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Cultura Piazza di porta Lame

71° anniversario Battaglia di Porta Lame: tutti a 'cantare Bella Ciao'

Il 7 novembre '44 a Porta Lame una delle più grandi battaglie combattute in Europa dai partigiani nel cuore di una città. Appuntamento alle 11.30 per 'onorare e ringraziare chi combattè e vinse il nazifascismo'

In occasione del 71° anniversario della battaglia di Porta Lame, appuntamtno alle 11.30 in Piazza 7 Novembre 1944 (Porta Lame) per "onorare e ringraziare chi combattè e vinse il nazifascismo", per cantare "Bella Ciao". 

"La cosa migliore che possiamo fare questo sabato mattina è andare a cantare Bella ciao a Porta Lame - ha scritto l'asessore Matteo Lepore - perchè ‪‎Bologna‬ è una città democratica e antifascista, nella cui storia le persone sono scese in strada per rivendicare il diritto a costruire un futuro migliore un numero di volte maggiore di quando l'hanno fatto per protestare. Perchè Bologna è una città che quando è stata ferita mortalmente, nelle piazze e nelle strade ha ritrovato la forza per andare avanti. Perchè Bologna è tanto cambiata, ma se tornasse indietro sarebbe davvero perduta. Perchè Bologna è un cuore grande che se smette di battere i primi a soffrire sono i più deboli, ma subito dopo arrivano tutti gli altri. Perchè Bologna è l'antidoto all'indifferenza e alla violenza della politica.E perchè Bologna siamo tutti noi, che cantiamo", conclude. 

"Ancora una volta la commemorazione sarà l'occasione per ricordare la centralità storica di quella tragica battaglia e l’immenso sacrificio di tutti quei giovani che vi persero la vita, raffigurati oggi dall’istallazione di due partigiani realizzati con il bronzo fuso dalla statua equestre di Benito Mussolini che si trovava all'interno dell'attuale Stadio Renato Dall'Ara" scrive il Partito Democratico in una nota "il 7 novembre rappresenta una data fondamentale per la nostra Città, un momento chiave contro l’occupazione nazifascista e che ha contribuito a liberarla. Il Partito Democratico di Bologna domani sarà presente con una delegazione guidata da Raffaele Persiano per ricordare ancora oggi che a Bologna, Città Medaglia d’oro della resistenza, il fascismo e il razzismo non avranno mai cittadinanza".

LA BATTAGLIA. Alle ore 5,30 del 7 novembre 1944 i reparti delle Brigate nere, della Feldendarmeria tedesca ed agenti del Reparto d'assalto della polizia nel corso di un rastrellamento scoprirono - pare casualmente - una base partigiana al Macello comunale. I partigiani cominciarono a sparare con armi leggere, ma i tedeschi misero in postazione in via Carlo Alberto (oggi via don Minzoni) un cannone da 88 e una mitragliera pesante a due canne. L’88 demolì uno dei due stabili, per cui i partigiani dovettero rifugiarsi in un seminterrato. 

Quella di Porta Lame fu una delle più grandi battaglie campali combattute in Europa dai partigiani nel cuore di una città. I partigiani ebbero 12 morti e 15 feriti. I caduti sono: Oddone Baiesi, Oliano Bosi, Nello Casali, Enzo Cesari, Ercole Dalla Valle, Guido Guernelli, John Klemlen, Ettore Magli, Rodolfo Mori, Alfonso Ricchi, Alfonso Tosarelli e Antonio Zucchi. (fonte Memoria di Bologna). 

Alle 15,30 dal fronte giunse un carro armato Tigre, il cui cannone cominciò a demolire il secondo stabile, quindi i combattenti si divisero in tre gruppi: il primo e il terzo di partigiani armati, il secondo di partigiani che sorreggevano i feriti. Dopo avere gettato fumogeni, scesero nel canale Cavaticcio - oggi interamente coperto - e cominciarono a risalire la corrente verso via Roma (oggi via Marconi). Sulle due rive, molto alte, si trovavano i fascisti i quali, grazie ai fumogeni e all'oscurità, non li videro. Una volta giunti in piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri), i partigiani eliminarono un posto di blocco fascista e quindi si divisero in quattro gruppi. Più tardi dalla base dell’ex Ospedale Maggiore uscirono allo scoperto e attaccarono da retro lo schieramento nazi-fascista per consentire ai compagni, ancora accerchiati nell’ex macello, di mettersi in salvo. 
I nazi-fascisti si sbandarono e quando i partigiani penetrarono nei locali semidemoliti li trovarono vuoti. Senza attendere il ritorno in forze dei nemici, i partigiani abbandonarono la zona e rientrarono nelle vecchie basi, occupate prima di essere acquartierati nell'ex ospedale. 
 

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