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Diritti LGBT: Palazzo del Podestà si illumina con i colori arcobaleno

Lo ha deciso il Comune di Bologna in segno di condanna dopo l'inchiesta del giornale Novaya Gazeta che ha diffuso immagini e testimonianze su torture verso persone gay arrestate in Cecenia

Questa sera dalle 20 alle 22 il Palazzo del Podestà si illuminerà con i colori arcobaleno. Lo ha deciso il Comune di Bologna in segno di condanna dopo l'inchiesta del giornale indipendente Novaya Gazeta che ha diffuso immagini e testimonianze su torture verso persone gay arrestate arbitrariamente e detenute in “campi di concentramento” in Cecenia, repubblica appartenente alla Federazione Russa.

“Queste notizie sono gravissime e ci riportano a fatti storici che mai vorremmo rivivere  – spiega l'assessore alle Pari Opportunità e ai diritti LGBT Susanna Zaccaria - dobbiamo far sentire la nostra voce e attuare una mobilitazione a partire anche dalla nostra città, simbolo di libertà, tolleranza e rispetto dei diritti.”

“Il tema della difesa dei diritti ci coinvolge in prima persona e per questo oggi ho deciso di esporre i colori arcobaleno della bandiera della pace alla finestra del mio ufficio in Comune - dichiara la presidente della Commissione pari opportunità Roberta Li Calzi - le istituzioni hanno il dovere di non lasciare solo nessun essere umano”. 

Sul tema, Amnesty International ha lanciato un appello con raccolta firme: "Il 1 aprile il Novaya Gazeta, quotidiano indipendente russo, ha riportato che oltre cento uomini sospettati di essere omosessuali erano stati rapiti nei giorni precedenti, nell’ambito di una campagna coordinata. A quanto si dice, gli uomini sono stati torturati o comunque maltrattati e costretti a svelare l’identità di altre persone LGBTI a loro note. Novaya Gazeta ha affermato di aver verificato le informazioni su almeno tre uomini che sono stati uccisi dai loro carcerieri, anche se affermano che in base alle loro fonti ci sono stati molti altri omicidi.

Pare che alcuni degli uomini rapiti siano stati riconsegnati alle loro famiglie, probabilmente perché i loro rapitori non hanno confermato il loro orientamento sessuale, ma essi rimangono in grave pericolo a causa dell’intolleranza omofobica locale. Membri dell’Ong Russian LGBTI network hanno confermato queste informazioni e hanno creato una linea telefonica diretta per offrire aiuto a coloro che potrebbero star cercando protezione al di fuori della regione.

Le reazioni dei funzionari ceceni a queste notizie variano dalla negazione (per esempio da parte di Alvi Karimov, portavoce del leader ceceno) al ritenerle false, a ulteriori velate minacce. Il 3 aprile Dimitry Peskov, addetto stampa dell’Amministrazione Presidenziale Russa, ha annunciato che il Ministero degli Interni stava “verificando le informazioni sulla presunta persecuzione di uomini con orientamento non-tradizionale”.

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