"Yo la tengo" in concerto a Bologna
Venerdì 30 ottobre appuntamento all'Antoniano... Hanno da poco celebrato il trentesimo anniversario come una delle band più amate e influenti dell’indie rock: sono gli americani "Yo la tengo" e arrivano a Bologna nell’ambito del tour mondiale partito il 23 settembre da New York. Scovare tesori nascosti nella cantina dell’indie rock è il passatempo preferito di Yo La Tengo. Dal rock al pop degli anni 60 passando per il country, il folk, il grunge, il punk per finire al soul. Sono gli Yo La Tengo, alfieri e innovatori del rock che da oltre 30 anni esplorano tutte le possibili direzioni musicali riuscendo sempre a rimanere se stessi, incarnando perfettamente l’emblema dell’alternative rock americano.
La band del New Jersey che dal 1984, insieme al successo di pubblico, raccoglie il raro plauso unanime della critica musicale mondiale, ha da poco inciso un nuovo disco: “Stuff Like That There”, pubblicato il 28 agosto scorso. L’album è una sorta di richiamo al proprio passato, contiene infatti sia versioni ri-registrate di propri brani che cover di altri artisti, fra gli altri: Cure, Hank Williams, the Parliaments, Sun Ra, the Lovin’ Spoonful, Darlene McCrea, esattamente come fecero nel 1990 nello storico album “Fakebook”.
Per questa occasione, il trio composto da sempre da Ira Kaplan, Georgia Hubley e James McNewe, ritorna ad essere un quartetto come agli esordi: il chitarrista Dave Schramm si è ricongiunto alla band che avrà quindi sul palco dell’Antoniano una formazione così composta: Ira alla chitarra acustica, Georgia in prima fila con una batteria ridotta all’essenziale, James al basso e Dave alla chitarra elettrica, dopo oltre 20 anni di assenza.
Il nome spagnolo deriva dalla passione di Kaplan per il baseball (Yo La Tengo è infatti l'espressione spagnola tipica del ruolo dell'esterno per dire: Ho la palla) e fu ispirato da un episodio successo durante una partita dei New York Mets del campionato 1962 quando il giorcatore Richie Ashburn, per evitare lo scontro col compagno di squadra, il venezuelano Elio Chacón (che non capiva ancora molto l'inglese), dovette gridare la frase "¡Yo la tengo!" (ce l'ho!) invece dell'usuale "I've got it".