"Dalle Mani delle Donne": gli scatti della fotografa Tiziana Anaizit Marongiu in mostra
Mostra fotografica al Baraccano di Tiziana Marongiu: "Dalle Mani delle Donne".
"Dalle Mani delle Donne" è un progetto che avevo nel cassetto da anni, le mani delle Donne che lavorano mi hanno sempre affascinato e ritengo che ora sia giunto il momento di dare loro una forma visiva tangibile attraverso i miei scatti, poiché il periodo storico in cui ci troviamo è e sarà, secondo me, la motivazione per molte donne di ricominciare e ripensare a un nuovo modello di lavoro, per un nuovo rinascimento che parte proprio da noi Donne, dalle nostre mani”. Tiziana Anaizit Marongiu
"Le mani come simbolo, le mani che danno vita"
L’attualità purtroppo è caratterizzata da dati allarmanti sull’occupazione femminile post pandemia. A causa del Covid più di 430mila donne in Italia hanno perso il lavoro, un "record" tra i più alti in Europa. Sono state le Donne a pagare il prezzo più pesante della crisi, ed è per questo che la Mostra intende raccontare storie di donne che con le mani stanno scrivendo il futuro, con fiducia nelle proprie capacità e professionalità.
In esposizione 24 pannelli di immagini in bianco e nero, di grande formato, sviluppate in verticale. Scatti simbolici su mani di donne che lavorano: artiste e artigiane, lavoratrici, operaie, imprenditrici. Ogni foto mette in primissimo piano le mani, che rappresentano lo strumento di emancipazione e affermazione personale nel lavoro e nella vita.
La Mostra è patrocinata dal Comune di Bologna Quartiere Santo Stefano a corollario di tante altre iniziative realizzate a sostegno delle tematiche legate alla condizione femminile e alle discriminazioni di genere. Non a caso la Mostra si svolge proprio in concomitanza con la Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne, rispondendo idealmente, con testimonianze concrete attraverso le immagini, che le mani delle Donne non servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi.
Il Progetto è patrocinato dal Comune di Bologna Quartiere Santo Stefano ed è stato realizzato grazie a Coop Alleanza 3.0 che ha creduto fin dall’inizio nella bontà e finalità sociale del progetto.
Con il supporto di AICS Comitato Provinciale di Bologna, l’organizzazione dell’associazione culturale BellaVista e in collaborazione con il Ristorante bolognese “ Al Pappagallo” e la società Dolce.
Dal 20 novembre – 1 dicembre 2021
Opening
Sabato 20 novembre dalle ore 16.00
INAUGURAZIONE ORE 17
La mostra è visitabile:
dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle 18
Sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 20
All’interno della Sala Museale varranno tutte le norme nazionali e regionali per contrastare la diffusione del coronavirus. In particolare si rammenta che è vietato l’ingresso a persone sprovviste di Green Pass e con temperatura corporea oltre 37,5 gradi. È obbligatorio l’uso di idonee mascherine a copertura della bocca e del naso durante tutta la permanenza all’interno della sala; si raccomandano il distanziamento sociale di almeno un metro e gli assembramenti.
Per l’accesso alle persone disabili e/o portatori di handicap è riservato l’uso dell’ascensore.
Se paragoniamo le mani di un uomo a quelle di una donna riconosciamo infinite differenze.
L’uomo nasce cacciatore, guerriero: mani maschili la cui stretta è doppia rispetto a quelle femminili. Per contro la mano femminile è flessibile e precisa. Le dita sono più fragili ma anche più adatte a piegarsi, i legamenti sono più snodati. Flessibilità e precisione, che la rende uno strumento capace di compiti molto particolari come ricamare o modellare. Per millenni, le donne erano le artiste per eccellenza. In tutte le culture, era lasciata a loro l'arte del decorare, infilare collane, lavorare sui dettagli nelle pitture, sculture, in particolare la ceramica.
Nelle immagini dell'artista questa forza delicata, permettetemi l'ossimoro, rappresenta un punto importante dell'intero lavoro e sintetizza i suoi temi principali portandoli in una dimensione atemporale: la rappresentazione di antichi e moderni mestieri da cui l'artista ci invita a guardare il nostro presente nella proiezione di un futuro necessariamente possibile.
Dita che si muovono verso l'infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto.
Ne vediamo la fatica, la meraviglia, l'energia di colei che è abituata a dare la vita.
La scelta dell'artista è la sequenza del gesto in tre scatti dello stesso soggetto, proprio per sottolineare, il calore di quelle mani nello svolgersi di un preciso gesto tecnico.
La sensazione è che più che guardarle, le mani ci troviamo ad ascoltarle.
Le mani di Anaizit, sono un diario di racconti di viaggio, un simbolo della ricerca di "una zona franca" che non è certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c' è dentro il mondo.
Carte geografiche che vanno tradotte.
La mano della pastaia, per esempio, che ci fa tornare bambini quando la nonna tirava la sfoglia. Ricordi antichi e gesti attuali. Nella mano, in cucina, nei gesti precisi di quei piccolissimi tortellini, si ritrova tutta l’azione che richiede la forza, perizia e delicatezza del gesto minuto. Sbucciare, mescolare, spezzare, dosare, impastare premere, lavare sono solo alcuni dei gesti, che nella nostra carta geografica troviamo ancor prima della perfezione del gesto finale, immortalato dallo scatto.
Anaizit è così: mentre guardiamo veniamo rimandati ad un altrove, che non si vede eppure puoi immaginarlo, assaporarlo. Non sono mai immagini "cercate", ma di grande spontaneità. Un pregio.
Dà il benvenuto ad ogni mattino con fresca spontanea esaltazione, brillando di entusiasmo e vitalità. Chi guarda non può non esserne contagiato. Raramente una fotografia di Anaizit presenta caratteristiche diverse dall'essenzialità, dall' eleganza, dalla chiarezza e comprensibilità.
Il raffinato intimismo della contemplazione nella tatuatrice, la soavità della parrucchiera in scatti così lievi che sembrano quasi sospesi...
Anaizit è autodidatta come tanti immensi artisti. Scoprì l'espressione artistica da adulta come forma di sollievo alle proprie sofferenze di vita. Per la legge del contrappasso, apre l'anima, a noi lettori, e i suoi scatti ci deliziano.
Francesca Mezzadri
Milano-Curatrice Eventi D’Arte