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Aziende dell'Appennino

Saga Coffee, firmato l'accordo: "Questa vertenza entrerà nella storia delle lotte sindacali"

"Gli industriali lombardi che hanno creduto nella possibilità di creare un polo con nuove lavorazioni nel segno dell'economia circolare stimano in tre anni il tempo necessario per portare la fabbrica a regime con le nuove lavorazioni"

Una firma mette fine all'incubo di un'altra chiusura in Appennino e dà la certezza di un lavoro ad almeno 137 persone (150 se Invitalia sarà della partita), per lo più donne, assicurando nel contempo un paracadute robusto ai dipendenti ex Saga Coffee che non troveranno posto nel progetto di rilancio di Tecnostamp Triulzi e Minifaber che ha convinto istituzioni e sindacati.

"Questa vertenza entrerà nella storia delle lotte sindacali", è convinto Primo Sacchetti, il funzionario della Fiom di Bologna, che ha seguito assieme ai colleghi della Fim-Cisl la vertenza e gli oltre 100 giorni di presidio di fronte allo stabilimento di Gaggio Montano. "Sono stati mesi molto impegnativi. Non potevamo permetterci di perdere quasi 200 posti di lavoro in Appennino. Questa è l'Emilia-Romagna, che non vuole vedere calpestata la dignità di chi lavora. Per fortuna si sono trovati imprenditori seri che ci hanno presentato un ottimo piano industriale", riconosce il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che allo scoppio della vertenza, dopo l'annuncio del gruppo Evoca della chiusura della fabbrica, aveva usato parole molto dure nei confronti della proprietà di Saga Coffee.

"Anche le vertenze più dure si possono risolvere", conclude Bonaccini, che questa mattina ha incontrato le lavoratrici nell'ultimo giorno di presidio assieme alla vicepresidente Elly Schlein, l'assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e il sindaco metropolitano, Matteo Lepore. "Avremo sorprese positive da questo investimento, perchè gli imprenditori lo faranno andare più veloce di quanto hanno detto", prevede Colla. Alessandro Triulzi e Raffaello Melocchi, i due industriali lombardi che hanno creduto nella possibilità di creare a Gaggio Montano un polo con nuove lavorazioni nel segno dell'economia circolare (un progetto che vale 25 milioni di euro di investimenti) stimano in tre anni il tempo necessario per portare la fabbrica a regime con le nuove lavorazioni. "L'ambizione è trasformare questo sito in un centro di eccellenza, di lavorazione in subfornitura dei più grossi gruppi industriali europei per le applicazioni che vanno dal settore elettrico, dell'energia, elettrodomestico e auto. Vogliamo portare nuove tenoclogie. Contiamo sul fatto che ci siano lavoratrici e lavoratori che hanno voglia di rimettersi in discussione. C'è bisogno della partecipazione di tutti per imparare nuove tecnologie", spiega Triulzi dopo la firma.

"Ho sofferto un po' in questi ultimi periodi. Non sono abituato a trattare e parlare. Adesso è ora di tornare a lavorare", aggiunge Melocchi. Il piano della newco (che non ha ancora un nome) prevede, nel quadriennio 2022-2026, il potenziamento e la modernizzazione degli impianti di lavorazione della lamiera esistenti, l'investimento in nuove tecnologie di trasformazione, (stampaggio di materie plastiche e di materiali compositi, con particolare attenzione alla sostenibilità), lo sviluppo di applicazioni in un'ottica di economia circolare, il passaggio del sito da una logica 'captive' (solo macchine del caffè) a una logica 'custom' (in grado di adattarsi a una varietà di settori di sbocco, per esempio la produzione di colonnine per la ricarica delle auto elettriche) per consentire agli investitori di assumere il ruolo di terzisti nei settori plastica e lamiera. A livello occupazionale, è previsto il riassorbimento di 137 lavoratori rispetto agli attuali 196 dipendenti di Saga Coffee. Numero che salirebbe a 150 con all'ingresso di Invitalia nel capitale. L'attività di impresa, è stato assicurato, avrà una continuità operativa del sito per un periodo non inferiore ai tre anni dalla data di inizio dell'operatività industriale. Nelle more del passaggio da una società all'altra, al personale verrà garantita la cassa integrazione straordinaria per almeno 12 mesi a partire da marzo con un'integrazione di circa 20 euro lordi al giorno. Per ciascun lavoratore non riassorbito che cessi il rapporto di lavoro con Saga, quest'ultima si impegna a riconoscere un incentivo (fino a 85.000 euro lordi) che si articolerà in base alle diverse categorie di destinatari (pensionamento, lavoratori part-time e full-time, ricollocamento infra-gruppo). "Ci sono due investitori industriali che hanno una storia di generazioni, hanno investito anche all'estero e riportano delle produzioni in Italia", rivendica Triulzi. "Abbiamo cercato di coinvolgere le più grosse aziende produttrici di macchinari, di trasformazione per essere nostri partner in questo piano di investimenti che è almeno triennale. Oggi abbiamo più di 15.000 metri quadrati dove si fa prevalentemente assemblaggio e invece diventeranno spazi dove si macineranno i prodotti che vengono da riciclo, si creeranno compositi, si inietterà la plastica, si trasformerà la lamiera. Si faranno una serie di lavorazioni che prima non si facevano. I lavoratori dovranno imparare nuovi mestieri", è la sfida dell'imprenditore brianzolo. "Questa iniziativa può essere un modello per i salvataggio aziendali in Italia, per la reindustrializzazione delle aziende e per l'implementazione delle logiche dell'economia circolare. Siamo orgogliosi di averlo pensato e di essere riusciti a coinvolgere istituzioni e lavoratori. Adesso non vediamo l'ora di realizzarlo. Speriamo di essere pronti questa estate per rilevare il testimone", scandisce Triulzi. "Da lì ci sarà una fase di continuità con lavorazioni per Evoca. Man mano si introduranno cose nuove che non facevamo e che il mercato ci chiede", conclude. 

(Dire) 

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