Giornate FAI di Primavera: ville, chiese, palazzi storici e castelli aprono al pubblico
Sabato 25 e domenica 26 marzo tornano con le Giornate FAI di Primavera edizione 2023: verranno così aperti al pubblico per due giorni ville, chiese, palazzi storici, castelli. La manifestazione, giunta alla 31esima edizione, offrirà ancora una volta l’opportunità di scoprire tesori d’arte e natura normalmente non accessibili al pubblico, partecipando alle visite proposte dai volontari della Fondazione. Quali saranno dunque i tesori da scoprire a Bologna e dintorni?
Eccoli:
Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna
L'Accademia delle Scienze si inserisce nel più ampio complesso di Palazzo Poggi, lungo la odierna Via Zamboni al n. 31, e rappresenta una istituzione di studio e ricerca di antica origine. La nascita dell'Accademia, quale Istituto delle Scienze, è strettamente legata alla figura di Luigi Ferdinando Marsili, scienziato, accademico, diplomatico e generale che nacque a Bologna il 10 luglio 1658. E' infatti il 1711, anno di costituzione ufficiale dell'istituto delle scienze e delle arti, che Marsili scelse di donare la sua ricca collezione di documenti, libri e oggetti all'Istituto.
Con la riforma voluta nel 1745 da Papa Benedetto XIV l'Accademia diviene un vero centro di riferimento europeo che raggiungerà vertici altissimi verso la fine del 1700, con il suo Presidente Luigi Galvani. L'Accademia, ad oggi ancora molto attiva soprattutto con attività seminariali di altissima specializzazione per l'aggiornamento di dottorandi e docenti, e con momenti di divulgazione culturale, occupa alcune delle sale più importanti del piano terra di Palazzo Poggi. Si tratta di spazi riccamente decorati da Pellegrino Tibaldi e aventi come tema primario le storie di Ulisse. Si tratta di affreschi e decorazioni a stucco di grande valore artistico.
Durante le visite di Giornate FAI i visitatori avranno l'opportunità di scoprire questo importante luogo del sapere che ha attraversato i secoli e ha segnato la cultura della città di Bologna. Partendo dall'ingresso, interessante esempio di razionalismo legato agli interventi di ammodernamento di Palazzo Poggi effettuati negli anni '30 del Novecento, si passerà nelle sale che ancora oggi ospitano l'Accademia delle Scienze e che vedono ancora splendere le decorazioni di Pellegrino Tibaldi con interventi a "grottesca" e affreschi legati al ciclo di Ulisse. (Testo scritto da Gruppo FAI Appennino Bolognese in collaborazione con "Associazione Amici dell'Antica Pieve").
Biblioteca Universitaria di Bologna
La Biblioteca Universitaria di Bologna è ospitata all'interno dello storico complesso di Palazzo Poggi, e più precisamente al civico 35 di Via Zamboni, cuore pulsante dell'area universitaria del centro di Bologna. In particolare, la biblioteca occupa una parte centrale di Palazzo Poggi e si inserisce a pieno titolo come punto focale del panorama culturale bolognese nel progetto voluto già dal conte Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730).
La nascita di questa biblioteca è legata alla importante donazione del conte Marsili avvenuta nel 1712. Il conte raccolse una grande quantità di libri, mappe e testi documentali che per sua volontà dovevano essere messi a disposizione della comunità degli studiosi. Per consentire tale fruizione fu scelta come collocazione quella di Palazzo Poggi, sulla direttrice di San Donato (l'odierna via Zamboni). Successivamente alla morte di Marsili, papa Benedetto XIV si occupò di un importante progetto di ampliamento della biblioteca, con la creazione della grande Aula Magna per lo studio ad opera di Carlo Francesco Dotti. Nel 1756 la biblioteca, nella sua sede ampliata, viene inaugurata.
La biblioteca universitaria nasce quale parte integrante dell'Istituto delle Scienze fondato dal conte Marsili e ne costituisce un luogo di riferimento per gli studiosi dell'epoca. Marsili scelse appositamente la collocazione di Palazzo Poggi in quanto l'edificio, già all'epoca molto prestigioso, sorgeva in un'area della città ancora non troppo urbanizzata e staccata dall'allora centro del potere religioso e culturale cittadino (San Petronio e il complesso dell'Archiginnasio). Gli importanti ampliamenti degli spazi della biblioteca, voluti da papa Benedetto XIV a partire dal 1740 circa, determinano la configurazione della parte storica della biblioteca nella configurazione che ancora oggi possiamo apprezzare. Di particolare rilievo è il grande ambiente, che misura oltre 30 m in lunghezza per più di 12 in larghezza e raggiunge i 14 m di altezza nel punto sommitale, fu progettato da Carlo Francesco Dotti e completato nel 1744. Nel corso dell'Ottocento, la biblioteca, così come l'intero complesso di Palazzo Poggi, divengono sede dell'Università di Bologna e proprio la grande sala Dotti svolge un ruolo centrale nelle attività istituzionali dell'Ateneo.
Durante le visite di Giornate FAI i visitatori avranno l'opportunità di scoprire questo importante luogo del sapere che ha attraversato i secoli e ha segnato la cultura della città di Bologna. Partendo dall'ingresso e grande scalone frutto dei lavori realizzati nel Novecento, si salirà al piano nobile dell'edificio per visitare gli spazi più importanti della Biblioteca, tra i quali certamente meritano una menzione speciale la magnifica Aula Dotti e l'affascinante sala Caronti, che attualmente conserva il catalogo storico manoscritto della Biblioteca. In questo contesto saranno peraltro raccontate alcune delle tante meraviglie che costituiscono, ad oggi, una delle raccolte di manoscritti e testi antichi più importanti del mondo e grande vanto dell'Università di Bologna e della città tutta. (Testo scritto da Delegazione FAI di Bologna).
Palazzina della Viola
La Palazzina della Viola nasce come luogo di delizie per la famiglia Bentivoglio in un'area che all'epoca si collocava all'esterno del perimetro urbano densamente urbanizzato. Oggi la Palazzina si trova al centro del complesso universitario di Filippo Re, dal nome del direttore della Scuola di Agraria dell'Ateneo ai tempi del Governo Napoleonico, ed è inserita nel contesto cittadino pur mantenendo una sua identità molto specifica che la rende luogo quasi unico a Bologna.
Durante le Giornate FAI scopriremo l'importante storia di questo luogo, legato strettamente alle incredibili vicende della famiglia Bentivoglio e che ne rappresenta oggi una delle poche testimonianze arrivate fino a noi. Durante la visita potranno poi essere ammirati gli importanti interventi decorativi ad opera di Amico Aspertini, Innocenzo da Imola e Prospero Fontana
Palazzo Dall’Armi Marescalchi
Il Palazzo, voluto dall'importante famiglia Dall'Armi, probabilmente di origine Toscana, è situato in quella che un tempo era nota come via dall'Asse e oggi è via IV Novembre nel pieno centro di Bologna.
L'edificio ospita attualmente la sede della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.
Durante le visite di Giornate FAI i visitatori avranno l'opportunità di scoprire questo importante palazzo storico legato ad alcune delle più importanti famiglie bolognesi e rappresentativo del grande rinnovamento urbano del 1600 nel centro cittadino. La visita consentirà in particolare di ammirare il complesso architettonico dell'edificio e le meravigliose sale decorate del piano nobile.
Castello D'Argile
Impianto idrovoro storico di Bagnetto
Nella pianura a nord di Bologna, alla confluenza del fiume Reno con il torrente Samoggia, si trova l'Impianto Idrovoro Storico di Bagnetto, uno dei nodi strategici per il governo sistematico delle acque che scendono dall'Appennino e confluiscono nel principale fiume pensile, il Reno. Il territorio attorno è frutto di un lavoro secolare di bonifica e sicurezza idraulica che ha consentito di abitarlo e coltivarlo. Dal 1990 vi è stata anche un' intensa attività di valorizzazione ambientale.
Il territorio a nord di Bologna e della Via Emilia, alla confluenza del fiume Reno con il suo affluente Samoggia, rappresenta il risultato del tentativo plurisecolare dell'uomo di dominare la forza delle acque e di combattere la schiavitù e la miseria della palude, attraverso opere di bonifica dei terreni e di ingegneria idraulica. Il FAI racconterà questa straordinaria storia che dai Romani arriva ai giorni nostri, attraverso uno dei nodi idraulici strategici per la gestione delle acque che dall'Appennino scendono a valle. Vi mostreremo l'impianto che sembra una fortezza e la struttura Liberty con le tre giganti pompe che sollevano 10 metri cubi al secondo. E infine saliremo sull'argine, da cui ammirare il panorama, le strutture postindustriali, l'ecosistema con il suo enorme valore paesaggistico e naturalistico: il disegno di pioppeti, boschi, siepi, zone umide e il meraviglioso spettacolo degli aironi bianchi e cinerini che volano liberi nel cielo.
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