Francesco d’Assisi/libertà di parola? autorità spirituali inattese nel XIII secolo
La cattiva opinione che la cultura moderna ha mostrato per il Medioevo ancora ci impedisce di vedere co-me il secolo XIII (il secolo che va dalla predicazione di Francesco d'Assisi fino al rogo di Margherita Porete nel 1309) sia stato uno dei secoli nei quali con più vigore si è esercitata la libertà di parola e con essa il gu-sto della presa di parola pubblica, ispirata ad un sentire della coscienza che a volte risulta senza alcun rife-rimento a gruppi, senza alcun riferimento ideologico. L'uomo del XIII secolo sente la sua parola così forte da ritenere che il suo discorso possa essere addirittura rivolto agli angeli, ai demoni e agli uomini, come usava dire Francesco stesso. Certo, di fronte alla luce di questa libertà di parola altre tenebre si verificaro-no: le opposizioni sorsero e anche gli incentivi che scopriamo a volte furono posti per strategie di potere. Tuttavia, resta il fatto che in Europa, dopo il laico Francesco, altri laici presero la parola: a volte neanche conosciamo i loro nomi, ma altre volte - nella libertà di parola - emergono vere personalità, come Ramon Llull, Arnau de Vilanova, Dante Alighieri e molte donne, come Cristina di Stommeln e poi Margherita Pore-te. E guarda caso, è nel luogo in cui sorge lo Stato moderno, nella Francia dei Capetingi, con il concorso dell'Università di Parigi e della Chiesa d'Avignone, che il secolo della libertà di parola viene interrotto, nel martirio di Margherita. Il seminario che si propone nasce intorno a questa ipotesi di lavoro, per presentare nuovi testi e nuove ricerche.