Luglio a Bologna, le 10 mostre da non perdere in città
Luglio è un mese bellissimo. E visto che è anche piuttosto caldo, la scelta del museo non solo è ottima perché le mostre da vedere sono assolutamente bellissime, ma anche perché le temperature nelle sale di palazzi storici e musei sono sicuramente più abbordabili. E allora elenco alla mano con orari, caratteristiche e costi: ecco le 10 mostre da non perdere.
1. Restrospettiva di Sean Scully al MAMbo: "A Wound in a Dance with Love"
Il MAMbo presenta A Wound in a Dance with Love, ampia retrospettiva di Sean Scully (Dublino, 1945), artista tra i massimi esponenti della pittura astratta contemporanea. L'esposizione, a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, è basata sulla mostra Sean Scully: Passenger – A Retrospective, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. L'artista è nuovamente protagonista di una personale a Bologna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo, a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose.
Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un'estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 77 lavori esposti, intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni.
Visite guidate:
domenica 24 luglio 2022 h 16
domenica 28 agosto 2022 h 16
Costo di partecipazione: biglietto mostra (€ 6,00 intero / € 4,00 ridotto)
Orari di apertura:
martedì e mercoledì h 14-19
giovedì h 14-20
venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19
2. Ritorno al Futuro: "The Exhibition by Back to the Future Museum" a Palazzo Belloni
Ritorno al futuro: "The Exhibition by Back to the Future Museum. La più vasta collezione d’Europa di cimeli originali a tema “Back to the Future” per la prima volta in tour in Italia. Oltre settanta memorabilia, realmente utilizzati dagli attori e dallo staff durante la produzione della trilogia, che emozioneranno il pubblico, svelando anche curiosità e retroscena sconosciuti ai fan. Protagonista assoluta, a disposizione per un selfie ricordo, la DeLorean Time Machine, replica riconosciuta, di ex proprietà degli Universal Studios di Hollywood. A Bologna a Palazzo Belloni fino al 18 settembre.
Dal primo film, uscito nelle sale cinematografiche nel 1985: la carica di plutonio della DeLorean, le concept art foto e i documenti originali della produzione, tra cui il distributore di cibo per Einstein, il cane di Doc Brown. Di Doc, interpretato nel film da Christopher Lloyd, in mostra due maglie: una indossata in scene tagliate della pellicola e una nella mitica scena finale del fulmine. La tuta antiradiazioni indossata da Michael J.Fox, il suo mitico walkman; la camicetta di mamma McFly interpretata da Lea Tompson e la giacca di papà McFly, indossata dall’attore Crispin Glover. Le copie autentiche dell’Hill Valley Telegraph – il giornale letto dai protagonisti - del 1955 e i progetti della celeberrima Torre dell’Orologio, oltre allo storyboard completo ed esclusivo del finale alternativo, mai visto, della prima pellicola. Dal secondo film, uscito nelle sale cinematografiche nel 1989: il mondo di Biff Tannen, l’antagonista della trilogia, interpretato dall’attore Tom Wilson. Dai dieci dollari del casinò al biglietto di ingresso al Biff Tannen Museum, dalla sua scatola di fiammiferi all’indimenticabile Grande Almanacco Sportivo, autografato da Wilson e da J.Fox. Gli hoverboards di Marty McFly e dei suoi amici e gli storici product placement del film: la bottiglia di Pepsi Diet, la confezione di Pizza Hut e il Nike Mag del futuro.
3. "Giuseppe Veneziano - True Stories" a Palazzo Pallavicini
Dal 16 giugno 2022 a Palazzo Pallavicini la mostra "Giuseppe Veneziano - True Stories". Curata da Valerio Dehò e organizzata da Pallavicini srl di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci con il patrocinio del Comune di Bologna, la mostra raccoglie 70 opere dell'artista Giuseppe Veneziano. Celebre al grande pubblico per il suo approccio ironico e provocatorio nei confronti della realtà contemporanea, è considerato tra i principali esponenti della corrente New Pop e del gruppo Italian Newbrow. La mostra si presenta come un’enorme festa dai toni accesi e sgargianti, simbolo di una contemporaneità ossessionata dalla tecnologia e dal glamour. Molte le illustri citazioni e i personaggi pubblici immediatamente riconoscibili, a cui sono dedicate le diverse sezioni della mostra suddivisa per aree tematiche e rivolta a un pubblico di tutte le età. Orari di apertura giorni successivi: da venerdì a domenica 11.00-13.00 e 16.00-21.00. Chiuso da lunedì a giovedì. La biglietteria chiude un'ora prima (ultimo ingresso ore 20). Chiusura estiva: dall'8 al 18 agosto (inclusi)
4. Oliviero Toscani: 80 anni da situazionista
A Palazzo Albergati di Bologna, Arthemisia presenta la mostra Oliviero Toscani. 80 anni da situazionista a cura di Nicolas Ballario. Aperta dalle ore 15.00 dell’8 aprile fino al 4 settembre 2022, la mostra ripercorre la carriera del grande fotografo, con oltre 100 fotografie che mettono in scena la potenza creativa e la carriera di Oliviero Toscani attraverso immagini più e meno note. Toscani mediante la fotografia ha fatto discutere il mondo su temi come il razzismo, la pena di morte, l’AIDS, la guerra, il sesso, la violenza, l’anoressia e molto altro. In mostra ci sono tutte le sue campagne più famose, quelle che hanno scosso l’opinione pubblica attraverso affissioni e pagine di giornali, ma anche un Toscani meno conosciuto, come quello dei primissimi anni.
Dunque tra i lavori in mostra il famoso manifesto Jesus Jeans ‘Chi mi ama mi segua’, Bacio tra prete e suora del 1992, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996, No-Anorexia del 2007 e moltissime altre, ma anche le immagini realizzate per la moda (da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a quelle di Monica Bellucci) e addirittura quelle del periodo della sua formazione alla Kunstgewerbeschule di Zurigo.
In mostra anche decine di ritratti che hanno “cambiato il mondo”, come Mick Jagger, Lou Reed, Carmelo Bene, Federico Fellini e i più grandi protagonisti della cultura dagli anni ‘70 in poi. E ancora, una sala è dedicata al progetto Razza Umana, con il quale Oliviero Toscani ha solcato centinaia di piazze in tutto il mondo per fotografare chiunque lo desiderasse, dando vita al più grande archivio fotografico esistente sulle differenze morfologiche e sociali dell’umanità, con oltre 10.000 ritratti.
La mostra apre a al pubblico dalle ore 15.00 dell’8 aprile 2022. Orario apertura: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
5. La Quadreria del Castello a Palazzo Fava
Dal 7 aprile al 24 luglio 2022 a Palazzo Fava, la mostra La quadreria del Castello. Pittura emiliana nella Collezione di Michelangelo Poletti, a cura di Angelo Mazza, dà vita a un excursus sulla pittura emiliana dalla fine del ‘400 sino al primo ‘800 presentando importanti opere mai esposte prima d’ora. L’esposizione mette inoltre in evidenza le relazioni e connessioni tra i dipinti e la storia di committenza del luogo che le ospita.
Sono esposte ottantacinque opere eseguite tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell’Ottocento, appartenenti alla ricca collezione creata da Michelangelo Poletti nel suggestivo Castello di San Martino in Soverzano, nella pianura bolognese: una collezione formatasi negli ultimi trent’anni che trae origine dalla passione di un imprenditore sensibile alle ragioni della cultura. La selezione offre una documentazione ben rappresentativa della componente emiliana, che costituisce l’anima della “pinacoteca Poletti”. Si tratta, nella stragrande maggioranza, di opere mai viste in pubblico, che hanno dato vita a quella che può essere definita la più cospicua e significativa collezione di pittura emiliana in mani private. Mostra a cura di Angelo Mazza, promossa da Genus Bononiae. Orari di apertura: da martedì a domenica ore 10.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00). Lunedì chiuso. Sabato: 21 maggio 2022 ore 10.00-22.00 Giovedì: 26 maggio 2022 ore 10.00-22.00.
6. Concerning Dante - Autonomous Cell di Jacopo Valentini al Museo Civico Medievale
La mostra Concerning Dante - Autonomous Cell di Jacopo Valentini al Museo Civico Medievale, a cura di Carlo Sala, è un progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia. Le opere dell’autore sono esposte lungo i tre piani della collezione permanente del museo, creando così un dialogo formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta. La ricerca si snoda attorno a tre luoghi simbolici, che sono interpretati come i varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dei veri e propri punti di contatto tra la narrazione della Commedia e la realtà del territorio italiano.
Il primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova è ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po è invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma è stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale.
Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio è come l’influenza del primo verso quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi. A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg. Ogni opera autoriale fotografata da Valentini è una ‘cellula’ di quel complesso universo visivo in perenne mutazione, che forma l’immaginario dantesco e che appare come una cartina tornasole dell’evoluzione della società e del suo rapporto con aspetti cruciali quali la morale, la religione e il potere.
La prima opera riletta visivamente da Valentini nella sua ricerca è il Dante Istoriato di Federico Zuccari (1539-1609), che nella seconda metà del Cinquecento realizzò una sorta di libro d’artista, dove le immagini diventano il centro della narrazione. La gamma cromatica adottata dal pittore in ogni cantica ne accentua il pathos visivo, come emerge nelle tavole dell’Inferno realizzate a matita. Nella sequenza iconografica del libro, Valentini colloca i disegni dell’artista urbinate tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realtà.
Il secondo contributo è quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia. L’occasione fu il celebre concorso del 1900 per l’edizione Alinari, snodo cruciale per la figurazione del poema dantesco perché aprì a una pluralità di declinazioni autoriali moderne con il solo vincolo della riproducibilità tecnica (non a caso era promosso dalla ditta della celebre dinastia di fotografi), agendo così da elemento capace di proiettare ulteriormente il testo nella cultura di massa. Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove è conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo.
La terza presenza autoriale è quella dell’artista statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezionò la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello. Nella tavola Malebolge, “transfer drawing” dedicato all’ottavo cerchio dell’Inferno, gli atleti che campeggiavano sulle pagine di “Sports Illustrated” diventano personaggi della Commedia: Virgilio ha le fattezze di un tennista, mentre i giganti sono tre lottatori sul podio. Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualità e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l’universalità del poema dantesco.
Tra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de La Divina Mimesis di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia uscito postumo nel 1975, che all’interno della mostra è una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Uno degli aspetti che differenzia maggiormente il lavoro dell’artista dalla tradizione di saggi figurativi dedicati al capolavoro dantesco, come quelli appena citati, è l’essere un meta-progetto, che vuole attraversare una tradizione figurativa in chiave dialogica con il presente, considerando il poema dantesco un dispositivo complesso che nei secoli ha creato e stratificato immaginari capaci di incidere profondamente sul reale.
Concerning Dante - Autonomous Cell è vincitore di Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere - Sezione Under 35 promosso dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Il progetto Concerning Dante - Autonomous Cell è corredato da un’iniziativa editoriale di Humboldt Books. L’omonimo volume presenta il lavoro fotografico nella sua interezza ed è corredato da testi in italiano e inglese dello storico della letteratura Claudio Giunta e del curatore Carlo Sala. La pubblicazione è stata resa possibile grazie all'Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba.
Mostra a cura di Carlo Sala
Orari di apertura ordinari:
martedì, giovedì h 10-14
mercoledì, venerdì h 14-19
sabato, domenica, festivi h 10-19
7. La Sibilla Cumana di Domenichino alla Pinacoteca di Bologna
La Pinacoteca Nazionale di Bologna ospiterà la Sibilla Cumana di Domenichino, concessa in prestito da Galleria Borghese in relazione a una progettualità di scambi e iniziative comuni tra i due musei.
Il dipinto sarà esposto nella Sala di Guido Reni in prossimità della Sibilla reniana proveniente dal lascito di Sir Denis Mahon alla Pinacoteca.
Raffigurazioni della medesima iconografia, le due opere, pur nella diversità cronologica e ideativa che contrappone la complessa costruzione di Domenichino all’essenzialità dell’ultimo Reni, condividono la comune matrice raffaellesca raggiungendo esiti tra i più significativi nell’ambito dell’ideale classico seicentesco. Ma il dipinto di Domenichino consentirà interessanti connessioni con altre opere della Pinacoteca, come la Sibilla con Cartiglio del Guercino e la Sibilla di Elisabetta Sirani, oltre a costituire un fondamentale completamento alle diverse tipologie di opere di Domenichino presenti, come i paesaggi di piccolo formato e le grandi pale d’altare. La Sibilla della Galleria Borghese è singolarmente accompagnata da elementi musicali, uno spartito e una viola da gamba. Fin giovane Domenichino riservò alla musica un ruolo di particolare rilievo, divenendone da adulto un raffinato conoscitore. La sua pittura riflette sovente questa passione e talvolta ne diviene uno strumento di divulgazione, come nel caso della Sibilla Cumana. La melodia trascritta sullo spartito dipinto è stata relazionata alle Nuove Musiche di Giulio Caccini, raccolta di brani a voce sola e basso continuo pubblicata nel 1602. Domenichino condivideva con Caccini l’interesse per lo stile monodico in opposizione all’imperante polifonia, e sembra dichiararlo apertamente nel raffigurare la Sibilla con le labbra socchiuse in atto di cantare come solista, e la viola da gamba, strumento del basso continuo.
Sarà proprio questo interessante connubio tra musica e pittura al centro delle attività di approfondimento promosse dalla Pinacoteca in occasione della permanenza del dipinto a Bologna. In collaborazione con Bologna Festival, il museo presenterà infatti un concerto con musiche di Giulio Caccini e autori coevi, in occasione della presentazione del dipinto, e una conferenza tenuta da una studiosa che ha approfondito con particolare evidenza la relazione tra Domenichino e la musica. Altri eventi accompagneranno il periodo di permanenza della Sibilla Cumana a Bologna, tra cui visite guidate, per le quali sarà data comunicazione nel sito e sui profili social della Pinacoteca, e conferenze programmate volte ad approfondire la produzione artistica di Domenichino, sia romana che bolognese.
?Orari di apertura: martedì, mercoledì ore 9-14
da giovedì a domenica e festivi ore 10-19
lunedì chiuso. Aperto lunedì 18 aprile 2022 (lunedì dell'Angelo) e ?lunedì 25 aprile 2022 (Festa della Liberazione) con orario 10-19.
1 maggio ingresso gratuito con orario 10-19. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
Prezzo biglietti
Intero: € 6,00
Ridotto giovani dai 18 ai 25 anni: € 2,00
Gratuito per i possessori Card Cultura, Bologna Welcome Card
8. Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative
Dalla pittura, che imparò ad amare tra i banchi dell’Università di Bologna agli inizi degli anni Quaranta, al cinema, che lo vide protagonista di una meravigliosa stagione negli anni Sessanta e Settanta. I capolavori dell’arte medievale e rinascimentale rivivono nel cinema di Pier Paolo Pasolini, sono riferimento visivo costante delle sue inquadrature, fonti d’ispirazioni o financo tableaux vivant. Le Folgorazioni figurative furono quelle che illuminarono lo sguardo del giovane Pasolini, quelle che la mostra realizzata dalla Cineteca di Bologna ricostruisce mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film di PPP, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975.
Promossa dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito delle celebrazioni del Comune di Bologna e di quelle del Comitato nazionale per il Centenario della nascita di Pasolini, con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna, il sostegno del Ministero della cultura e della Regione Emilia-Romagna, la partnership con Tper (con cui è realizzata la galleria di vetrofanie che ritraggono Pasolini esposte nelle pensiline della città) e Trenitalia Tper, e curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli, la mostra Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative sarà aperta al pubblico dal 1° marzo al 16 ottobre (con visite guidate a cura di Bologna Welcome, mentre quelle per le scuole saranno a cura del progetto Schermi e Lavagne della Cineteca di Bologna), inaugurando così i nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo, nel cuore di Bologna, la città dove Pasolini nacque il 5 marzo 1922.
Non si tratta di rammentare un semplice dettaglio anagrafico, ma di seguire una traccia. Importante. La traccia che Bologna ha lasciato nella formazione di una delle anime più sensibili del nostro Novecento, dalla nascita, appunto, agli anni del liceo e dell’università, con un maestro come Roberto Longhi che ne plasmò lo sguardo e lo instradò verso una passione, quella per l’arte figurativa, che lo accompagnerà lungo tutto il suo poliedrico percorso creativo. Una vera e propria folgorazione.
Promossi da Cineteca anche il convegno Pasolini a Bologna, il 3 marzo 2022 allo Stabat Mater dell’Archiginnasio, una retrospettiva integrale dei suoi film al Cinema Lumie?re di Bologna tra marzo e aprile 2022 e la distribuzione su tutto il territorio nazionale di alcuni tra i suoi titoli più rappresentativi, grazie al progetto Il Cinema Ritrovato.
Giorni e orari di apertura. Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 20. Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20. Giorno di chiusura martedì. Biglietti intero €10, ridotto €7.
9. Aldo Spizzichino. MatematicaMente al Museo Ebraico di Bologna
La mostra Aldo Spizzichino. MatematicaMente, a cura di Marina Marini, resterà aperta fino al 4 settembre 2022. Nato a Tiglieto (GE) nel 1941, Aldo Spizzichino si è laureato in Fisica a Bologna, città in cui ha vissuto per la maggior parte della sua vita. Ha lavorato al CNR e all’INAF come astrofisico, ma si è sempre occupato anche di arte visiva, sperimentando con vari mezzi nell’ambito della grafica e spaziando dalla fotografia all’incisione, dalla creazione di loghi e di poster alla computer art.
È in questo campo di ricerca artistica che Spizzichino ha raggiunto i risultati più personali e interessanti, con un lavoro di avanguardia iniziato molto prima dell’avvento dei personal computer e dei software commerciali applicati alla grafica, e che è continuato con una sempre rinnovata passione e con capacità artigianali fuori dal comune fino alla morte, che lo ha colto nel 2017 nel pieno della sua creatività.
Il tema principale delle sue ricerche è stata la trasposizione estetica di strutture matematiche, che mantengono il collegamento con le forme naturali da esse originate o sono evocative di concetti astratti: metafore visive riconoscibili dal pubblico, che, grazie all’impatto simbolico, invitano il visitatore a percorrere un cammino di scoperta e di nuova conoscenza.
Eseguite in grafica vettoriale, le opere esposte sono tutte corredate da una nota che ne mette in rilievo le procedure e gli aspetti matematici, oltre che la genesi artistica, a riprova della grande attenzione dell’autore agli aspetti didattici e divulgativi. La sua scelta di usare un software scientifico e sicuramente desueto, quale il Fortran 77, non era solo dettata dalla grande dimestichezza da lui acquisita nell’uso di tale software nel suo lavoro di analisi dei dati sperimentali, ma anche da una specie di sfida anti-consumistica, volta ad evitare di adagiarsi su percorsi pre-confezionati che nascondono il pericolo di cadere in un iperrealismo indesiderato. Allo stesso tempo, voleva additare ai più giovani la possibilità di raggiungere risultati originali sforzandosi di usare mezzi “poveri”, ma sicuramente più stimolanti. Orari mostra: da domenica a giovedì ore 10-18; venerdì ore 10-16; sabato chiuso
10. Deborah Imogen Beer. 100 colpi. Pasolini a Villa Aldini
100 colpi è un progetto ideato e diretto da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, in occasione di PPP BOLOGNA | 100 anni di Pasolini a Bologna, nell’ambito di inosservanza 2022, la stagione di residenza artistica e rigenerazione urbana curata da archiviozeta a Villa Aldini. 100 colpi / Pasolini a Villa Aldini - mostra di foto dal set di Salò o le 120 giornate di Sodoma /dal 12 maggio a settembre 2022 archiviozeta - in collaborazione con Cineteca di Bologna e Cinemazero - propone una mostra delle bellissime foto (molte delle quali inedite) di Deborah Imogen Beer, fotografa ufficiale sul set di Salò. La mostra sarà allestita all’interno della Villa e ripercorrerà con emozione, scatto dopo scatto, il meticoloso lavoro sul set di Pier Paolo Pasolini in relazione alla Villa (il colonnato, il pronao, il prato antistante). Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, curatori e direttori artistici del progetto, hanno compiuto le ricerche nel vasto archivio digitale di Pordenone, Cinemazero, e scavando hanno ritrovato circa 50 scatti inediti delle giornate di riprese del 21 e 22 aprile 1975. Una testimonianza preziosa della presenza di Pier Paolo Pasolini e della sua troupe cinematografica a Villa Aldini. 100 colpi / i sogni del centauro - incontri / da maggio a settembre La mostra sarà affiancata da un ciclo di incontri, letture, proiezioni che, a partire dai testi cinematografici pasoliniani e dalle interviste, ne illumini la complessa e visionaria opera poetica e faccia emergere nuove prospettive/ramificazioni, andando a comporre così una costellazione di parole e immagini nei diversi spazi della Villa.
?Orari: dal giovedì alla domenica dalle ore 18 alle 21. Accesso libero e gratuito negli orari di apertura.