"Case della Memoria": un itinerario alla scoperta delle dimore dei personaggi illustri
La Regione Emilia-Romagna aderisce al progetto dell'associazione nazionale Case della memoria, che il 2 e il 3 aprile permetterà di visitare le abitazioni di una serie di personaggi illustri che hanno lasciato un'eredità nella cultura. "Vedere i luoghi della vita quotidiana aiuta a capire meglio gli artisti" ha detto Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura. E a Bologna cosa c'è da scoprire?
Atelier di Tullio Vietri - Bologna
L’Atelier di Tullio Vietri (Oderzo, 23.01.1927- Bologna 23.04.2016) si trova a Bologna in via Saragozza 135. È stato il suo rifugio, intimo e quasi impenetrabile. Un luogo di lavoro, un laboratorio e un deposito dove negli anni si accumulano giornali, riviste, pennelli, colori a tempera, acrilici, vernici, colla, puntine, chiodi, martelli, materiali di recupero, pannelli di faesite, fogli di carta e gli oggetti più disparati insieme a documenti d’archivio, disegni e dipinti accatastati gli uni sugli altri. È qui che, tra il 1995 e il 2008, Vietri dipinge e raccoglie la stragrande maggioranza delle sue opere e dove continua incessantemente a produrre finché gravi difficoltà di deambulazione gli impediranno di raggiungerlo. Dal 2010 si susseguono progressive risistemazioni volte a salvaguardare opere e locali. Nel 2017 poi, in esecuzione delle volontà testamentarie di Vietri, il Comune di Oderzo preleva le opere pittoriche e grafiche che insieme ad archivi e libri andranno a costituire il progettato centro di documentazione. L’atelierperò resta intatto con tutti i suoi arredi e gli strumenti di lavoro: i cavalletti con gli ultimi dipinti ancora fissati con le puntine da disegno, barattoli di colore e di colla, tanti pennelli ancora intrisi di colore, il tavolo da disegno. Una realtà nell’insieme ancora capace di parlare dell’artista, una realtà che la figlia Silvia e la moglie Anna Maria hanno deciso di mantenere e rivitalizzare.
È stata quindi collocata nello studio la maggior parte della collezione privata, sulle pareti sono stati esposti i quadri già montati, sugli scaffali sono stati collocati centinaia di fogli messi da parte negli anni per la famiglia e anche qualche cartella di grafica sempre conservata nell’abitazione dell’artista è andata a ricostruire l’ambiente insieme ad un piccolo gruppo di dipinti a olio della giovinezza gelosamente custoditi tra le cose di casa. Nell’ atelier è stata portata anche la grande scrivania che per anni era stata in biblioteca, insieme alla macchina da scrivere su cui Anna Maria batteva sotto dettatura i testi del marito. Infine i cataloghi degli artisti recensiti nella rivista, dei contemporanei di cui aveva visitato le mostre o semplicemente di quelli più vicini per amicizia o per conoscenza personale. Qualche mobile di casa completa l’ambiente che pur non essendo più quello di Vietri vivente, restituisce comunque un’immagine veritiera dell’uomo, dell’artista e dell’operatore culturale.
Casa Morandi a Grizzana Morandi
Casa Morandi è stata costruita alla fine degli anni ’50 ed è diventata Museo quando Maria Teresa Morandi, la sorella più giovane, la donò al Comune di Grizzana ( morì nel 1994 proprio in questa casa) a condizione che venisse mantenuta nello stesso stato in cui si trovava e che fosse resa disponibile ai visitatori. Oggi è un piccolo museo dove tutto è rimasto come è stato lasciato, compresi gli oggetti e i ricordi di famiglia, le immagini devozionali alle pareti, gli abiti negli armadi, i mazzi di cartoline tra cui una inviata da Sandro Pertini nel 1960, i pennelli, i tubetti di colore, le caraffe e i barattoli. La casa a due piani è stata progettata tenendo come punto di riferimento la casa di fronte, casa Veggetti, dove la famiglia Morandi venne ospitata a partire dal 1913. Il paesaggio a lui caro era lì a due passi: bastava aprire la finestra per inquadrare i fienili del Campiaro e i boschi. Giorgio Morandi (1890-1964) aveva tre sorelle: Anna, Dina, Maria Teresa. Il primo soggiorno a Grizzana si deve al fatto che la sorella Anna nel 1913 si ammalò e il medico consigliò un soggiorno in un luogo dove l’aria fosse “buona”.
I Veggetti, che erano vicini di casa dei Morandi a Bologna, li invitarono così a trascorrere quell’estate nella loro casa di Grizzana. La sorella migliorò e Giorgio si innamorò di questo paesaggio. Di conseguenza tornarono nelle estati successive (sempre ospite dei Veggetti) salvo qualche parentesi in altre località vicine. Si trattava di permanenze lunghe: essendo una famiglia di insegnanti, potevano rimanere a Grizzana da giugno a settembre.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1943 e il 1944 passarono a Grizzana un anno da sfollati pensando di trovare la situazione più tranquilla rispetto alla città. In realtà la ferrovia Direttissima fu oggetto di pesanti bombardamenti e nel luglio 1944 accaddero gli eccidi ( Piandisetta e Bolzo) anticipatori della strage di Monte Sole. Così i Morandi ai primi di settembre tornarono avventurosamente a Bologna.
Dopo la guerra non tornarono per alcuni anni, ma il richiamo di Grizzana era troppo forte. Decisero di costruire la loro casa acquisendo alla fine degli anni ’50 il terreno, appartenente alla famiglia Veggetti, dove l’artista preferiva dipingere.
Anche se all’epoca in cui fece costruire la casa Morandi era già molto famoso (aveva ottenuto la cattedra di “Tecniche dell’incisione” all’Accademia di Belle Arti di Bologna per “chiara fama”) e avrebbe potuto permettersi un’abitazione molto più lussuosa, la volle esattamente così, molto semplice ed essenziale come gli oggetti che amava dipingere.
All’interno di casa Morandi di particolare interesse sono la biblioteca, lo studio e la camera da letto. La biblioteca suggerisce le preferenze letterarie e molti volumi contengono dediche degli autori a Giorgio e alle sorelle a testimonianza di frequenti contatti con rilevanti personalità del mondo della cultura. Alle pareti, riproduzioni fotolitografiche di alcuni suoi acquerelli. Interessante notare i vasi delle forme tipiche amate dal pittore e, dentro alla credenza, i bicchieri e le bottiglie conservati esattamente come allora. La sala da pranzo come già la biblioteca mostra arredi essenziali nella sua eleganza. Su un mobile il ritratto di Giorgio, Anna e Dina, oggetti, conchiglie e ancora libri e riviste che parlano dell’artista.
Al piano terra la camera da letto delle sorelle e la cucina dove troviamo ancora gli oggetti quotidiani della famiglia. Al piano superiore, troviamo una seconda camera da letto delle sorelle con gli armadi che custodiscono i vestiti e la biancheria originali e la stanza da letto di Giorgio e lo studio. A differenza della casa bolognese, qua studio e camera sono separati. La camera dell’artista, come tutta la casa, testimonia la semplicità della sua vita ( solo il tavolino è un’intrusione, messo dalle sorelle per recuperare spazio in una casa che ha spazi essenziali). Vi troviamo un letto stranamente piccolo per un uomo alto come lui e sotto il materasso una lastra di rame ancora da incidere. Dentro al cassetto della scrivania, troviamo i suoi pennelli ( alcuni con le punte tagliuzzate per ottenere un effetto particolare nelle pennellate ), i colori ad olio ( di marca Windsor & Newton, provenienti da Londra), un libro di Giotto e uno di Masaccio, le sigarette e un portamonete.
Lo studio-laboratorio conserva gli strumenti del lavoro quotidiano dell’artista e molti oggetti (vasi, barattoli e brocche) fonte di ispirazione e “soggetti” di famose nature morte dai colori tenui, spesso “gessati”, illuminati da una luce impalpabile. E’ rimasto inalterato dall’ultima estate grizzanese di Morandi, nel 1963. Troviamo cornici, tele e pennelli, in angolo un cavalletto da passeggio con la borsa dei colori e il cavalletto da studio disposto alla luce delle finestre dalle quali Morandi ritraeva i Fienili, le case della Sete e di Lilame.
Interessante notare i vasetti di Ovomaltina, che Morandi rielaborava dipingendoli prima di utilizzarli per le sue nature morte, certamente affascinato dallo loro forma molto semplice ed essenziale. Al piano seminterrato, nel garage, e’ conservata l’auto FIAT 850 grigia della famiglia. Ora, completamente restaurata, è esposta nel giardino della Casa. Nei dintorni della casa-museo si trovano molti dei luoghi immortalati nei Paesaggi di Morandi ed è ancora possibile percorrere l’itinerario seguito dall’artista nei diversi appostamenti nel verde, possibilmente al riparo da sguardi indiscreti. Usciva al mattino presto con tutto l’occorrente per disegnare e dipingere incamminandosi per strade imbiancate dalla polvere e sentieri appartati.