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Economia Piazza Franklin Delano Roosvelt

Sindacati in presidio davanti la Prefettura: 'Serve un vero Governo del Paese'

Al via una mobilitazione congiunta, indetta da Cgil, Cisl e Uil, che scendono in piazza invocando una buona legge di stabilità: "L'incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni anche sul lavoro e sulle pensioni'

'Siamo assai preoccupati per la crisi istituzionale causata dall’irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre gli interessi personali alle condizioni del Paese. L’incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni sulla nostra economia e rischia di far aumentare la pressione fiscale sul lavoro e sulle pensioni'. Così agguerriti Cgil, Cisl e Uil oggi pomeriggio tornano in piazza - con presidio davanti alla Prefettura di Bologna, in piazza Roosvelt – per ribadire che occorre una buona legge di stabilità che inverta le scelte recessive compiute in questi anni. E la mobilitazione continua anche nel weekend, durante il quale saranno approntate operazioni di volantinaggio nelle piazze e nei punti di maggiore incontro dei cittadini per sensibilizzare sul tema.

"Non si può immaginare un’uscita dalla crisi - scrivono i sindacali in un comunicato congiunto -  senza puntare sul lavoro e sulla buona occupazione. Per questo serve un vero Governo del Paese, capace di compiere le scelte necessarie a rispondere alle richieste del mondo del lavoro".
In ragione di ciò, i sindacati chiedono che la legge di stabilità preveda un’effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati; una riduzione fiscale alle imprese collegata agli investimenti e all’occupazione e il completo finanziamento della cassa integrazione in deroga e la definitiva soluzione al problema degli esodati e dei precari della Pubblica amministrazione, della scuola e della ricerca.

I sindacati in piazza: "Incertezza Governo, ripercussioni sul lavoro"

"È essenziale - spiegano - che la legge di stabilità determini una riduzione del livello di tassazione, non solo in nome della giustizia fiscale, ma per la necessità di rilanciare investimenti, consumi e occupazione che non possono crescere se si accentua l’impoverimento di lavoratori e pensionati. È, inoltre, irrinunciabile che la legge di stabilità compia scelte di politica industriale e di investimenti, senza le quali le grandi imprese di rete fondamentali per lo sviluppo, come Telecom e Alitalia, e grandi gruppi industriali, come Finmeccanica e quelli siderurgici, perdono la loro funzione e rischiano di essere svenduti."

Infine, secondo i sindacati è cruciale il nodo della spesa pubblica: 'abbandonare la dannosa logica dei tagli lineari e realizzare, invece, un vero riordino istituzionale e una riduzione della spesa corrente attraverso i costi standard, avviando un processo contrattuale di riorganizzazione della pubblica amministrazione."

"Affinché non continui quello stato di ingovernabilità del Paese - chiosano Cgil, Cisl e Uil, occorre che il Parlamento cambi la legge elettorale, ridando ai cittadini la possibilità di scegliere, superando la logica personalistica della politica e ricostruendo un clima di fiducia nelle istituzioni della Repubblica."

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