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Cultura

Gioca a calcetto e studia Lettere: Bologna nel primo romanzo di Roberta Dieci

L'autrice: "Fra le vie di Bologna i pensieri della protagonista prendono vita, fino a diventare una storia da raccontare e da rivivere"

Via Zamboni, le biblioteche della Facoltà di Lettere, i bar dell'Università: sono i questi i luoghi che fanno da sfondo al romanzo di Roberta Dieci  "I sogni non fanno rumore" (che sarà presentato oggi a Bologna

Come è nato il libro e cosa racconta?

Il romanzo, nato quasi per scherzo negli spogliatoi di calcetto (sì, ho giocato a calcetto!) era inizialmente un resoconto delle nostre partite, poi mano a mano al trama si è evoluta: il calcetto è diventato una cornice dentro la quale si svolgono gli avvenimenti. Giulia, studentessa universitaria, affronta la vita con energia e determinazione, dividendosi tra i tacchetti da calcio e le decollettè tacco 12; ma nulla è come sembra e quando il mondo onirico si scontra con quello reale il lettore è come catapultato in una nuova realtà, in una storia che già conosceva, senza però averne la consapevolezza. Guidata dalle parole e dagli insegnamenti di una misteriosa donna, cullata dai giornalieri viaggi in un treno che diventa l’utopia, il non-luogo in costante movimento, in cui tutti i tempi e tutti i luoghi si fondono, Giulia scoprirà quanto il passato possa insegnare al futuro e che in amore, come sul campo da gioco, è meglio attaccare che difendere.  

E' un'esordiente: come è stato scrivere e pubblicare un libro?

Scrivere il libro è stato molto impegnativo, soprattutto perchè bisogna essere abili nel ritagliarsi il tempo tra i mille impegni della vita (ho due lavori, un marito e due figlie!), ma durante i mesi della maternità sono riuscita ad avere più tempo e disposizione e mi sono dedicata alla conclusione e sistemazione di quel materiale confuso che avevo da un po' di tempo 'nel cassetto'.  E' stato difficile trovare un editore, ma poi Bookabook ha creduto in me e, attraverso il crowdfunding il libro ha visto la luce! Ora sono molto impegnata con la promozione del libro, che consta di interviste, presentazioni, eventi, creazione di video e gadget. Però ne vale la pena, perchè sto raccogliendo tantissime soddisfazioni, dalle bellissime recensioni dei miei lettori, alle copie vendute che aumentano sempre più, ai riconoscimenti importanti (primo premio al Buk festival di Modena- febbraio 2017 e premio speciale della giuria al premio Navarro di Sambuca di Sicilia,-Maggio 2017). Si può dire che il mio libro abbia letteralmente attraversato l'Italia!

Nel romanzo c'è tanta Bologna: cosa racconti della nostra città? Quali i luoghi frequentati dai protagonisti?

Bologna occupa gran parte del romanzo perché Giulia studia lettere e filosofia all'Alma Mater e vive a Modena. Via Zamboni, le biblioteche di lettere, i bar dell'Università sono luoghi che hanno un ruolo fondamentale per la crescita di Giulia. Si può dire che tra le vie di Bologna i pensieri di Giulia prendano vita, fino a diventare una storia da raccontare e da rivivere. Non posso svelarvi troppo della trama, ma c'è un colpo di scena verso al fine del libro che cambia del tutto prospettiva al racconto e così, in un gioco di specchi, tutte le descrizioni della prima parte del romanzo acquistano nuovo spessore e nuovo colore.

IL ROMANZO. Le letterature latina, greca e italiana fanno da sfondo alle vicende di due donne, di ventitré e quarant’anni, le cui vite appaiono l’una come il completamento dell’altra.
Il romanzo, narrato in prima persona, racconta la vita frenetica di Giulia, che si snoda tra partite di calcetto, tacchi alti, vacanze con le amiche, esami all’università e la complicata storia d’amore con il suo allenatore, Luca. Durante i suoi giornalieri viaggi in treno (Modena-Bologna) per raggiungere la facoltà si confida con la professoressa Anceschi, che nasconde un misterioso e triste passato. Solo verso la fine del romanzo verrà svelato il segreto della donna in bilico tra Eros e Thanatos, e solo allora Giulia (e con lei il lettore) capirà quanto le loro vite siano indissolubilmente legate.
La particolarità di quest’opera è che, come una matrioska, nasconde vari racconti al suo interno e non tutti i legami tra di essi sono evidenti: verso la fine del romanzo, infatti, il lettore è catapultato in una nuova realtà, in una storia che già conosceva, senza, però, averne la consapevolezza.
È quindi un testo poliedrico, che racconta una storia d’amore, un campionato di calcetto femminile (fenomeno sportivo in rapida espansione), le consapevolezze e i timori di una donna matura, le ansie adolescenziali, la sofferenza della morte, l’importanza del ricordo.
Ma non solo: niente è come sembra e quelli che appaiono come due binari che scorrono paralleli alla fine dell’opera convergeranno, inaspettatamente.
Inoltre, quasi fossero la colonna sonora di queste storie, i brani più famosi della letteratura europea accompagnano i dialoghi delle due donne, il dispiegarsi della vicenda e il treno diventa l’utopia, il non-luogo in costante movimento, in cui tutti i tempi e tutti i luoghi si concentrano, si scontrano e si fondono.

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