"Cuore bianco": mostra fotografica di Camille Michel
Il 26 maggio, presso la QR Photogallery, in Via Sant'Isaia 90, alle ore 18 inaugura, alla presenza dell'autrice, la mostra fotografica Cuore Bianco - Fotografie di Camille Michell. A cura di Cristina Berselli e Alessandro Zanini. Produzione TerzoTropico
In collaborazione con Azienda USL di Bologna e con il patrocinio del Comune di Bologna e dell'Alliance Française di Bologna. La mostra sarà aperta fino al 26 giugno tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19,30
Ingresso gratuito
Camille Michel è nata nel 1988 in una piccola città nel nord della Francia. Ha iniziato gli studi di medicina
prima di scoprire le arti visive. Ha quindi frequentato i corsi di fotografia presso l'Università di Parigi VIII e poi presso l 'Ecole Nazionale superiore di Photographie di Arles.
Camille crede che la fotografia sia un modo di raccontare delle storie ed è pertanto interessata alla vita quotidiana delle piccole comunità, isolate, poste di fronte ai cambiamenti del pianeta (politici, economici, ambientali). Negli ultimi anni, Camille Michel ha viaggiato nell'estremo Nord. E' andata in Lapponia dove ha scoperto la cultura sami, e in seguito ha deciso di vivere su un'isola sconosciuta, nel nord della Groenlandia.
La mostra Cuore Bianco si ispira a questi luoghi remoti, immersi nella noia e nell'oblio e racconta il quotidiano degli abitanti di Ummannaq, che in lingua groenlandese significa a forma di cuore, un'isola a Nord Ovest della Groenlandia, a 590 Km dal circolo polare artico.
Attorno ad essa, aggrappati alla roccia, vivono 1282 abitanti. Sono essenzialmente cacciatori e pescatori.
L'isola conserva diversi tesori, come una cava di marmo, le mummie di un'antica civiltà e anche una casa che dicono essere di Babbo Natale. I miti e le leggende sono numerosi. La vita è ancora tradizionale e vicina alla natura ma il cambiamento climatico e il mondo moderno si stanno imponendo sempre più.
In effetti lo scioglimento dei ghiacci sta sconvolgendo la vita degli abitanti. L'occidentalizzazione porta con sé l'inquinamento. Le infrastrutture moderne invadono ormai il paesaggio. Auto e scooter rimpiazzano progressivamente i cani da slitta. L'importazione di prodotti dalla Danimarca permette di rendere la vita migliore ma la mancanza di un sistema di smaltimento dei rifiuti è causa di un forte inquinamento da diossina. La salute degli abitanti e la sicurezza alimentare sono minacciati. Molti abitanti se ne vanno verso la capitale Nuuk alla ricerca di lavoro e di una vita più moderna. La cultura tradizionale groenlandese sparisce poco a poco...
Le fotografie mostrano la vita quotidiana di una popolazione in piena metamorfosi. Una Groenlandia divisa tra tradizione e modernità, disastro ecologico e grandezza, tra abbandono e resistenza.
Attraverso la fotografia e il video, l'autrice cerca di ricrearne l'atmosfera, anche se mediata dal proprio punto di vista. Spesso fa riferimento a documenti poetici per descrivere il proprio lavoro. Si considera una fotografa-poeta che parla delle sue esperienze per descrivere il mondo, trovando ispirazione nel lavoro di Alec Soth, Evgenia Arbugaeva, Lucas Foglia o Corey Arnold.
Le sue immagini sono state pubblicate su Libération, New York Times, Wired, Photo Magazine, ed ha ricevuto numerosi premi:
LensCulture Emerging Talent Award, Premio Fotografia Syngenta, premio Libération Erwan Donnely, Glénat Fundation award, e il premio Filature alla Biennale di Mulhouse 2015. La mostra, ora a Bologna, stata esposta in Francia, Inghilterra, Argentina, Stati Uniti, Italia e Brasile.