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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lanterne galleggianti in segno di pace: da Hiroshima all'Ucraina una luce di speranza

In giapponese questa cerimonia si chiama "tōrōnagashi" e ieri (anniversario dello sgancio della bomba atomica) al Parco del Cavaticcio ha fatto "galleggiare" tanti pensieri, disegni, aspettative

Lo sfondo è la ricorrenza del bombardamento atomico del 1945. Erano le 8.15 del 6 agosto quando l'aeronautica militare statunitense sganciò la bomba atomica Little Boy sulla città giapponese di Hiroshima. Il giorno dopo fu la volta di Nagasaki, per un totale di vittime (quasi tutti civili) che si aggira sui 200 mila morti. La manifestazione che ieri sera al Parco del Cavaticcio ha visto illuminarsi centinaia di lanterne parte da questo terribile pezzo di storia, ma rappresenta un abbraccio fra Bologna e Giappone voluto e costruito dall'associazione Nipponica. 

Matteo Casari, oltre ad essere direttore artistico di Nipponica, è docente all’Università di Bologna dove insegna Teatri in Asia al Corso di Laurea Magistrale in Discipline della Musica e del Teatro. Al Corso di Laurea DAMS, invece, tiene i corsi di Culture performative dell’Asia e Organizzazione ed economia dello spettacolo. E l'amore per il Giappone nasce proprio all'Unibo, quando seguendo il corso di Teatri Orientali di Giovanni Azzaroni ha avuto un'illuminazione: "Praticamente una folgorazione sulla via di Damasco - racconta Matteo ricordando il periodo da studente fuori sede (è di Verona) - una curiosità che mi ha portato a studiare e informarmi su tutto quello che riguardasse il paese del Sol Levante, cibo compreso. Il tutto al fianco di quella che allora era la mia fidanzata e che oggi è mia moglie, anche lei con il pallino per sushi e dintorni: Mariangela. La svolta è stata il 2005, anno dell'amicizia del Giappone e dell'Unione Europea, che ci ha dato la spinta per fondare l'associazione Nipponica". E di tempo ne è passato, crescendo tanto da evolversi da festival a una enorme cornice che raccoglie le molteplici attività fra cui anche dei corsi di lingua. 

Il Sole di Hiroshima 2022: la cerimonia delle lanterne galleggianti

E fra gli eventi c'è appunto, l'ormai noto a amato incontro del 6 agosto che si è trasferito dai Giardini Margherita al Parco del Cavaticcio: "Il Sole di Hiroshima" con la sua splendida cerimonia delle lanterne galleggianti (tōrōnagashi). Come funziona e che significato ha questo rito? "Nasce per commemorare le vittime dell'esplosione atomica del 1945, ma nel giorno della celebrazione del ricordo delle vittime di Hiroshima ricordiamo anche le persone che oggi, come allora, affrontano lo sconforto e la desolazione della guerra. Una sorta di preghiera collettiva, momento in cui fermarci e dedicare un pensiero, una parola, un auspicio a chi sta vivendo l’esperienza più atroce che è la guerra. La luce delle lanterne è un po' il simbolo della speranza. Ma non solo" spiega Casari. 

"Decorare la propria lanterna prima di farla galleggiare, scriverci pensieri e affidarle desideri e messaggi significa farla diventare l'oggetto sul quale si concretizza qualcosa che abbiamo nella mente ricavando un tempo e uno spazio per riflettere sul chi e sul cosa abbiamo davanti. E' una sorta di spazio bianco che quest'anno (finalmente) è tornato dopo due edizioni cancellate a causa della pandemia". 

E c'è anche l'importantissimo scopo benefico perché quell'obolo che si dona in cambio della lanterna servirà a qualcosa di importante, così come è sempre stato: "Lavoriamo molto sull'infanzia ed è lì che principalmente devolviamo le risorse raccolte: abbiamo sostenuto associazioni giapponesi dell'area rossa di Fukushima per aiutare a bonificare il campo giochi di una scuola elementare e sostenuto chi lavorava sul recupero psicologico post-Tzunami. Ma abbiamo pensato anche a Bologna, alla Pediatria del Maggiore e al Sant'Orsola" racconta il direttore artistico. 

Quat'anno? "Anche nel 2022 l’evento è stato realizzato a scopo di beneficenza. Il ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di materiale scolastico per le scuole della regione di Chernivtsi, in Ucraina. Al momento la regione di Chernivtsi si sta preparando ad accogliere la terza ondata di profughi che rientrano dopo i bombardamenti delle ultime settimane. Sono ospitati nella regione oltre 100.589 profughi, di cui oltre 33mila minori. Bambini e ragazzi che a settembre speriamo possano avere la possibilità di tornare a scuola per seguire le lezioni. Sostenerli e incoraggiarli nel loro percorso di formazione è l’obiettivo della raccolta fondi dell’evento: cancelleria, zaini, libri ed eventualmente dei tablet per coloro che saranno costretti a seguire le lezioni online".

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