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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Gaggio Montano

Saeco, incontro in Regione: nessuna speranza per 243 lavoratori, Philips conferma gli esuberi

Philips conferma la volontà di licenziare 243 lavoratori, l'assessore alle Attività produttive Palma Costi, ha rinviato tutto a un tavolo ministeriale. "È stato disgustoso", ha commentato il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani

Brutte notizie per la Saeco, la storica azienda con sede a Gaggio Montano: nell'incontro di salvaguardia convocato oggi in Regione, la Philips ha confermato la volontà di licenziare 243 lavoratori, così l'assessore alle Attività produttive Palma Costi, preso atto della distanza incolmabile tra le parti, ha rinviato tutto a un tavolo ministeriale, la cui convocazione sarà richiesta già domattina.

"È stato disgustoso", ha commentato il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani. L'azienda, rappresentata dall'amministratore delegato Nicholas Lee e dall'avvocato Saverio Schiavone, "ha iniziato ringraziando i lavoratori per il loro impegno, per poi ribadire che li licenzierà. Ci vuole tanta pazienza e bisogna lottare", conclude il segretario regionale della Fiom.

Quindi la vicenda si sposta a Roma dove sarà coinvolto il Governo. “Vista la complessità e la delicatezza della vicenda, la dimensione multinazionale della proprietà e la particolarità del territorio coinvolto nella crisi, si è deciso di allargare il confronto sul piano nazionale” ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi al termine dell’incontro del tavolo istituzionale per la Saeco Philips di Gaggio Montano. Già domani il presidente della Regione Stefano Bonaccini affronterà a Roma la questione con il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, fanno sapere da Via Aldo Moro. 

"Siamo rimasti con le posizioni che avevamo prima dell'incontro" ovvero "hanno confermato che l'unica soluzione percorribile è quella di togliere 243 posti di lavoro all'azienda per renderla eccellente" hanno dichiarato Marino Mazzini di Fim e Stefano Zoli di Fiom al margine della riunione "abbiamo ribadito che questo non è accettabile, non è possibile. Abbiamo anche chiesto di portarci del lavoro, qualsiasi tipo di lavoro perché siamo in grado di lavorare.

Domani mattina alle 10 si terrà un'assemblea con i lavoratori. e il programma televisivo Agorà trasmetterà in diretta dalle 8 dal piazzale dello stabilimento. 

Grande preoccupazione da parte delle piccole imprese dell’Appennino per il futuro della Philips-Saeco è stata espressa in una nota da Cna Alto e Medio Reno insieme a Confcommercio Ascom Delegazioni Alto Reno per la salvaguardia di decine di imprese della subfornitura Philips-Saeco e per le centinaia di aziende commerciali che vivono dell’indotto Philips-Saeco: "Aziende che occupano centinaia di dipendenti e che sarebbero messe in grave difficoltà da decisioni che potrebbero vedere Philips-Saeco trasferire importanti pezzi della produzione lontano dall’Appennino bolognese.Pur rispettando le scelte dell’azienda, dicono le associazione delle piccole imprese, le associazioni non vorrebbero che venisse ignorato il ruolo strategico delle aziende artigiane e del commercio per il territorio dell’Appennino, un ruolo già reso difficile dalle crisi che hanno attraversato altre grandi imprese della zona e che un allontanamento della produzione da parte di Philips-Saeco metterebbe in ulteriore e grave difficoltà".

“Questa mattina ho proposto alla capigruppo che il primo punto all’ordine del giorno della prossima Assemblea legislativa del 10 dicembre sia la vicenda Saeco-Philips - ha scritto in una nota il capogruppo PD in regione Stefano Caliandro "sono ben lieto che questa proposta abbia ricevuto il sostegno trasversale di tutti i capigruppo. Penso infatti che in queste vicende l’unità tra le forze politiche sia elemento fondamentale per raggiungere l’obiettivo. Sto inoltre lavorando ad un testo per una risoluzione unitaria da sottoporre agli altri capigruppo per una condivisione di tutto il Consiglio. Occorre che tutti andiamo oltre la nostra appartenenza politica per cercare di tutelare i lavoratori e le loro famiglie messe in crisi dal licenziamento collettivo preannunciato dalla Saeco. Il nostro Consiglio e i suoi gruppi hanno il dovere di mobilitarsi con tutti gli strumenti a disposizione”.

“Verificare se ricorrono le condizioni, al fine di salvaguardare il carico occupazionale, per utilizzare le misure, previste dalla normativa regionale, di contrasto alle delocalizzazioni produttive, nonché la promozione degli investimenti nel quadro delle programmazioni settoriali della Regione, tenuto conto che il marchio Saeco gode del successo sul mercato indotto anche grazie all’utilizzo del Made in Italy”.

A chiederlo, in una interrogazione alla Giunta, è Giulia Gibertoni (M5s). La multinazionale Philips, si legge nel documento, “giovedì 25 novembre ha annunciato, durante un incontro nella sede di Unindustria, l’intenzione di voler ridurre la base occupazionale, dimezzandola, nello stabilimento Saeco di Gaggio Montano, nel bolognese”. Il depotenziamento dello stabilimento “non coincide con una riduzione dei numeri produttivi della multinazionale in questo settore- sottolinea la consigliera-, visto che contestualmente sarebbe stata aumentata la produzione in altri stabilimenti esteri, il cui prodotto finale riporta il marchio Saeco, avvantaggiandosi in tal modo, sul mercato internazionale, della presenza del ‘Made in Italy’, ingenerando nel consumatore finale la convinzione che dietro i suoi prodotti ci sia l’eccellenza italiana”.

"I Parlamentari bolognesi del PD esprimono la loro vicinanza ai lavoratori della Saeco e alle comunità locali interessate dalla crisidell'importante polo produttivo che vede minacciati 243 posti di lavoro, che ieri e oggi, assieme alle Istituzioni locali,  hanno espresso, in più manifestazioni, la loro grave preoccupazione", così in una nota congiunta Marilena Fabbri, Andrea De Maria, Donata Lenzi e Gianluca Benamati "abbiamo immediatamente allertato il Governo e riteniamo molto importante il tavolo di confronto oggi in corso in Regione, con la partecipazione della Città Metropolitana. Continueremo a seguire la vertenza come una priorità per la salvaguardia dell'occupazione in Saeco e il futuro di questa fabbrica che sono di estrema importanza per tutta la montagna bolognese e la Città Metropolitana". 

Risoluzione all'Assemblea legislativa: "L'Alta e Media Valle del Reno sta registrando un lento processo di desertificazione industriale e artigianale, dalla chiusura del polo cartario di Lama di Reno e di Marzabotto che occupava più di 500 lavoratori, alla profonda preoccupazione per altre imprese del territorio come la Demm, la Dismeco e la Metal Castello, per non parlare delle decine di aziende artigiane che hanno chiuso e delle incertezze che ancora insistono sul futuro delle Terme di Porretta"

La Giunta promuova la creazione di “un unico tavolo regionale istituzionale che si occupi di un piano industriale per il rilancio dell’Appenino bolognese, operando anche per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi, dando così corpo e sostanza al Patto per il lavoro e alla Conferenza per la montagna”.

A chiederlo, attraverso una risoluzione presentata all’Assemblea legislativa, sono Igor Taruffi (primo firmatario) e Yuri Torri, consiglieri di Sel. I dipendenti dello stabilimento Saeco Philips di Gaggio Montano, si legge nel documento, “hanno proclamato una serie di iniziative di lotta culminate in una manifestazione organizzata dai sindacati confederali Fiom CgiI e Fim CisI e dalle Rsu aziendali per chiedere alla multinazionale di ritirare i 243 licenziamenti annunciati, al corteo si sono uniti anche molti cittadini, le istituzioni della vallata, gli studenti e i commercianti”. La Regione, rimarcano i consiglieri, “ha prontamente convocato un tavolo di salvaguardia occupazionale, in accordo con il Comune di Gaggio Montano e la Città metropolitana, e al quale sono state invitate tutte le parti interessate (l’azienda, Unindustria Bologna, i sindacati di categoria) per cercare una soluzione in grado di garantire la massima tutela per i lavoratori e le maggiori garanzie produttive in una realtà estremamente significativa per il nostro territorio”. Anche il ministro dello Sviluppo economico, proseguono, “ha annunciato che il Governo convocherà a breve l’azienda a un tavolo negoziale per cercare di trovare tutte le possibili soluzioni affinché gli esuberi possano rientrare”.

Una situazione che spinge gli esponenti di Sel a lanciare l’allarme: “L’Alta e Media Valle del Reno sta registrando un lento processo di desertificazione industriale e artigianale, dalla chiusura del polo cartario di Lama di Reno e di Marzabotto che occupava più di 500 lavoratori, alla profonda preoccupazione per altre imprese del territorio come la Demm, la Dismeco e la Metal Castello, per non parlare delle decine di aziende artigiane che hanno chiuso e delle incertezze che ancora insistono sul futuro delle Terme di Porretta”.

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