è fiction!". 

Così Riders Union Bologna, che raduna alcuni ciclofattorini del mondo del delivery food e attivisti sociali che operano a Bologna. Il gruppo impegnato da tempo nella lotta per diverse condizione lavorative nel settore delle consegne, torna a denunciare situazioni di difficoltà partendo dalla storia del "rider-commercialista" (o meglio tirocinante in uno studio di commercialisti, come poi sarebbe emerso) da 2mila euro al mese, che ha fatto il giro dei media. Una storia che ha sollevato dubbi e perplessità . Gli stessi rilanciati dall'unione locale dei rider, che vedono la testimoninaza del 'fattorino felice' in odor di strumentalizzazione.

Zappalà, il rider-"commercialista" felice, che ha fatto il giro dei media 

"E' uscita una notizia che parlava di un presunto collega "felice" su un blog de La Stampa, tale Emiliano Zappalà, ex commercialista, divenuto rider di Deliveroo, che si dichiara "entusiasta" del proprio lavoro di fattorino e di guadagnare 2000 euro al mese",  così un post Facebook di Riders Union che prosegue dicendo: " Conosciamo bene un altro Zappalà (Emanuele, anch'esso rider di Deliveroo), perché delegato UGL, membro di Anar, sindacato corporativo e di comodo nato negli uffici di Glovo nel settembre 2019, affiliatosi poi all'Unione Generale del Lavoro, firmatario dell'accordo che ha cercato di mettere una pietra tombale sulle rivendicazioni storiche di tutto il movimento rider che ha risposto con un'ondata di scioperi contro tale operazione. 

Se si trattasse della stessa persona a maggior ragione non ci stupirebbe la cattiva informazione fatta e la rappresentazione fuorviante avvenuta del nostro lavoro, ad opera di uno dei cottimisti più in vista, artefice e responsabile dell'accordo che ha permesso il taglio delle paghe e il peggioramento delle condizioni di tutti, in complicità con le piattaforme". 

Andando oltre il caso Zappalà, per Union la situazione continua ad essere poco rosea per i "portapizze": "Di rider "felici" nelle strade, soprattutto dopo la firma del contratto capestro ad opera di UGL e Assodelivery, non ne vediamo dal momento che i compensi dal 3 novembre 2020 (entrata in vigore del nuovo contratto) sono stati tagliati dal 50% al 30% su ogni singola corsa, in tutto il settore, infatti ci stiamo organizzando per una nuova data di mobilitazione nazionale che coinvolga tutti i territori, come già è accaduto il 30 ottobre 2020 e nei giorni successivi all'applicazione del nuovo contratto, coinvolgendo diverse centri urbani". 

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