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Lavoro, Camusso a Bologna: 'Donne non siamo fantasmi, ma lavoratrici'

Così la leader di Cgil ha incitato le lavoratrici ad far partire da loro la riforma del mondo del lavoro. Sul reintegro tace: 'Non vorremmo trovarci sorprese come in altre occasioni"

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, ieri ospite del cinema Europa di Bologna per la proiezione, in anteprima nazionale, del documentario 'A casa non si torna', che racconta le storie di sei donne che fanno lavori maschili, con un cameo di Franca Rame. Con l'occasione la sindacalista ha ricordato lo stereotipo per cui le donne, una volta assunte, possano avere molte distrazioni familiari. "Se si assume una donna si teme infatti che possa commettere dei tragici reati: si sposerà, farà un figlio, si occuperà di lui e quindi non sarà più concentrata sul lavoro, bensì su cosa dovrà preparare per cena. Questo indica chiaramente uno stereotipo" contro cui, secondo Camusso, c'é bisogno di fare una legge vera contro le dimissioni in bianco. "In fondo le dimissioni in bianco sono nate esattamente per questo scopo", ha concluso.

Prima del film, la Camusso rivolgendosi alle tante donne tra il pubblico, ha lanciato un appello: "Proviamo ad avere la nostra teoria sul lavoro, perché finora è stato a immagine e somiglianza degli uomini, per quanto riguarda la diponibilità di tempo, la carriera e la competitività". E ha concluso: "Non siamo più fantasmi, ma lavoratrici che pretendono di dire come si può organizzare ed esercitare il lavoro". La sindacalista ha rivolto infine un pensiero ai lavoratori del cinema Europa che ha distribuito volantini perché a rischio chiusura: "Quando si vuole chiudere spazi culturali le vertenze hanno un valore aggiunto. A me terrorizza un po' l'idea che il nostro avvenire dobbiamo passarlo nei centri commerciali".

La leader di Cgil, sentita dai cronisti, non ha commentato neppure l'ipotesi di reintegro prevista per i licenziamenti economici dalla riforma del lavoro. "Sono questioni giuridiche precise, e come sono scritti i testi diventa importante. Permetteteci - ha continuato rivolta ai giornalisti - che ci riserviamo di dire cosa ne pensiamo quando abbiamo un testo". Ai giornalisti che la incalzavano, Camusso ha ribadito: "Non vorremmo ritrovarci sorprese come abbiamo trovato in altre occasioni".




 

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