Musica e preghiera nel Vangelo secondo De Andrè
La Rete Loyola canta la rivoluzione di Gesù e il desiderio di cambiare direttamente da La buona novella.
Dai Vangeli a La buona novella di De Andrè il passo è breve. Secoli di storia allontanano questi testi eppure, tra rivoluzioni di ieri e involuzioni di oggi, De Andrè riprende in mano i testi sacri considerandoli "il più bel libro d'amore che si sia mai scritto. Ci sono molti punti di contatto con l'ideologia anarchica". Con queste parole negli anni '70 spiegava La buona novella. E sabato 10 maggio alle 21 presso il Centro Poggeschi (via Guerrazzi, 14) i giovani della Rete Loyola presenteranno un concerto live di questo quarto disco e concept album in cui il cantautore ligure si mostra appassionato testimone del Vangelo, la buona notizia racchiusa nella storia della vita di Gesù.
Come sarà organizzata la serata? Quanti e quali i momenti caratterizzanti?
Il centro della serata sarà il concerto live della "Buona Novella" di Fabrizio De Andrè. Ascolteremo nella sua interezza il quarto LP del famoso artista genovese. L'opera originaria è un vero e proprio romanzo basato sulla vita di Gesù Cristo di Nazaret e sulla storia raccontata dai vangeli apocrifi. Seguirà un momento di condivisione, di confronto, oserei dire "umanizzazione", in cui ognuno potrà liberamente esprimere ciò che ha provato, sentito, gustato interiormente. Sarà una sorta di teatro nel teatro in cui ogni partecipante potrà raccontarsi, diventando lui stesso protagonista alla luce della narrazione del vangelo secondo De Andrè. Vi sorprenderà l'ospite d'onore che abbiamo scelto per aprire la serata... Venite e Vedete!
Da dove nasce l'idea di una serata su De Andrè?
Credo che Fabrizio De Andrè sia testimone autentico e appassionato del Vangelo, della buona notizia per ogni uomo racchiusa nella narrazione degli eventi della vita di Gesù Cristo. In un certo senso, credo che sia un profeta dei nostri tempi. In un mondo che sembra sempre più allontanarsi da qualsiasi ricerca di senso e spiritualità, la buona novella riesce dove molti falliscono: "restituire l'uomo al suo creatore".
Quali saranno i punti del suo mondo concettuale e musicale che approfondirete?
Per rispondere a questa domanda non posso che citare le parole di De Andrè che, descrivendo la buona novella come una delle sue opere meglio riuscite, disse: "I Vangeli Apocrifi, diceva De André, sono una lettura bellissima. Io considero il Vangelo, anche quelli scritti dai quattro evangelisti ufficiali, il più bel libro d'amore che si sia mai scritto. Ci sono molti punti di contatto con l'ideologia anarchica. Ho scritto queste canzoni in pieno sessantotto e resto convinto che abbiano una forte carica rivoluzionaria. Con la buona novella ho voluto dire ai miei coetanei di allora: guardate che le nostre stesse lotte sono già state sostenute da un grande rivoluzionario, il più grande della storia. Gli insegnamenti di Cristo: abolizione delle classi sociali e dell'autoritarismo, e creazione di un sistema egualitario. Gesù ha combattuto per una libertà integrale, piena di perdono… Il perdono è un elemento straordinario".
Oggi sembra che ci sia tanto bisogno di una "buona novella". Secondo te non manca, invece, la volontà di interiorizzare e credere davvero in quella che l'uomo da 2000 anni ormai ha già? De Andrè non ce lo suggerisce?
Credo che, nonostante le tante contraddizioni del nostro tempo, l'uomo abbia un grande desiderio di Dio. La grande sorpresa per noi oggi è riscoprire un tesoro nascosto che è dentro il cuore di ciascuno di noi. Troppe volte e per troppo tempo la narrativa che abbiamo ricevuto e donato del Vangelo è rimasta lontana dalla gente, dalla vita di ognuno. L'opera di fabrizio De Andre è come una sorta di esorcismo dalle false immagini che abbiamo di Dio, una liberazione sempre più urgente per chi aspira a trovare nell'uomo Gesù un'umanità nuova e liberata.