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La cultura riparte dopo il lockdown: i musei aperti a Bologna e le mostre da vedere

Dal 18 maggio al via le aperture graduali dei musei: finalmente, con tutti i presidi e le precauzioni anti-contagio, sarà possibile visitare mostre e luoghi della cultura

8. Museo civico del Risorgimento: sale, libri, documenti storici

Riapertura: venerdì 22 maggio. Il Museo Civico del Risorgimento di Bologna è un istituto composito, che comprende: il Museo propriamente detto con sala espositiva, depositi e aula didattica; la Biblioteca, con ricchi fondi librari, documentari, archivistici, iconografici; il Progetto Certosa per la valorizzazione culturale del cimitero monumentale cittadino, vero e proprio museo a cielo aperto; il portale Storia e Memoria di Bologna, un luogo dinamico ed in continua crescita in cui rivivono gli ultimi secoli della storia cittadina. Realtà diverse ma complementari, che si occupano, ciascuna con proprie sedi, finalità e attività, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale relativo al periodo storico che parte dalla Rivoluzione Francese e arriva alla Seconda Guerra Mondiale. Il Museo Civico del Risorgimento è parte dell'ISTITUZIONE BOLOGNA MUSEI | AREA STORIA E MEMORIA.

Museo civico del Risorgimento (apertura dal 22 maggio)
lunedì, martedì, mercoledì, giovedì chiuso
venerdì, sabato, domenica h 10.00-14.00

9. Museo Davia Bargellini: in mostra "Il Camino dei Fenicotteri"

Riapertura: venerdì 22 maggio. All’interno dell’imponente palazzo eretto per volere di Camillo Bargellini tra il 1638 e il 1658, su disegno dell’architetto Bartolomeo Provaglia, e decorato sul portale d’ingresso da due grandi atlanti, opera degli scultori Gabriele Brunelli e Francesco Agnesini, sorse dal 1924 il museo, per volere dell’allora Soprintendente alle Gallerie, Francesco Malaguzzi Valeri. Ancora oggi le sette sale espositive risentono in gran parte del primitivo allestimento che l’ideatore aveva stabilito per i due distinti nuclei patrimoniali che lo componevano - la Quadreria Davia Bargellini e la raccolta d’arti applicate - nell’intento di dare vita ad un appartamento arredato del Settecento bolognese, nel quale accanto a mobili e suppellettili di pregio si dispongono anche oggetti rari, come lo scenografico teatrino per marionette e l’incantevole riproduzione in miniatura dell’interno di una abitazione privata del XVIII secolo.

La galleria dei dipinti, uno dei rari esempi ancora integri di collezionismo storico cittadino, proveniente in gran parte dalla famiglia Bargellini, introduce – con opere come la tavola della Madonna dei Denti di Vitale da Bologna, firmata e datata 1345, la Pietà di Simone dei Crocefissi e la Madonna con Bambino di Cristoforo da Bologna – alla grande stagione del Trecento bolognese che giocò un ruolo di primaria importanza nell’Europa tardo-medievale. La cultura tardogotica bolognese è rappresentata da opere come il San Giovanni Battista di Jacopo di Paolo e l’Evangelista di Michele di Matteo. Altri interessanti dipinti recano testimonianza delle vivaci vicende artistiche cittadine dal XV fino al XVIII secolo: significative sono le opere che illustrano i rapporti fra padri e figli all’interno delle botteghe a gestione familiare (Prospero e Lavinia Fontana, Giuseppe Maria e Luigi Crespi). Alla committenza dei Bargellini si devono alcuni ritratti di autorevoli componenti del casato, realizzati da Bartolomeo Passerotti e numerose tele di tema sacro e profano richieste a Marcantonio Franceschini, ancora inserite all’interno delle belle cornici originali. La scultura bolognese è documentata da un’ampia rassegna di opere dal XVI al XIX secolo, appartenenti alla prolifica tradizione della coroplastica.

Importante nucleo del museo, la raccolta di oggetti di arte applicata, “curiosità della vecchia Bologna” di varia provenienza, che secondo Malaguzzi Valeri dovevano più direttamente rispondere a quell’idea di “arte e industria” posta alla base della creazione del museo, ha finito per dare vita ad una singolare collezione in cui accanto a numerosi ferri battuti, bronzi ornamentali, chiavi e paramenti liturgici finemente ricamati, trova spazio una Berlina di Gala, carrozza tardo settecentesca, straordinariamente dipinta e dorata, con intagliato lo stemma cardinalizio di Filippo de Angelis (1792-1872), molto probabilmente proveniente dalla collezione della famiglia Pepoli. Anche la ceramica graffita occupa, con le sue testimonianze, un ruolo di assoluta rilevanza, passando dai boccali trecenteschi di fabbricazione romagnola e centro-italiana, ad opere bolognesi risalenti all’età dei Bentivoglio, rinvenute durante gli scavi di inizio Novecento nel centro cittadino, durante la costruzione di un edificio dove originariamente sorgeva una antica fornace.

Mostra in corso:  Il Camino dei Fenicotteri. I disegni dei Casanova dall'Æmilia Ars alla Rocchetta Mattei. A cura di Paolo Cova, Ilaria Negretti, Mark Gregory D’Apuzzo, Museo Davia Bargellini, fino al 6 settembre 2020

Museo Davia Bargellini (apertura dal 22 maggio)
lunedì, mercoledì, giovedì chiuso
martedì, venerdì h 9.00-14.00
sabato, domenica h 10.00-18.30

10. Museo per la Memoria di Ustica

Riapertura: sabato 23 maggio. L’installazione permanente di Christian Boltanski al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna circonda i resti del DC9 abbattuto il 27 giugno 1980 mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Palermo. A un anno di distanza dal suo ritorno a Bologna, il relitto dell’aereo passeggeri viene mostrato nella cornice suggestiva ed evocativa che l’artista francese ha generosamente e appositamente creato per la città. Le 81 vittime della strage sono ricordate attraverso altrettante luci che dal soffitto del Museo si accendono e si spengono al ritmo di un respiro. Intorno al velivolo ricostruito 81 specchi neri riflettono l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro ad ognuno di essi 81 altoparlanti emettono frasi sussurrate, pensieri comuni e universali, a sottolineare la casualità e l’ineluttabilità della tragedia.

9 grandi casse nere sono state disposte dall’artista intorno ai resti riassemblati del DC9: in ognuna di esse sono stati raccolti decine di oggetti personali appartenuti alle vittime. Scarpe, pinne, boccagli, occhiali e vestiti che documenterebbero la scomparsa di un corpo, rimangono così invisibili agli occhi dei visitatori. Solo le loro immagini sono state ordinatamente impaginate da Boltanski nella “Lista degli oggetti personali appartenuti ai passeggeri del volo IH 870” una pubblicazione che, coinvolgendo lo spettatore direttamente nella memoria dell’avvenimento, lo vede protagonista nella ricostruzione della verità.

Da sempre l’opera di Christian Boltanski analizza il concetto di tempo, l’aspetto reliquiale della testimonianza e la sua esposizione attraverso forme installative rigorose e suggestive.
Per Boltanski la dimensione evocativa del ricordo impone visioni molteplici e soggettive, ogni narrazione viene abbandonata per divenire solitudine del pensiero individuale, per rimandare all’azione e alla ridefinizione di una realtà che ci vede sempre e costantemente protagonisti e complici. Christian Boltanski nasce a Parigi nel 1944.
Vive e lavora a Parigi.

Museo per la Memoria di Ustica (apertura dal 23 maggio)
lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì chiuso
sabato, domenica h 10.00-18.30

11. Casa Morandi: entrare nel microcosmo dell'artista

Riapertura: sabato 23 maggio. Si tratta della casa in cui l'artista bolognese visse e lavorò fino al 1964. Nel 1933 l'artista e la sua famiglia si trasferiscono al n° 36 di via Fondazza. Morandi sceglie per sé la stanza sul cortile, la più appartata e quella in cui la luce entra da sinistra attraverso la finestra che si apre sul giardinetto con l'aiuola e l'ulivo e sui tetti toccati dall'aria dei colli, vista che conosciamo da numerosi suoi quadri. In questa camera - studio l'artista trascorre le sue ore di riflessione, lavoro e riposo, in un dialogo ininterrotto con la sua realtà e le sue immagini. E' un microcosmo a cui non manca nulla di ciò che lo interessa e che nella sua semplicità diviene per lui il luogo dell'arte e la condizione indispensabile per la sua creazione. Lo studio, l'atmosfera, gli oggetti originali rivivono nell'appartamento di via Fondazza, che, ampliando il ricco percorso espositivo del Museo Morandi, diventa spazio di approfondimento sull'opera di Giorgio Morandi. Installazioni audio-video, tecnologie multimediali, la biblioteca e numerosi documenti appartenuti all'artista sono a disposizione del pubblico. Una sala di lettura accoglierà gli studiosi, mentre uno spazio polivalente ospiterà incontri, seminari e iniziative culturali. L'intervento di restauro è stato realizzato grazie al sostegno del Comune di Bologna e di Unindustria Bologna, su progetto dello Studio d'Architettura Iosa Ghini.

Casa Morandi (apertura dal 23 maggio)
lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica chiuso
sabato h 15.30-18.30


 

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