"Tre finestre": una mostra di pittura
Mostra di pittura di Maria Giustina Zucca, Rezida Bashirova, Licia Battarra
Inaugurazione venerdì 4 maggio ore 18.00
L’esposizione raccoglie una selezione di lavori di tre pittrici, Rezida Bashirova, Licia Battarra e Maria Giustina Zucca. Tre stili diversi, tre linguaggi pittorici distinti, tre differenti sguardi sul mondo si incontrano in questa mostra che ha come denominatore comune la pittura figurativa, prevalentemente incentrata sul paesaggio come luogo evocativo e simbolico, interpretata in chiave contemporanea.
Maria Giustina Zucca, in arte Giusj Zucca, è una pittrice di origine sarda che vive e opera a Bologna. Ha studiato presso l’Istituto d’Arte in Sardegna e ha frequentato diversi atelier, tra i quali quello del maestro Postacchini. Ha esposto i suoi lavori in svariate mostre, tra le quali l’esposizione tenutasi a Nureci (OR) insieme alle opere del padre, lo scultore Saverio Zucca, e il progetto internazionale Incontri Europei.
Nei suoi dipinti, realizzati in varie tecniche, la magia della natura, concepita come forza onnipresente e resa attraverso la freschezza delle pennellate, domina le atmosfere chiare e luminose degli scenari, nei quali si percepisce l’influenza della bellezza mistica del paesaggio sardo.
Rezida Bashirova è una pittrice russa che vive e opera a Bologna. Ha svolto studi artistici, conseguendo la laurea presso l’Accademia di Belle Arti nel suo paese di origine. E’ inoltre diplomata in progettazione di interni, e ha lavorato per molti anni come scenografa presso il Teatro Comunale di Ufa, la sua città natale. Come artista, ha esposto le sue opere in diverse mostre, sia in Italia sia in Russia.
Pittrice, ritrattista e decoratrice di interni, nei suoi dipinti la ricerca pittorica e la purezza della tecnica ad olio si traducono in atmosfere che comunicano all’osservatore un sentimento trasognato e a volte malinconico di nostalgia verso i luoghi, i colori e gli scenari della Russia.
Nei suoi dipinti, tra l’impressionismo e l’onirico, gli elementi si sfaldano attraverso pennellate grosse e veloci, suggerendo l'idea di un tentativo di fuga dagli spazi angusti della realtà, proiettandosi verso i grandi spazi aperti, che siano gli oceani sterminati o gli abissi dell'interiorità umana.