"Le Luci di Horn. Storie di un astronomo a Bologna"
Mostra "Le Luci di Horn. Storie di un astronomo a Bologna". Inaugurazione sabato 20 maggio, ore 21.30 al Museo Ebraico di Bologna, durata: 20 maggio – 30 luglio 2017. Guido Horn d’Arturo (Trieste 1879-Bologna 1967), ebreo triestino, fu direttore dell’Osservatorio universitario di Bologna per un trentennio, interrotto solo dall’allontanamento a seguito delle leggi razziali.
A cinquant’anni dalla sua scomparsa, il Museo Ebraico di Bologna, la Sofos, INAF - Osservatorio Astronomico di Bologna e il Dipartimento di Fisica e Astronomia lo ricordano in questa mostra come scienziato geniale, astronomo visionario, pioniere della divulgazione scientifica, personaggio eclettico, patriota.
La mostra LE LUCI DI HORN. Storie di un astronomo a Bologna, curata da Stefano Nicola Sinicropi, Università di Bologna, Caterina Quareni, Museo Ebraico di Bologna, Sandra Caddeo, Ethnos, verrà inaugurata al MEB come evento speciale della Notte Europea dei Musei 2017.
All’inaugurazione interverranno Stefano Nicola Sinicropi, curatore – Università di Bologna, Fabrizio Bònoli, comitato scientifico - Università di Bologna, Flavio Fusi Pecci, comitato scientifico - Società Astronomica Italiana.
Horn nasce a Trieste nel 1879, da una famiglia ebrea: il nonno, Raffaele Sabato Melli, era il rabbino della città. La formazione culturale mitteleuropea, gli umori della Trieste di Svevo, austroungarica eppure profondamente italiana, contribuiscono a definire la personalità di Guido, un umanista del suo tempo, sempre pronto a sperimentare e aprirsi al nuovo.
Al di fuori dell’astronomia, infatti, la vita di Guido Horn è tutt’altro che priva di interessi. Probabilmente per la sua natura di osservatore meticoloso e per via degli studi di storia dell’astronomia condotti sui testi antichi alla ricerca di fenomeni da indagare in un’ottica e con strumentazioni più moderne, è affascinato dalla storia, dalla letteratura, dall’arte, dal teatro, dalla filologia. Non solo uno scienziato, dunque, ma un intellettuale dai molteplici interessi, che merita di essere ricordato per la sua attività astronomica, ma anche per la sua opera di divulgazione e diffusione dei risultati scientifici ottenuti, tramite le Pubblicazioni dell’Osservatorio Astronomico Universitario e la fondazione della rivista Coelum, fondata nel 1931 e pubblicata fino al 1986 dall’Università di Bologna. Nonché per il rilancio e l’arricchimento della Biblioteca del Dipartimento di Astronomia.
Il tutto in mezzo alle due guerre mondiali: la Prima vissuta da protagonista, come volontario irredentista, la Seconda da perseguitato, a causa delle sue origini ebraiche. La follia razzista lo allontana dal suo Osservatorio fino a quando, nel secondo dopoguerra, viene reintegrato nell’incarico e nell’abitazione, all’interno dell’Osservatorio stesso, potendo così continuare la sua attività scientifica.
Sin dagli anni Trenta, Horn ideò, una metodologia del tutto nuova di costruzione e aggiustamento degli specchi dei telescopi, che ha rivoluzionato lo sviluppo della moderna astronomia osservativa: il suo “specchio a tasselli”, realizzato nei primi anni Cinquanta, di 1,8 m di diametro complessivi, composto da 61 tasselli esagonali.
Questo strumento può ben essere considerato il progenitore dei moderni grandi telescopi, tra i quali lo European Extremely Large Telescope dell’ESO, di 39 m con 798 tasselli, che sarà operativo in Cile dal 2024, e, nello spazio, il James Webb Space Telescope della NASA, di 6,5 m con 18 tasselli, il cui lancio è previsto nel 2018.
Horn muore a Bologna nel 1967. Sia il prototipo da 1 m che lo specchio da 1,8 m, nella sua collocazione originale, possono essere oggi ammirati nel Museo della Specola.
Il percorso della mostra è stato costruito anche alla luce di nuovi ed inediti documenti conservati presso la Biblioteca Interdipartimentale di Matematica, Fisica, Astronomia e Informatica dell’Università di Bologna, che hanno messo in evidenza aspetti ancora inesplorati della personalità e della storia individuale di Horn, sullo sfondo dei grandi avvenimenti mondiali del ‘900.
In mostra sono esposti documenti, foto, volumi e oggetti provenienti da archivi privati e pubblici per i quali si ringraziano:
la famiglia Horn, la dott.ssa Vittoria Lacchini – Faenza, la dott.ssa Marina Zuccoli – Bologna,
l’Archivio storico del Dipartimento di Astronomia – DIFA, la Biblioteca Interdipartimentale di Matematica, Fisica, Astronomia e Informatica - Università di Bologna, la Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte di Trieste.
La mostra è corredata da un video realizzato da Ethnos, produzione audiovisivi.
Diversi sono gli eventi collaterali che si terranno durante il periodo della mostra:
? mercoledì 3 maggio 2017 | ore 17.00
Oggi mi laureo al MEB
Valeria Picazzi
Il progetto di telescopio a tasselli di Guido Horn d’Arturo: forefather of the new generation multi-mirror telescopes
relatore Prof. Fabrizio Bònoli, Unibo
? mercoledì 7 giugno 2017| ore 17.00
Agnese Mandrino, INAF -OA Brera
Sotto lo stesso cielo? Le leggi razziali e gli astronomi in Italia
? mercoledì 14 giugno 2017| ore 17.00
Flavio Fusi Pecci, Società Astronomica Italiana
Cosmologia e astroparticelle
? Le luci di Horn. Il 28 maggio e 4 giugno venite a scoprire l’astronomia giocando.
Dalle 15.30 alle 16.30 il Museo Ebraico ospiterà un laboratorio per bambini da 6 a 10 anni:
Specchio delle mie brame
Al termine del laboratorio ogni bambino potrà portare a casa lo specchio Horn realizzato.
Partecipazione al laboratorio solo previa prenotazione chiamando il 346 8253773 o inviando una mail a lelucidihorn@gmail.com