Titan Crespellano, 193 a casa: 'giornata di lotta', lavoratori in marcia verso Unindustria
"Non è accettabile - dicono i lavoratori - che Unindustria assecondi le multinazionali anche quando annunciano scelte dannose per il territorio". Parte interrogazione al Mise, Paglia: "Capire se non si tratti di un primo passo verso la delocalizzazione in Paesi ritenuti più vantaggiosi"
La FIOM di Bologna, unitamente alla RSU Titan dello stabilimento di Valsamoggia (Crespellano) ha indetto per la giornata di giovedì 23 ottobre uno sciopero con manifestazione a Bologna per contestare la scelta della Titan di chiudere lo stabilimento, avviando una procedura di mobilità (licenziamento collettivo) per tutti i 193 dipendenti dell'azienda.
La manifestazione - spiegano gli organizzatori - "ha l'obiettivo di richiamare l'associazione degli industriali a svolgere un ruolo attivo nella difesa delle produzioni, della professionalità e dell'occupazione nel nostro territorio. Non è infatti accettabile che Unindustria assecondi, ai vari tavoli di trattativa, le multinazionali anche quando queste annunciano scelte dannose per il territorio e le comunità locali".
La "giornata di lotta di giovedì inizierà al mattino con i presidi ai cancelli dello stabilimento Titan di Valsamoggia" e poi vedrà i lavoratori spostarsi con i pullman a Bologna dove i lavoratori raggiungeranno la sede di Unindustria Bologna partendo dalla piazza del Tribunale.
La FIOM e la RSU Titan di Crespellano hanno nel frattempo scritto a tutte le Istituzioni interessate (Regione, Provincia, Consiglio metropolitano, Comuni) per chiedere l'immediata convocazione di un incontro di discussione per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti e in grado di tutelare e dare risposte a tutti i 193 lavoratori della Titan di Crespellano.
INTERROGAZIONE AL MISE. Intanto, l'on. Giovanni Paglia, capogruppo SEL in commissione Finanze alla Camera dei deputati, fa sapere di aver presentato un'interrogazione urgente al MISE (il ministero dello Sviluppo Economico presieduto dalla modenese Federica Guidi) per chiedere cosa il Governo "intenda fare a tutela del mantenimento di posti di lavoro, di professionalità acquisite, di presidio di un settore significativo" nonché "quali iniziative intenda prendere nei confronti di Titan, e come intenda garantire il diritto dei lavoratori di presidiare con le forme di lotta ritenute più opportune la propria condizione occupazionale".
"Sui giornali - continua Paglia - troviamo la posizione di Titan Italia Spa che giudica "inevitabile" il licenziamento collettivo di quasi 200 persone per mutate condizioni del mercato europeo, peccato che, come ricostruisco nella mia interrogazione, queste stesse motivazioni contrastino con quanto dichiarato dalla multinazionale americana Titan Inc. (che controlla Titan Italia e altre società) "in termini di andamento del mercato globale"; multinazionale che nell'ultimo triennio, per inciso, ha visto moltiplicare il suo fatturato". Insolla l'intento dell'interrogazione è quello di "vederci chiaro per capire se non si tratti piuttosto di un primo passo verso la delocalizzazione in Paesi ritenuti più vantaggiosi sul piano dei costi come la Turchia - conclude l'on. Paglia - e chiediamo pertanto che il Governo vada fino in fondo nella faccenda, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori".