Mostra personale di Roberto Re ed Ezio Tambini a cura di Pietro Franca
L’immagine, nella sua accezione più ampia, che rinuncia alla propria identità per diventarne riflesso. Ripresa e marcata con accuratezza di dettagli, quale rappresentazione di una forte abilità pittorica stante il felice connubio tra tecnica e passione. Ed ancora immagine, espressione di un sentimento e custode di un’energia interiore che l’arte, nella sua essenza libertaria, rende sintesi catartica di un malessere remoto, da cui trae linfa e propria voce.
Maestria del segno, frutto di una passione iniziale supportata dall’ambito familiare ed arricchita durante le visite a numerose gallerie e musei d’arte. Contesti dedicati che raffinano la mano del fabrianese Ezio Tambini tracciando un percorso sperimentale che, in termini di tecnica e correnti abbracciate, approda ad una creatività propria capace di dar vita a falsi d’autore, opere surrealiste e, quali meta prescelta, quadri iperrealisti. Da cui nature morte e ritratti: densi nella pennellata, morbida e studiata, accompagnata da vibranti cromie che esprimono, nel loro insieme, un linguaggio pittorico dove la realtà fa da solo ausilio, inducendo l’osservatore a valicarne la palese riconoscibilità a favore di una lettura più autorale, scandita dalla minuzia della sua stessa rappresentazione. A supporto, quest’ultima, di un’intensa attività espositiva, italiana ed internazionale, già attestata dalle numerose pubblicazioni dedicate e dalla presenza in alcune tra le più rilevanti enciclopedie ed annuari del settore.
Volutamente lontano dalla riproduzione della realtà l’artista Roberto Re, originario del parmense, ne respinge le fedeli fattezze rimodulandole secondo proprie poetica ed estetica. Ne imprigiona la forza ed il vigore, sublimando il rancore e l’amarezza di un evento lontano ma stretto al cuore attraverso la sua scomposizione e rielaborazione: ne rivisita le forme, sulla traccia dei dettami cubisti, e ne ricrea i volumi, ricorrendo sovente all’impiego di materiali quali gesso nero, juta ed oli, la cui miscela insieme ad altri risulta frutto di uno studio attento e congeniale fortemente ispirato dai ‘Cretti’ di Burri. Da qui serie differenti che oscillano tra ricordi d’infanzia, facilmente la preferita, uso delle mani, strumenti musicali, mutazioni ed una persistente attitudine all’uso del blu, riflesso dell’essenza vitale più profonda qui arricchita dalla presenza dell’oro zecchino; a coronare una ricchezza emozionale e materica già ampiamente apprezzata stante i riconoscimenti assegnategli e le numerose rassegne, sia nazionali che estere, cui ha presenziato.
Testo critico e presentazione:
Pietro Franca
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Durata mostra:
24 settembre – 06 ottobre 2022
dal martedì al sabato dalle 11.00/13.00 – 15.00/18.00
06 ottobre chiusura ore 13.00
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com