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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Referendum paritarie: il Comune temporeggia, la decisione rimandata a mercoledì

Si è conclusa con un nulla di fatto la lunga riunione dei garanti che dovevano deliberare sul quesito referendario circa i fondi alle scuole paritarie. La denuncia: "Grossa pressione dell'ambiente politico"

Si temporeggia ancora sulla decisione circa l'ormai spinoso questio referendario sui fondi alle scuole paritarie. Fiato sospeso ancora fino a mercoledì, termine ultimo fissato dai garanti del Comune di Bologna che devono esprimersi sul tema.

I cinque componenti del collegio, nonostante la riunione fiume odierna, durata oltre tre ore, non sono riusciti ad arrivare ad una decisone ed hanno di riaggiornarsi alle ore 12 di dopodomani. "Ci sono una serie di problemi, ci vuole tutto il tempo che ci vuole", ha spiegato all'uscita Piergiovanni Alleva, uno dei cinque giuristi, che ha anche sottolineato: "C'é una grossa pressione dell'ambiente politico su questa vicenda, non fateci parlare".

Il quesito riguarda l'abolizione del contributo di 1,055 milioni che ogni anno il Comune fornisce alle scuole paritarie convenzionate. A presentarlo è stato il comitato 'Articolo 33', che riunisce realtà sindacali, associative e della società civile, con l'appoggio, già manifesto, di Sel, Idv e Fds, forze di maggioranza in Comune. Proprio domani, il sindaco Virginio Merola dovrebbe comunque ratificare il rinnovo della convenzione per il prossimo anno scolastico.

Alleva non ha voluto sbottonarsi troppo sul lungo confronto finito in un nulla di fatto: "C'é un dibattito molto aperto e anche un po' circolare", si è limitato a dire, spiegando che "da oggi a mercoledi avremo il tempo per ripensare ad alcuni argomenti: oggi probabilmente non ce l'avremmo fatta".

Tra i problemi, ha detto Alleva, la richiesta di ricusazione nei suoi confronti avanzata nei giorni scorsi e il concetto di deliberazione in corso: "Si dice che il referendum deve riguardare temi su cui esiste un'attivita deliberativa in corso ma cos'é un'attività deliberativa in corso?", si è chiesto il giurista, secondo il quale "il regolamento è complicato, forse dovrebbe essere rivisto".

(fonte ANSA)
 

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