Festival La Violenza Illustrata XIII edizione – Taci anzi parla
Dal 7 novembre al 4 dicembre si terrà a Bologna e provincia la tredicesima edizione del Festival La Violenza Illustrata, per parlare della violenza che colpisce le donne, del sessismo e della discriminazione contro di loro.
Il titolo di quest'anno Taci anzi parla riconduce subito al grande movimento #metoo: il racconto in prima persona e la presa di parola collettiva delle donne che hanno subito violenza, a partire dal mondo del cinema e dello spettacolo, fino agli spazi del lavoro e della quotidianità di ognuna. Quando una donna racconta la violenza subita lo fa per richiedere condivisione e riconoscimento, perché non accada più a lei né alle altre, e insieme rivendica un cambiamento possibile che va al di là dell'esperienza singola.
La disegnatrice Rita Petruccioli ha regalato al Festival l'immagine di copertina, che rimanda al famoso libro del 1978 scritto dalla femminista Carla Lonzi, Taci, anzi parla, per dirci come sia ancora importante e rivoluzionaria la presa di parola delle donne, la necessità di inventare un nuovo linguaggio condiviso, e insieme di cambiare le condizioni economiche, politiche, sociali e culturali in cui vivono le donne. Per immaginare e proporre una diversa idea di società, come rivendicato dal movimento Non Una Di Meno e dalle prese di posizione dei gruppi di donne che si stanno mobilitando contro il ddl Pillon.
Il Festival propone più di 60 eventi di sensibilizzazione sulla violenza di genere che includono presentazione di libri, spettacoli teatrali, convegni, laboratori di formazione e di empowerment, proiezioni di film, mostre, uno spazio di espressione per tante associazioni, enti e istituzioni che collaborano per la realizzazione del ricco calendario, senza i quali il Festival non potrebbe esistere. L’edizione 2018 del Festival è sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Bando per la presentazione di progetti rivolti alla promozione
ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazione e della violenza di genere.
Tutto il programma su casadonne.it
Tra gli eventi teatrali, all'Oratorio San Filippo Neri, il 27 novembre, lo spettacolo teatrale "Raptus. Dal mito greco al femminicidio", di e con Rossella Dassu. Molti i seminari formativi: il 12 novembre "Donne con disabilità e violenza di genere", in collaborazione con l'associazione Accaparlante; il 22 novembre "La violenza assistita intrafamiliare e il sistema di protezione"; il 30 novembre "Genere e violenza, violenza di genere. Discriminazioni e pratiche d’accoglienza nei percorsi di asilo delle donne"; il 20 novembre "Il lavoro e l’autonomia delle donne: l’esperienza dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, limiti strutturali e possibili risposte collettive e femministe". L'Università di Bologna porta il suo contributo ad esempio il 23 novembre una riflessione su: "Misoginia 2.0: il discorso d’odio e la violenza di genere su internet".
Sul fronte artistico, il collettivo Cheap porta sui muri di Bologna il lavoro di Miss Me, una delle autrici femministe più radicali e potenti della scena internazionale della street art. E poi continua la collaborazione con il Festival Bilbolbul con l'obiettivo di narrare e innescare riflessioni anche attraverso l'immagine.
Musica di ottimo livello si potrà ascoltare l'11 novembre alla Sala Mozart dell'Accademia Filarmonica in via Guerrazzi 13, con i chitarristi Matteo Mela e Lorenzo Micheli, che compongono il SoloDuo, uno dei più attivi e conosciuti nel mondo, suoneranno brani del musicista Mario Castelnuovo-Tedesco, di Debussy e di Beethoven, l'ingresso è a offerta libera a favore della Casa delle donne. Si inaugura inoltre la collaborazione tra Uisp e Casa delle donne con un evento sportivo il 18 novembre presso Fico e diverse azioni di sensibilizzazione all’interno degli impianti sportivi.
Per quanto riguarda gli eventi politici intorno al 25 novembre, la Casa delle donne sarà in piazza Re Enzo il 10 novembre dalle 15 alle 19 per protestare insieme al movimento Non Una di Meno Bologna e alla Rete delle donne contro il disegno di legge Pillon, con un microfono aperto e varie postazioni informative per contestare punto per punto un progetto di fatto di smantellamento del diritto alla separazione e al divorzio, condotto attraverso un'ambigua modifica dell'affido condiviso, e che metterà ulteriormente a rischio di violenza ogni donna con figli che voglia sottrarsene. L'iniziativa, diffusa in tutte le piazze d'Italia, è stata lanciata dall'associazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re. attraverso una grande petizione condivisa da quasi 100.000 persone. E poi tutte a Roma il 24 novembre per la grande manifestazione indetta anche questa dal movimento internazionale Non Una di Meno e da D.i.Re.
Nei primi 10 mesi di quest’anno hanno chiesto aiuto per la prima volta alla Casa 563 donne (di cui 361 italiane e 174 straniere) e 526 di queste lo hanno fatto per motivi di violenza (345 italiane e 165 straniere). Nell'ospitalità invece la quasi totalità di donne e bambini è straniera: nei tre rifugi segreti 32 su 37 ospiti tra donne e minori; nelle case di emergenza Save e Riuscire su 68 ospiti, sono 13 le italiane/i e 55 le straniere/i; nei 9 alloggi di transizione su 18 ospiti, 1 è italiana e 17 le/i straniere/i. I dati non presentano grandi differenze rispetto agli anni precedenti, se non che le donne straniere sembrano avere percorsi più lunghi della italiane, segno delle maggiori difficoltà che incontrano verso l'autonomia. Dal 1990, quando la Casa ha aperto i battenti, ad oggi le nuove donne accolte sono arrivate a 12.142.
Il servizio Oltre la strada dal 1° gennaio al 31 ottobre 2018 ha seguito 27 percorsi di protezione e inclusione socio-lavorativa rivolti a donne vittime di tratta e sfruttamento. Si tratta nella maggior parte di casi di donne molto giovani: 17 hanno infatti un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. La quasi totalità delle donne accolte è stata sfruttata nella prostituzione; a tutte è stato offerto un supporto per rielaborare l’esperienza vissuta, individuare risorse e difficoltà vissute nelle situazioni traumatiche che passano dallo sradicamento dal proprio paese e dalla propria cultura, alle violenze fisiche sessuali e psicologiche che caratterizzano la tratta e lo sfruttamento. Sono state aiutate a ricostruire un proprio progetto migratorio, attraverso un inserimento sociale e lavorativo.
Un gruppo di volontarie, coordinate da Anna Pramstrahler, ha proseguito la ricerca a mezzo stampa sui femicidi avvenuti in Italia nel 2017, che sono stati 112 (per l’Emilia-Romagna si è trattato di 8 casi). In 14 anni di ricerche l'elenco di donne uccise in Italia è arrivato a 1.507 donne, e questo ci deve far interrogare sulla necessità di politiche di prevenzione più efficace, per ora bloccate sul piano nazionale.