"Il borghese gentiluomo" secondo Emilio Solfrizzi
La trama de "Il borghese gentiluomo" è lineare e semplice: un ricco borghese, il signor Jourdain, sogna di diventare nobile, tra persone prive di autentiche qualità come adulatori e scrocconi, che ovviamente lo raggirano e assecondano la sua follia, pur di ottenerne un guadagno. È circondato dal maestro di musica, di ballo, di scherma, di filosofia. La trama ovviamente si arricchisce delle rivalità tra i diversi maestri che scroccano denaro a Jourdain e ciascuno di loro ritiene e predica che la propria arte, la propria scienza, è il fondamento primo dell'esser un gentiluomo.
A questi si contrappone la moglie, donna estremamente pratica e razionale che cerca di farlo rinsavire.
Alla coppia dei Jourdain se ne aggiunge una secondaria: i rispettivi servitori dei due coniugi. La servetta Nicoletta, simpatica e coraggiosa, e Coviello, innamorati tra di loro.
Ne nasce una farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro comico: la farsa del Gran Turco. Coviello, vestito da turco e parlando un turco maccheronico, si presenta a Jourdain e gli fa credere che il figlio del Gran Turco, di lignaggio reale, è qui per sposare Lucilla, la figlia di Jourdain. Ovviamente Jourdain, lusingato dalle promesse di nobiltà, ci casca e ne nasce un fragoroso balletto-farsa.
Di fronte all'ennesimo rifiuto del 'borghese' di dare in sposa sua figlia al non nobile ragazzo che ama, tutti d'accordo gli giocano la beffa finale e anche la moglie che, pur criticandolo aspramente ha fino ad allora cercato di proteggerlo, gli si schiera contro lasciandolo definitivamente solo, nella sua folle utopia.
Al termine della vicenda Jourdain continuerà a sognare quanto non potrà mai avere, come sognano tutti gli altri tipi comici del teatro di Molière.
Come l'avaro, come il malato immaginario, come l'ipocrita Tartufo, anche questo borghese che sogna di diventare un gentiluomo è, nella cultura letteraria europea, un archetipo, è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell'arrampicatore sociale, dell'ambizioso che pretende di comprare, col denaro, quei meriti e quei titoli di cui è irrevocabilmente privo.