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Covid e viaggi. All'estero sì, in Italia no: "Un corto circuito legislativo. Più a rischio le città che mare e montagna"

"Siamo pieni di camere vuote - spiega il Presidente di Assoturismo Emilia-Romagna Filippo Donati - mentre la confusione dilaga, amplificata dalle fake-news. Siamo disperati e lo dico con il cuore in mano"

Un paradosso per molti che sia possibile già per le vacanze di Pasqua fare turismo all'estero e non potersi spostare fra le regioni in Italia. La categoria degli albergatori non comprende e la frustrazione cresce (così come le polemiche) nonostante ci sia stata un'integrazione al provvedimento del ministro della Salute Roberto Speranza che prevede l'obbligo per chi rientra dall'estero di un tampone molecolare, di 5 giorni di quarantena e di un nuovo tampone antigenico: "Parlare di quarantena da 5 giorni suona già strano e la sensazione è che si sia di fronte a un corto circuito legistativo" commenta Filippo Donati, presidente Assoturismo Emilia-Romagna. 

Covid e crisi del settore alberghiero: la situazione diventa sempre più difficile

"Siamo disperati e lo dico con il cuore in mano. La confusione sulla possibilità di viaggiare fuori dall'Italia e il divieto di spostarsi fra regioni con questa 'toppa' della quarantena da pochi giorni è cresciuta ancora di più. Queste disposizioni hanno provocato una sollevazione della filiera del turismo ed è sembrato che anche il presidente Stefano Bonaccini e l'assessore Andrea Corsini siano un po' caduti dalle nuvole. Noi di Assoturismo e Assohotel abbiamo chiesto di non introdurre nuove restrizioni, ma di definire un percorso a tempi brevi che possa garantire tutta la sicurezza necessaria. Quello che è stato fatto in altri Paesi ci conferma che è possibile. E' abbastanza assurdo pensare di non poter andare a Palermo da un'altra città di Italia, ma potervici arrivare con un volo da Bologna a Monaco e poi da Monaco in Sicilia. Adesso facciamo davvero fatica a capire la ratio e trovare un filo logico". 

Un fallimento della politica dunque? Una proposta sensata che consentirebbe al vostro settore di risollevarsi?

"Un fallimento politico e del sistema regionale. Molto dipenderà dalle decisioni che verranno prese sulla mobilità e c'è tanto scoraggiamento soprattuitto fra chi ha la propria attività in città. Incerta l'estate anche per gli albergatori di località marittime e montane, dove però c'è un po' più di ottimismo. La risposta sta nei vaccini: bisogna accelerare e aumentare le dosi. Ne usciremo solo così". 

Viaggi all'estero consentiti: "Basta un tampone e la prenotazione. Via libera nei Paesi UE"

Sappiamo che per voi albergatori i costi di gestione sono aumentati, fra dispositivi di sicurezza e sistemi di igienizzazione ad ogni check-in e questo probabilmente non consentirà dei prezzi molto competitivi rispetto ad alcuni altri Paesi dove magari le cose sono andata un po' meglio, anche in termini di ristori e sostegni al settore. Temete la concorrenza dell'estero? Come è andata con i bonus vacanza? Come riproporli in maniera più efficiente? 

"All'estero i nostri colleghi (che diventano così competitor) sono più in forma di quanto lo siamo noi grazie a sistemi che hanno funzionato meglio rispetto ai nostri. E parlo anche della Grecia, per fare un esempio che faccia riflettere più di un altro più prevedibile in un confronto impari. Questi Paesi hanno avuto modo di fare programmazioni e non sono andati avanti come noi, quindici giorni alla volta, navigando a vista per un anno intero. Tutto questo potrebbe quindi mettere le strutture estere nella condizione di fare delle offerte allettanti per i clienti. Noi crediamo in ogni caso che la strada dei prezzi discount sia un vicolo cieco per la categoria. Siamo più per la qualità. 

Sul tema bonus vacanza ci sarebbe molto da dire, in primis che sarebbe meglio poter decidere di spendere quei 500 euro non tutti in una volta, ma distribuendoli in più occasioni (weekend invece che intera settimana al mare). Poi in realtà questo strumento è stato utilizzato pochissimo anche perchè le categorie competenti sono state sì convocate, ma ascoltate ben poco: speriamo che le risorse accantonate possano venire impiegate con le giuste modifiche". 

Se ci saranno turisti, questi saranno più poveri?

"Non necessariamente in effetti. Molte categorie (quelle da posto fisso) dopo questo lungo periodo di stop avranno più risparmi, ma quello che temiamo è che la gente non torni a girare". 

Quali aiuti avete avuto e quali no? Quale il vostro stato d'animo?

"Quello che ci domandiamo è come è possibile che non sia venuto in mente a un solo sindaco di azzerare la tassa dei rifiuti quando di rifiuti non ne produciamo e i nostri cassonetti sono vuoti come le stanze delle nostre strutture. A nessuno poi è venuto in mente di toglierci anche solo i costi fissi, che abbiamo tirato fuori per nulla in cambio intaccando le riserve economiche. Iva e accise? Senza quelle sarebbe tutto diverso (vigilando naturalmente)". 

Sull'ipotesi di ospitare clienti vaccinati cosa pensate?

"Prima di tutto ci piacerebbe che il nostro staff fosse vaccinato per diventare rifugi sicuri. Non possiamo differenziare i clienti vaccinati e quelli non vaccinati. Possiamo chiedere a chi entra nei nostri alberghi di indossare la mascherina, di igienizzarsi le mani, di rispettare i distanziamenti". 

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