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Rottamazione cartelle, Città metropolitana non aderisce. Il centro-dx: "Scelta ideologica"

E' ufficiale la non adesione allo stralcio previsto dalla Legge di Bilancio. Oggi il voto con con 13 favorevoli (Centro sinistra) e quattro contrari (Uniti per l’alternativa e Alleanza metropolitana)

E' passato anche in Città metropolitana di Bologna la non adesione alla rottamazione delle cartelle fino a 1.000 euro dal 2000 al 2015 prevista dalla Legge di Bilancio. 

Gli importi a ruolo

I carichi complessivamente iscritti a ruolo per gli anni 2000-2015 ammontano a 4.066.782,04 euro comprensivi di sanzioni e interessi, di cui più del 50% di importo superiore ai 1.000 euro e pertanto esclusi dalla definizione agevolata. I carichi di importo inferiore a 1.000 euro ammontano a 1.404.069,42 euro, di cui stralciabili 229.612,70 euro, rende noto la Città metropolitana. 

A dare il via al diniego era stata Bologna, seguita da Castel Maggiore, poi i sindaci PD avevano dichiarato in blocco la contrarietà. Oggi la decisione è stata approvata dal Consiglio metropolitano con 13 voti favorevoli (Centro sinistra) e quattro contrari (Uniti per l’alternativa e Alleanza metropolitana): "A determinare il voto dell’Aula, la convinzione che l'introduzione della misura in questione determinerebbe una disparità di trattamento tra i soggetti debitori, in danno a chi abbia correttamente e tempestivamente adempiuto ai propri obblighi di pagamento. Contrasterebbe inoltre con i principi di equità e parità di trattamento che sono tra i principi ispiratori dell’Amministrazione metropolitana. La stessa misura, inoltre, potrebbe comportare l’effetto di disincentivare i pagamenti, con conseguenti pesanti e sistematiche ricadute sul buon andamento dell'attività di riscossione" si legge nella nota. 

Definizione agevolata

L’adozione da parte della Città metropolitana di Bologna della delibera di non accoglimento dello stralcio parziale, consente comunque al debitore di ottenere i medesimi benefici, in termini di stralcio delle sanzioni e interessi, attraverso l’adesione alla definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, disciplinata dal comma 231 della stessa legge, che prevede l’annullamento della cartella subordinatamente al pagamento della quota capitale, oltre che delle spese di notifica e delle eventuali spese sostenute per le procedure esecutive, anche con rateizzazione del capitale e delle spese previste in un massimo di 18 rate, con due rate da corrispondere nel 2023 e quattro rate da corrispondere ogni anno, a decorrere dal 2024.

"Scelta ideologica"

Per Diego Baccilieri, capogruppo Uniti Per l’Alternativa e dei consiglieri in Città Metropolitana, Angela Bertoni ed Alessandro Santoni, si tratta di "scelta puramente ideologica. Un voto totalmente politico, che ha privato i contribuenti di una legittima possibilità di ridurre le proprie pendenze con l'erario, ammantato da una motivazione di equità rispetto agli altri contribuenti che diventa risibile se non ridicola rammentando che tale rottamazione viene dopo quelle del 2016, 2017, 2018 e due del 2019, nei confronti delle quali però non ci ricordiamo la sinistra si sia strappata le vesti essendo stata al governo nazionale in quegli anni".

"La Giunta Lepore, al netto dei tecnicismi, non perde occasione per lasciare indietro i cittadini più in difficoltà, pur di strumentalizzare una scelta del Governo per fare opposizione" aveva commentato Stefano Cavedagna, presidente Gruppo FDI in Comune. 

"La proposta della maggioranza di Lepore sembra soltanto una rappresaglia contro il Governo di centrodestra” - hanno dichiarato i consiglieri del Carroccio a Palazzo Malvezzi, Mattia Polazzi e Simone Carapia - Le amministrazioni che scelgono deliberatamente di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, lavorano contro i loro cittadini e non fanno quindi il bene della comunità. Questa è una misura concreta per chi è in difficoltà oggi”.

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