Trilogia della rivoluzione: h2o - ultima data a Bologna
Rivoluzione come sovversione politica, rivoluzione come ritorno, rivoluzione umana. Questi sono gli oggetti di riflessione della Trilogia della rivoluzione, ciclo di tre spettacoli organizzati dall'Associazione Culturale (No Profit) Thalìa e in scena al Teatro del Navile, che ci accompagnerà per tutta la primavera.
Si parte con H2O, che, dopo il successo delle date del 12, 13 e 22 aprile, saluta Bologna con un ultimo appuntamento il 28 aprile alle 21. Si tratta di una tragicommedia grottesca in due atti per la drammaturgia di Lino Bernardo Testa e la regia di Simone Bevilacqua, che si interroga sul confine tra bisogni indotti e bisogni reali, sulla difficoltà di rinunciare ai primi, di riuscire a distinguerli dai secondi e, soprattutto, di sovvertirli. Si prenda ad esempio la sete: la sete è forse il più basilare istinto di autoconservazione, bere acqua il più essenziale dei bisogni fisiologici. Ma se si trattasse di un'illusione? Di un condizionamento ideologico? Se un uomo decidesse di smettere di bere acqua, chi sarebbe il primo a morirne?
Secondo appuntamento della Trilogia sarà Godot sono io, in scena domenica 10 maggio, scritto e diretto da Daniel Papa; in questo caso il termine "rivoluzione" viene inteso in senso letterale, ossia ripreso dal latino revolutio-onis (rivolgimento, ritorno), per poi essere applicato al concetto di tempo, che non è lineare né progressivo, bensì ciclico, quasi come "un attrattore strano". Si perde allora il concetto di passato e di futuro, si perde la memoria, si perde ciò che delimita la propria identità: io non sono più io, io sono potenzialmente tutti, tutti sono potenzialmente me. "Godot sono io".
Si chiude sabato 13 e domenica 14 giugno con Rivoluzione num. N, scritto e diretto da Simone Bevilacqua, esito di un laboratorio teatrale attivo da novembre, in cui ci si domanda: come si fa la Rivoluzione? Ci sono delle "istruzioni per l'uso"? C'è un modello da seguire per attuare quello che è il sovvertimento del potere? Beh forse un modello non c'è, ma l'essere umano ha un modo di esprimere i propri ideali molto affascinante! Questo spettacolo rappresenta il viaggio che si fa nell'attuazione della rivoluzione e soprattutto si domanda una cosa essenziale: si può fare la rivoluzione?