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Cultura Via Giuseppe Garibaldi

Cinque stranieri illustri che soggiornarono a Bologna

Da San Domenico a Mozart, passando per Goethe, Stendhal e Copernico. In passato si soggiornava a Bologna soprattutto per la sua prestigiosa università e il grande fermento culturale

Il rilancio turistico di Bologna in questi ultimi anni è tangibile: se prima era considerata soprattutto "meta commerciale", per la presenza di grandi aziende d'eccellenza e importanti manifestazioni fieristiche, oggi le strade della città sono battute da visitatori di tutte le nazionalità. 

In passato si soggiornava a Bologna senz'altro per la sua prestigiosa università e per il grande fermento culturale, come testimonia la biblioteca dell'Archiginnasio, dove è visibile l'eccezionale complesso araldico gli stemmi di docenti e "rampolli" di casate italiane ed estere, quelli che oggi chiamiamo "studenti fuori sede".

1. Non per studio, ma per missione, a Bologna soggiornò (e morì) San Domenico di Guzman. Nato nel 1170 a Caleruega (Spagna), a 24 anni venne ordinato sacerdote e nel 1203 accompagnò il vescovo della diocesi di Osma in Danimarca su incarico del re. Si fermarono poi a Roma e chiesero al papa di potersi dedicare all'evangelizzazione dei pagani. Domenico iniziò così la predicazione, ma pensò di dare alla sua attività una forma stabile e organizzata. Insieme al vescovo di Tolosa nel 1215 sottopose il progetto al papa che lo approvò, così nacque il suo ordine "dei Frati Predicatori". Già dal 1217 i frati raggiunsero Parigi e a Bologna, principali centri universitari dell'epoca, e lo stesso Domenico nel 1220 e nel 1221 presiedette qui in città i primi due Capitoli Generali destinati a redigere la "magna carta" e a precisare gli elementi fondamentali dell'Ordine: predicazione, studio, povertà mendicante, vita comune, legislazione, distribuzione geografica, spedizioni missionarie. Il 6 agosto 1221 morì nel suo convento di Bologna, nel 1234 venne canonizzato e il popolo bolognese lo proclamò "Patrono e Difensore perpetuo della città".

Il corpo di San Domenico è custodito nell'omonima basilica all'interno di "un'Arca", tradizionalmente attribuita a Nicola Pisano, ma realizzata dai suoi allievi. L'opera duecentesca venne rimaneggiata a partire dal 1469, dalla copertura ideata da Niccolò d'Antonio d'Apulia, detto per questo "Dall'Arca". La statua di un angelo è stata realizzata da Michelangelo. 

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