26° anniversario della strage di Capaci: due incontri a Bologna
Il 23 maggio si celebra il 26° anniversario della strage di Capaci, in cui per mano della mafia persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della polizia di Stato membri della scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.
Mercoledì 23 maggio alle ore 17.30 al Circolo Arci Caserme Rosse in via di Corticella 147 si terrà l’incontro “Periferie. L’informazione come barriera contro le mafie”, con Franco Lannino e la partecipazione degli alunni dell’Istituto Comprensivo 15, di Arci Bologna e Libera Informazione Bologna. Negli stessi spazi ci sarà inoltre la mostra fotografica “Visioni periferiche” di Franco Lannino, che sarà visibile fino al 30 maggio.
Giovedì 24 maggio alle ore 19.30 a Senape Vivaio Urbano in via Santa Croce 10/abc, ci sarà l’iniziativa “Raccontare le mafie. Come cambiano i linguaggi dell’informazione”, con Franco Lannino e Giuseppe Baldessarro, giornalista di La Repubblica Bologna. A fianco sarà visibile la mostra fotografica “Palermo fa 90” di Franco Lannino.
La ricorrenza si lega a quella che il 19 luglio dello stesso anno, il 1992, vide cadere in un secondo attentato mafioso il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
In questa ricorrenza Witness Journal, Arci Bologna e Libera Bologna propongono due mostre e due incontri con Franco Lannino, noto fotogiornalista palermitano, uno dei primi reporter ad arrivare sui luoghi delle stragi. Un’occasione per creare un collegamento tra Palermo e Bologna: un collegamento tra due territori lontani ma che si trovano ad affrontare gli stessi problemi e le stesse battaglie. Il tema centrale degli incontri sarà quello dell’informazione antimafia, nelle sue diverse declinazioni - dalla fotografia alla scrittura - e nei diversi contesti sociali e territoriali.
“Una scena da guerra. È esattamente la prima cosa che mi venne in mente - dichiarava Franco Lannino parlando di quel 19 luglio 1992. Io sono stato il primo ad arrivare in Via D’Amelio. C’era una devastazione totale: macchine ancora in fiamme, il fuoco altissimo. Sono arrivati i vigili del fuoco, i carabinieri, la guardia di finanza. La scena era proprio terrificante ed era quella di una guerra. Noi fotoreporter abbiamo fatto il callo davanti a certi fatti, agli omicidi, ma queste stragi ci hanno segnato.
È stato uno dei primissimi scatti. Arrivando sul posto, appena con un colpo d’occhio, mi sono reso conto della gravità della situazione. (…) Il Capitano dei carabinieri mi passò davanti, mi tagliò la strada e più che la borsa notai quello strano giubbino che indossava e che in gergo si chiama “fraticello”. (…) Lì mi ricordo vagamente di avergli fatto questo scatto. (…) Tant’è vero che quella foto la ritrovai dopo circa 12-13 anni. Guardandola attentamene mi sono accorto che in effetti aveva in mano una borsa, quella del magistrato come hanno appurato
successivamente gli investigatori. Poi i processi si sono conclusi, tra l’altro con la sua assoluzione. Il mistero rimane…”.
Gli incontri promossi dall’Associazione di Promozione Sociale Witness Journal, Arci Bologna, Libera Bologna, Istituto Comprensivo 15 e Qr Gallery, fanno parte di una serie di appuntamenti sul tema dell’informazione organizzati dalla rivista WJ. Occasione per confrontarsi sul ruolo del reportage, l’informazione giornalistica e l’approfondimento ma, in questo caso, occasione anzitutto di ricordo e testimonianza.