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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Guerra Ucraina: ecco cosa rischia l'economia bolognese

Il presidente del Consiglio a Bruxelles per un consiglio europeo straordinario che deciderà "un pacchetto di sanzioni molto dure" nei confronti di Mosca. Meccanica, chimica, moda, sono i settori dell'economia cittadina che verrebbero colpiti. Quanto rischiano le imprese bolognesi ed emiliano-romagnole

Dalla meccanica, alla chimica, alla moda e anche i mezzi di trasporto. Sono i settori dell'economia bolognese che verrebbero colpiti dalle sanzioni alla Russia dopo l'attacco all'Ucraina. 

Dopo il Consiglio dei ministri di questa mattina, la riunione del G7 in videoconferenza e il Consiglio Supremo di Difesa al Quirinale, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, alle ore 20 sarà a Bruxelles per un Consiglio europeo straordinario: "In quella sede, decideremo un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia - ha detto Draghi in conferenza stampa - avevamo ribadito in tutte le sedi di essere pronti a imporre conseguenze severe nel caso la Russia, come è purtroppo accaduto, avesse respinto i nostri tentativi di risolvere la crisi per via politica. Questo è il momento di metterle in campo". 

“Un atto di guerra, unilaterale e sconsiderato, una violazione del diritto internazionale ingiustificabile da ogni punto di vista, che costerà vite umane e sofferenza. L'Europa e l’Italia - che ripudia la guerra - devono rispondere unite, con fermezza, per fermare questa follia”, hanno dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente, Elly Schlein. “Le iniziative della comunità internazionale non possono concedere un solo centimetro alla logica antidemocratica e alle azioni irresponsabili di chi pensa di poter calpestare impunemente il diritto dei popoli. . I canali diplomatici sono e rimangono l'unica strada possibile per la coesistenza pacifica e sicura”. 

“Sosteniamo l’impegno del Governo italiano e del presidente Draghi- sottolineano presidente e vicepresidente- per preservare la sovranità dell’Ucraina, la sicurezza dell’Europa e l’integrità dell’ordine internazionale basato sulle regole e sui valori condivisi. E siamo vicini alla numerosa comunità ucraina in Emilia-Romagna. Quanto sta succedendo nella loro terra - concludono - riguarda anche noi, la nostra libertà, la nostra democrazia, il nostro vivere civile. Non siete soli”.

Cosa rischia Bologna

La Camera di commercio di Bologna stima che le esportazioni delle imprese bolognesi verso la Russia incidano per il 2,7%. Bologna copre il 30% delle esportazioni regionali verso la Russia e incide per il 6% su quelle italiane. La metà dei beni realizzati a Bologna e venduti in Russia sono macchinari e apparecchi meccanici (oltre 115 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2021), seguono i mezzi di trasporto (oltre 76 milioni di euro), sostanze e prodotti chimici (poco meno di 32,8 milioni), i prodotti del comparto moda (32 milioni di euro). Nel 2021 c’è stata una netta diminuzione nell’export dei prodotti alimentari.

Si tratta di circa 338 milioni di merci esportate nei primi nove mesi del 2021 (i dati definitivi del 2021 non sono ancora disponibili), ed ammonta a poco meno di quanto le imprese bolognesi avevano esportato verso la Russia in tutto il 2019, quindi prima della pandemia.

Il valore provvisorio del 2021 è in crescita del 30% rispetto al 2020, soprattutto grazie ad un forte aumento nelle esportazioni di articoli farmaceutici e medicinali.

Dalla Russia nei primi nove mesi del 2021 le imprese bolognesi hanno acquistato 12,6 milioni di euro, prevalentemente sostanze e prodotti chimici, legno e prodotti in legno, carta, articoli in gomma e materie plastiche.

Il peso delle esportazioni bolognesi verso l’Ucraina è pari ad un terzo rispetto a quelle verso la Russia. Si tratta di poco meno di 135 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, di cui quasi la metà in prodotti alimentari. Le macchine ed apparecchi meccanici pesano per 33,4 milioni di euro di prodotti venduti in Ucraina fra gennaio e novembre 2021.

Nello stesso periodo le imprese bolognesi hanno acquistato dall’Ucraina per poco più di 5 milioni di euro, di cui 1,7 milioni di prodotti alimentari.

Cosa rischia l'Emilia-Romagna

Il 3% delle esportazioni regionali rischiano di bloccarsi a causa delle vicende russo-ucraine, senza contare gli alti costi dell'energia che colpiscono non solo le imprese, ma anche le famiglie. Secondo i dati dell'agenzia Dire, sono 170 le imprese che hanno investito sul mercato russo e ucraino acquisendo il controllo di società estere, altre 6.500 che stanno commercializzando i loro prodotti su quei mercati, oppure stanno acquistando da partner russi e ucraini materie prime e semilavorati. Complessivamente le esportazioni verso Ucraina e Russia valgono circa due miliardi, poco meno del 3% di quanto commercializzato sui mercati esteri dall'Emilia-Romagna. Le importazioni si attestano a 720 milioni, l'1,8% del totale regionale.

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Nell'ultimo triennio le imprese emiliano-romagnole che hanno esportato prodotti verso l'Ucraina sono state 2.433, con un valore del commercializzato che è cresciuto nel tempo. Nonostante la diffusione della pandemia, nel 2020 le esportazioni dell'Emilia-Roma... verso l'Ucraina hanno superato i 426 milioni, con una crescita dell'8,3% rispetto all'anno precedente, a sottolineare un trend positivo che si è confermato nei primi nove mesi del 2021, oltre il 15% in più rispetto allo stesso periodo pre-pandemia (2019).

Il prodotto maggiormente esportato è stato il tabacco, con una quota sul totale export che supera il 18%. Le altre esportazioni riguardano la metalmeccanica, apparecchi e macchinari. L'Ucraina rappresenta il 35esimo partner commerciale dell'Emilia-Romagna l'incidenza sul portafoglio export regionale è dello 0,6%. Sempre nell'ultimo triennio le imprese emiliano-romagnole che hanno importato prodotti dall'Ucraina sono state 377, per un valore che nei primi nove mesi del 2021 è risultato pari a 316 milioni di euro, il 17% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Il 45% delle importazioni dall'Ucraina riguarda la voce 'oli e grassi vegetali e animali', seguono materie prime legate all'edilizia, all'industria chimica e a quella siderurgica. Tra i beni maggiormente importati si trovano anche diverse produzioni agricole.

Sono 33, invece, le imprese emiliano-romagnole che hanno acquisito il controllo di società ucraine. A investire sul mercato ucraino sono soprattutto imprese della metalmeccanica e società legate al settore immobiliare e delle costruzioni. Più consistenti i rapporti commerciali con la Russia. Negli ultimi tre anni le imprese emiliano-romagnole che hanno esportato prodotti verso la Russia sono state 3.997, con un valore del commercializzato che nei primi nove mesi del 2021 si è attestato attorno a 1,1 miliardi, in crescita del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.

A guidare l'export regionale è il comparto meccanico, seguito dall'abbigliamento e dal farmaceutico.

Complessivamente la Russia rappresenta il 13esimo partner commerciale dell'Emilia-Romagna, l'incidenza sul portafoglio export regionale è del 2,2%. Sono state 531 le aziende che hanno importato prodotti russi, per un valore che nei primi nove mesi del 2021 di 222 milioni, il 5% più rispetto allo stesso periodo del 2019. Il 60% delle importazioni delle imprese emiliano-romagnole dalla Russia riguarda la siderurgia, seguita dall'industria chimica e dalla voce 'oli e grassi vegetali e animali' destinata all'industria alimentare. Sono 136 le imprese emiliano-romagnole che hanno acquisito il controllo di società russe. A investire sul mercato russo sono soprattutto imprese della metalmeccanica e dell'alimentare. "Esprimo grande preoccupazione per l'evolversi della situazione e per le popolazioni coinvolte. C'è rammarico per il sostanziale fallimento della diplomazia internazionale. In questo momento di difficile uscita dalla crisi pandemica, il contraccolpo che si annuncia per l'interscambio commerciale della nostra regione rischia di essere molto pesante, considerando il rilevante ruolo dell'export dell'Emilia-Romagna a livello nazionale", commenta il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi.

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