Treno della giustizia: delitti sociali e ambientali in America Latina
Incontro con Dario Bossi, fondatore di Justiça nos Trilhos che ci racconterà i danni causati dalla multinazionale mineraria "Vale", leader mondiale nella produzione e nella commercializzazione di ferro in Brasile, danni che hanno sconvolto l'assetto socio-ambientale del territorio.
INGRESSO LIBERO Questa è la protesta di chi si ammala per l'inquinamento, di chi finisce sotto i treni dell'azienda, di chi lavora da schiavo nelle carbonaie, di chi ha perso il lavoro perché non serve più, ma anche la risposta della rete di resistenza popolare "Justiça nos Trilhos - Sui binari della giustizia" che si oppone a quel progresso economico e politico che sfrutta, violenta e distrugge l'identità culturale di migliaia d'indigeni dell'America Latina, attraverso le parole del nostro ospite Dario Bossi. Dario Bossi ha vissuto per molti anni nel villaggio di Açailandia in Maranhão, sul tracciato ferroviario che unisce la miniera di Carajas al porto di Sao Luis in Brasile. Il segnato in questione, su cui viaggia il treno più lungo del mondo, è lungo novecento chilometri ed attraversa ventisette comuni (più di cento comunità) interessando anche parti della foresta amazzonica.
Questa ferrovia è di proprietà della multinazionale mineraria "Vale". Se in passato erano ventiquattro i treni da 330 vagoni che attraversavano i villaggi giornalmente, dal 2007 (anno in cui la multinazionale venne privatizzata) gli abitanti hanno visto passare un treno ogni 25 minuti. La causa è stata la decisione di raddoppiare il piano economico dell'azienda (in perfetto accordo con i ritmi di crescita che il Brasile deve sostenere) che ha scaturito l'apertura di nuove miniere, l'ampliamento del porto ed il raddoppio della linea ferroviaria. Introducono la serata il prof. Roberto Vecchi (Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne) e il prof. Alessandro Tolomelli (Dipartimento di Scienze dell'Educazione) i quali offriranno spunti sulla storia recente del Brasile. a cura del Centro Studi "G.Donati" con il patrocinio della Scuola di Psicologia e Scienze della formazione con il contributo dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna