Al Teatro del Navile lo spettacolo "Copenaghen"
Il 2 febbraio al Teatro del Navile lo spettacolo "Copenaghen".
COPENAGHEN
Di Michael Frayn
Regia
Maurizo Tonelli
Cast
Bhor – Massimiliano Messere
Heisenberg – Maurizio Tonelli
Margrethe – Patrizia Angelone
Tecnico – Paola Perrone
Trucchi – Patrizia Angelone
Costumi e scenografie – Modesta Compagnia dell’Arte
Produzione – Modesta Compagnia dell’Arte
Sinossi
Settembre, 1941, Copenaghen: un punto determinante sulla linea del tempo.
Due scienziati-amici (Niels Bohr e Werner Heisenberg) hanno un incontro che molto probabilmente avrebbe potuto cambiare i destini della Seconda guerra mondiale e di conseguenza gli assetti del mondo. Quest’avvincente pièce ricostruisce l’andamento di un colloquio di decisiva importanza, dispiegando nelle pieghe del testo il famoso principio di indeterminazione del premio Nobel per la Fisica (Heisenberg), in un “altrove” narrativo al bivio tra Scienza, Storia e ingegno letterario. La moglie di Bohr, Margrethe ha il compito di restituire la palpabile convivenza del principio fisico dell’indeterminazione nella labile connivenza dell’indeterminazione tra fatti, commenti sui fatti, Storia della scienza, Etica e Potere. Sarà lei a conferire agli eventi storici un’umanità sorprendente, mostrando in modo visibile, ancora una volta, il concetto che la guerra è comunque e sempre una sconfitta per tutti.
Note di regia:
Prima di ogni informazione di carattere generale sulla nostra compagnia teatrale e sulle intenzioni che sorreggono il nostro progetto, ci preme raccontarvi la trama e il perché abbiamo deciso di mettere in scena questo testo che riteniamo possa avere una buona presa sugli spettatori, dati i temi storici trattati, di un’attualità a tratti sconvolgente, e l’arrangiamento narrativo con cui vengono orchestrati. Il testo è frizzante, colto, al contempo accattivante e ricco di spunti di riflessione.
Questa pièce teatrale, scritta nel 1998, ha come protagonisti i due fisici, premi Nobel: Niels Bohr e Werner Heisenberg. Nell’autunno nel 1941 la Danimarca è occupata dall’esercito nazista e Hitler è alla ricerca dell’arma definitiva. Il fisico Werner Heisenberg, uno dei più prestigiosi fisici tedeschi, fa visita al suo antico maestro, il danese Niels Bohr: la ricostruzione di questo colloquio è il nerbo del testo. I due fisici sono nemici, le loro patrie sono in guerra ma condividono un’amicizia fortissima che li lega al di là della nazionalità: ad unirli la passione per la ricerca, l’amore per la scienza, la loro vocazione per la sperimentazione. L’unica testimone di questo evento, di questo incontro epocale che avrebbe potuto cambiare i destini della Seconda Guerra mondiale e quindi gli assetti del mondo, è la moglie di Bohr: Margrethe; la sua umanità, il suo intuito femminile giocano un ruolo fondamentale: grazie a lei, la narrazione esce dal solco del racconto storico e la drammaturgia si arricchisce sapientemente di elementi narrativi meno didascalici (seppure molto coinvolgenti) ed estremamente accattivanti: l’intreccio storico incontra una fabula che lambisce e tocca alcuni temi che ci sembrano importanti e molto formativi.
Innanzitutto la pièce ha come movente narrativo l’incontro di due personalità storiche importanti come Heisemberg e Bohr, la loro aura è misteriosa, enigmatica così come è misterioso ed enigmatico il loro incontro, il loro colloquio; il testo mostra con dovizia la genialità delle menti dei due fisici, la caparbietà e l’ambizione che li muove ma non solo: ad emergere è anche la loro vanità, il sapere di avere potere sui destini del mondo e della guerra, il volere che li muove e il dovere di farlo.
Come prima istanza ci pare che il testo sia molto interessante dal punto di vista meramente storico: i due fisici sono strepitosi, la loro caratterizzazione li rende simpatici ma l’aspetto veramente geniale di questo testo è l’andamento probabilistico con cui il narratore mostra le congetture storiche per cui e con cui questo fantomatico incontro sarebbe avvenuto: tutta la narrazione s’incentra sulla ricostruzione possibile di quel colloquio, i cui contorni saranno sempre congetturali come gli esperimenti scientifici. Questo sodalizio scientifico, questo incontro tra menti geniali è una nebulosa: di quali particelle microscopiche è fatta? Quale fu il contenuto di quell’incontro? Dov’è la verità? Probabilmente la mozione del testo è proprio questa: tentare sperimentalmente per prove ed errori di costruire la verità.
Ma non solo, la pièce è interessante per almeno altri due motivi. Il primo coinvolge la relazione tra Scienza e potere: quanto si può alzare l’asticella della ricerca? Chi lo decide? Chi orchestra il genio? Qual è il terreno comune su cui la scienza e il potere si accordano per stabilire eticamente i confini della ricerca scientifica? La scienza ha dei confini?
Il secondo motivo invece afferisce alla relazione che intercorre tra fatti e commenti. Cosa sono i fatti? I fatti storici possono essere considerati in maniera avulsa dai commenti con cui vengono interpolati? Cosa si acquisisce e cosa si perde nel “tradire” le informazioni del passato? Frayn mette in scena l’antico tema della distinzione tra storia e storiografia e realizza questo testo su questo confine sempre sconnesso, mai sanabile, oggetto di continue negoziazioni etiche e sociali
Geniale è la soluzione dell’architettura narrativa del testo: come negli esperimenti classici della fisica quantistica in cui la dualità onda-particella porta a interpretare gli eventi come una variante di una più ampia distribuzione di probabilità, allo stesso modo la narrazione segue questa modularità, questo andamento probabilistico con cui l’incontro storico tra i due geni della fisica probabilmente avvenne: l’evento storico viene evocato da più angolature possibili, viene illuminato dal fascio di luce della probabilità e quindi della possibilità. Questa nuance rende il testo brioso, accattivante, giocoso: il tema della storia e della storiografia è un pretesto narrativo per affrontare temi filosofici più ampi che meritano di essere vagliati con un linguaggio teatrale inusuale e forse più pervasivo di un saggio o di qualunque altro trattato di analisi.
La Modesta compagnia dell’Arte metterà in scena il testo enfatizzando questi valori profondi, con assoluta leggerezza e divertimento, nel rispetto – si spera - del testo e delle intenzioni del suo autore.
per prenotazioni andate al seguente indirizzo
https://www.teatrodelnavile.org/prenotazioni