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Cronaca / Centro Storico / Via d'Azeglio

Starbucks in città, Lepore: "Senza il decreto Unesco magari si sarebbe comprata mezza via"

Il sindaco difende l'arrivo della multinazionale in via D'Azeglio dove prima c'era la Mondadori: "Sono entrambe due catene, non vedo grandi differenze"

Senza il decreto Unesco, che limita l’insediamento di nuove attività commerciali di particolari tipologie nel centro storico, “Starbucks non sarebbe certo un piccolo negozio al posto della Mondadori, ma magari si sarebbe comprata mezza via”. A dirlo è il sindaco Matteo Lepore che prova a spegnere sul nascere le polemiche nate sui social e provenienti anche dal centrodestra, riguardo alla nuova apertura della catena multinazionale in via D’Azeglio 34. Lo sbarco in città di Starbucks è stato annunciato ieri dalla giunta ed è una delle 16 deroghe al cosiddetto “regolamento Unesco” che il Comune ha concesso per l’apertura di nove nuove attività commerciali in centro storico (le altre sette sono modifiche a realtà già esistenti).

La città divisa tra pro e contro

Da un lato la notizia ha fatto esultare le associazioni di commercianti, convinte che con Starbucks crescerà il valore del centro storico, dall’altro ha fatto storcere il naso a Fdi e Lega perché, a loro avviso, andrà a indebolire le altre attività già presenti. Sui social, non mancano operatori commerciali, come il ristoratore ed ex consigliere regionale del M5S Giovanni Favia, che criticano la discrezionalità dell’amministrazione comunale nell’ammettere in deroga alcuni progetti anziché altri. Lepore dal canto suo oggi difende la scelta, facendo notare come la Mondadori fosse “chiusa da tempo”, e che lo store di una delle più grandi aziende editoriali italiane fosse “una catena quanto Starbucks”. Insomma, in questo cambio “non vedo grandi differenze” dice il sindaco. A suo avviso, inoltre, gli effetti benefici del regolamento comunale per il centro cittadino ci sono stati.

Starbucks divide la politica ma unisce i commercianti 

La Regione: "Bologna si conferma città internazionale"

“In questi due anni – ha aggiunto – abbiamo per la prima volta autorizzato delle nuove aperture con queste nove licenze, quindi credo che il segno del contingentamento del decreto Unesco ha funzionato”. Inoltre, rivendica Lepore, "Bologna è l'unica città in Italia ad avere una delibera salva-cinema in centro storico e una delibera salva-librerie ed è il motivo per cui è una delle poche città in Italia ad avere ancora cinema che non solo rimangono in centro storico ma che addirittura aprono, perché nei prossimi mesi inaugureremo un nuovo cinema come il Modernissimo", e lo stesso si può dire "per le librerie, penso a quelle che sono negli spazi di proprietà del Comune, la Stoppani e la Nanni, che abbiamo recentemente salvaguardato con una delibera”. A promuovere la scelta del Comune di aprire le porte della città a Starbucks c’è anche la Regione. "Saluto con piacere questa bella novità perché nelle grandi capitali e città europee Starbucks è presente.  È un'ulteriore dimostrazione del percorso che la città di Bologna ha fatto, si conferma sempre di più una grande città di rango internazionale”, dice l’assessore regionale al Turismo e Commercio Andrea Corsini.

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