Goran Bregovic e la Goran Bregovich Orchestra al Manzoni
Mercoledì 7 Febbraio alle 21,00 salirà sul palco del Teatro Manzoni Goran Bregovic accompagnato dalla Goran Bregovich Orchestra, composta da 19 elementi. Goran Bregovich riveste un ruolo di primo piano nell’ambito della musica crossover anche per gli importanti riconoscimenti ricevuti.
Compositore contemporaneo, musicista tradizionale o rock star, non ha dovuto scegliere – ha combinato tutto per inventare una musica che è allo stesso tempo universale e assolutamente sua.
Cinque anni dopo l’album Champagne for Gypsies , Goran Bregovic torna con una nuova produzione incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica: “Three Letters from Sarajevo”, uscito con Universal nell’ottobre 2017.
Bregovic porta in sé il melting pot che prova a raccontare nel nuovo album. «Io sono di Sarajevo, sono nato su una frontiera: l’unica dove si incontravano ortodossi, cattolici, ebrei e musulmani. Mio papà è cattolico, mia mamma è ortodossa, mia moglie è musulmana. E mi sento anche un po’ gitano, forse perché per mio padre, colonnello dell’esercito, era inaccettabile che facessi il musicista, un mestiere “da gitano”, come diceva lui».
E’ infatti la storia di Sarajevo con le sue tante credenze, identità, con i suoi complessi paradossi che ha ispirato il nuovo album di questo nativo di Sarajevo, Goran Bregovic. Per l’occasione all’album hanno partecipato voci meravigliose ed esplosive: Bebe, Riff Cohen, Rachid Taha, Asaf Avidan.
Pochi musicisti sono riusciti a sviluppare un’arte così varia, che combina insieme una così grande varietà di stili e tecniche senza perdere la propria identità. Un pezzo di Bregovic può essere riconosciuto al primissimo ascolto e sembra sempre diretto al mondo intero, senza distinzione di razza, sesso, età e religione.
GORAN BREGOVIC
Chitarra, Sintetizzatore, Voce
UNA BAND GITANA DI FIATI
Muharem Red?epi - Goc (Grancassa tradizionale), Voce
Bokan Stankovic - Prima Tromba
Dragic Velickovic - Seconda Tromba
Stojan Dimov – Sax, Clarinet
Aleksandar Rajkovic – primo Trombone, Glockenspiel
Milos Mihajlovic - Secondo Trombone
VOCI BULGARE
Ludmila Radkova Trajkova - Voce
Vanya Todorova Vakari – Voce
SESTETTO DI VOCI MASCHILI
Dejan Pesic - 1st tenor
Igor Marinkovic - 2nd tenor
Milan Panic - 2nd tenor
Vladimir Rumenic - baritone
Dusan Ljubinkovic - basse
Sinisa Dutina - basse
QUARTETTO D’ARCHI
Ivana Matejic - 1st violin
Bojana Jovanovic - 2nd violin
Sasa Mirkovic - alto
Tatjana Jovanovic - cello
Biografia
GORAN BREGOVIC
e la sua Orchestra per i Matrimoni e Funerali
Con la radici nei Balcani, di cui è originario, e la mente nel XXI secolo, le composizioni di Goran Bregovic mescolano le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock…. dando vita ad una musica che ci sembra istintivamente di riconoscere e alla quale il nostro corpo difficilmente sa resistere.
Nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, Goran Bregovic crea i suoi primi gruppi rock a sedici anni. “il rock aveva all’epoca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Era l’unica possibilità per poter esprimere pubblicamente il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi”.
Per far piacere ai suoi genitori, Goran si impegna a proseguire i suoi studi di filosofia e sociologia che lo avrebbero portato ad insegnare, se l’enorme successo del suo primo disco non avesse deciso altrimenti.
Seguono quindici anni con il suo gruppo White Button e tredici album venduti in 6 milioni di copie. Tour interminabili in cui Goran diventerà l’idolo della gioventù jugoslava. Alla fine degli anni 80, Bregovic si libera del suo ruolo sfibrante di “star” e si isola in un “ritiro dorato” in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno d’infanzia.
Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica “Il Tempo dei Gitani”. Ma ben presto i primi disordini scoppiano in Yugoslavia e i due amici sono costretti ad abbandonare tutto e trasferirsi a Parigi. Alla sua origine già mista, Goran ha aggiunto una moglie mussulmana, e i tempi non sono propizi per questa allegra e stimolante mescolanza.
MUSICHE PER IL CINEMA
Cresciuti nello stesso ambiente, della stessa generazione, sfuggiti agli stessi pericoli, Goran Bregovic e Emir Kusturica formano un tandem in cui la complicità era tale che non vi era più bisogno di parole per esprimersi.
Dopo “Il Tempo dei Gitani” Goran ha carta bianca per comporre la colonna sonora di “Arizona Dream”. Il risultato è pari al film, lirico, innovatore e particolarmente commovente.
“Una delle grandi qualità dei film di Emir, è quella di mostrare la vita come realmente è, cioè piena di buchi, di imprevisti, di esitazioni. E’ questo lato imperfetto che ho voluto conservare. Anche le canzoni cantate da Iggy Pop sono poco prodotte. Vi è giusto la sua voce e un’orchestra di vecchi gitani che soffiano nelle loro trombe ante-guerra e suonano dei corni di bue. E’ tutto molto semplice”.
Ciò che Goran non dice è che si tratta senza dubbio di una delle migliori performance di Iggy Pop degli ultimi 10 anni. Ciò che non dice è che la semplicità dietro la quale egli si ripara non appartiene che a persone di gran talento.
In seguito Patrice Chereau gli affida “La Regina Margot”, Palma d’Oro 1994 al Festival di Cannes, Goran compone delle musiche maestose dagli accenti rock…
Anche le musiche di “Underground” di Emir Kusturica, Palma d’Oro 1995 al Festival di Cannes sono firmate Bregovic. Ma non quelle del film successivo… Il cammino dei due amici si separa una seconda volta: Goran lavora meno per il cinema e più per la sua musica dal vivo.
Emir segue la sua strada con un progetto editoriale e con il magnifico film “Gatto Nero Gatto bianco” le cui musiche sono composte da altri musicisti di Sarajevo.
Goran compone ancora le musiche dall’aroma “klezmer” del film “Train de Vie” di Radu Mihaelanu, presentato con grande successo ai festival di Venezia, San Paolo, Berlino e, con grande successo di pubblico, nei cinema di numerosi paesi. Poi si consacra all’interpretazione della propria musica e comincia una seconda carriera sulle scene internazionali.
Senza abbandonare completamente i film, comunque: il piccolo capolavoro di Nana DJORDJAZE « 27 Missing Kisses » nel 2001, Unni STRAUME « Music for Weddings & Funerals » nel 2002 (musica originale e protagonista maschile). Nel 2004 Bregovic ripete la stessa avventura: compone la musica ed è uno dei protagonisti maschili del film italiano intitolato “I Giorni dell’Abbandono” uscito in autunno 2005.
MUSICHE PER IL TEATRO
“Il Silenzio dei Balcani” è un ambizioso progetto multimediale realizzato nel 1997 a Salonico insieme al regista teatrale sloveno Tomaz Pandur, quindi una collaborazione con il Teatro Stabile di Trieste per il quale scrive le musiche di scena per un insolito “Amleto”, Goran Bregovic sviluppa il gusto della scrittura per il teatro. Segue una collaborazione con uno dei più interessanti registi teatrali italiani, Marco Baliani per il quale, su commissione del Festival Novecento di Palermo, scrive le musiche di “La Crociata dei Bambini” (novembre 1999), quindi, tra il gennaio 2001 e gennaio 2002, un altro grande progetto con il regista sloveno Tomaz Pandur “La Divina Commedia” che ha debuttato nel gennaio 2001 al Teatro Thalia di Amburgo.
Nel 2007 Bregovic ha collaborato con il Serbian National Theatre per la realizzazione delle musiche di un balletto basato sulla novella di Alexandre Dumas “La Regina Margot”.
MUSICHE PER CONCERTO
Per 10 anni, dal suo abbandono del rock, la musica di Bregovic non era più stata eseguita dal vivo. Il mutamento avviene nell’estate 1995, quando con una band di 10 musicisti tradizionali, aggiunti ad un coro di 50 elementi e a un’orchestra sinfonica egli avvia una serie di concerti in Grecia e Svezia, quindi quello del 26 ottobre a la Forest National di Bruxelles davanti a 7500 persone. Poche altre esibizioni nel 1996 perché l’organico di 120 musicisti su scena scoraggia gli organizzatori.
Nel giugno 1997, la formazione è ridotta a 50 elementi per un concerto di circa due ore che riprende le sue musiche per il cinema. Ed è il successo: Goran inanella trionfali tournée per tutta l’Europa alla testa della sua Orchestra per i Matrimoni e Funerali, presentando tutti i suoi brani più belli, dall’ormai celebre “Ederlezi” (Il Tempo dei Gitani) a “In the Death Car” (Arizona Dream) passando per il vigoroso “Kalashnikov” (Underground) avviato in coro da un pubblico in delirio con il grido “Juris” (All’attacco !!!). Il numero crescente degli spettatori per concerto /da 3.500 a 10.000), il concerto del 1° maggio a Roma in Piazza S.Giovanni davanti a 500.000 persone, confermano che la sua musica ha un reale impatto sul piano internazionale e che la giovane rock-star degli anni 70-80 si è affermato come un compositore maturo per il successo internazionale.