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Airlite, la rivoluzionaria vernice mangia-inquinamento è di un 'cervello in fuga' bolognese

L'INTERVISTA. Può una pittura per ogni 100 metri quadrati di superficie colorata eliminare i gas di 12 automobili? Ebbene sì. Dopo 14 anni di studio è realtà: la vernice che smaltisce l'inquinamento

Massimo Bernardoni è un "cervello in fuga". E' bolognese l'inventore di una rivoluzionaria pittura per esterni e interni che imitando il comportamento delle piante purifica l'aria 'mangiando' lo smog. Da via Andrea Costa (passando per la facoltà di ingegneria di Roma) Massimo Bernardoni è finito a Londra, dove ha sede la sua impresa innovativa produttrice della Airlite, nome con cui adesso si chiama questa incredibile polvere inorganica che si comporta praticamente come la fotosintesi e riesce a debellare batteri e muffe, ma anche i cattivi odori come quello del fumo. 

"Un metro quadrato ricoperto con Airlite elimina 0,069 g di ossidi di azoto ogni 12 ore. 1000 metri di Airlite eliminano in 12 ore l’inquinamento prodotto da 71,88 autovetture a benzina o 23 autovetture a gasolio con motore Euro 4, oppure 95,83 autovetture a benzina o 31,94 a gasolio con motore Euro 5".  

Bernardoni, quanto ha studiato per raggiungere questo strepitoso risultato? "Si tratta effettivamente di una scoperta rivoluzionaria, la cui idea è nata circa 14 anni fa e che è costata di fatto sette anni di lavoro intenso e di brevetti, lungo periodo che mi ha visto impegnato insieme ad Antonio Cianci, a cui devo il merito di aver trasformato il sogno Airlite in business tangibile".

E' una vernice: si usa per esterni o per interni? Dove la troviamo? Ma quanto costa? "Ce n'è una per superfici interne e una per facciate esterne. Per scelta non viene venduta nella grande distribuzione, ma solo nei negozi specializzati e riservati agli addetti ai lavori. Tante sono però le richieste che i privati fanno a imprese e tinteggiatori per l'utilizzo della nostra Ailite. Il costo sta sui 4/5 euro per metro quadro. 

In quali Paesi è commercializzata? Abbiamo cominciato con gli Emirati Arabi, il Messico, poi l'Australia e il Sud Est Asiatico. Infine anche in Italia dove abbiamo cominciato (all'estero era già avvenuto) a ricevere alcuni riconoscimenti fra cui la vittoria al talent per start up innovative andato in onda su Italia 1 la scorsa primavera e il premio Unicredit Start Lab 2015 dedicato alle aziende Clean tech. 

Immaginiamo quanto Airlite possa essere preziosa se utilizzata nelle scuole e negli ospedali, visto anche che è in grado di combattere i batteri...Sì, certamente. Il problema in Italia sono le risorse delle Amministrazioni pubbliche però. Ma ci stiamo già lavorando. Siamo stati contattati anche dall'assessore all'ambiente del Comune di Bologna.

Come funziona in parole semplici e come si presenta? Airlite attiva un meccanismo simile alla fotosintesi delle piante, che attraverso l’azione della luce promuove una reazione chimica capace di “mangiarsi” l’inquinamento. Non è liquida, come tutte le altre pitture. E’ una polvere, quindi inorganica. Polvere che si trasforma in semi-conduttore grazie alla reazione attivata dalla luce, che produce una reazione chimica in cui un elettrone viene ceduto e incontra le molecole del vapore acqueo, combinandosi con esse e formando un legame OH. Si crea così un elemento che incontra altri elementi fissati con il calcio disponibile, formando sali a base di
calcio (cloruro, fosfato, nitrato, ecc.) capaci di eliminare gli inquinanti presenti. Altrettanto dicasi per i batteri, che ricevono una sorta di “scossa” letale da questo processo chimico.

Il principio alla base di Arilite nasce negli anni Cinquanta in Giappone, allo scopo di depurare l’acqua. Ma, nel corso del tempo, non ha mai trovato un’applicazione simile a quella proposta da AM Technology (denominazione della società che ora controlla il brand con un board di azionisti fra cui io e Antonio Cianci e io deteniamo la maggioranza). Il principio che attiva Airlite, inserito in pitture organiche, non funziona infatti. Le componenti organiche vengono distrutte dalla reazione chimica del prodotto, con il risultato di portare le superfici imbiancate a un progressivo deterioramento. Airlite invece resta intatta, non si sporca, non produce odori e soprattutto elimina gli inquinanti. Al 98,5% la pittura resta stabile. Il potere anti inquinante di Airlite risulta uno dei pochi elementi efficaci in tempi di inquinamento massiccio e pervicace.



GLI EFFETTI DEGLI ALBERI SULLA RIDUZIONE DI INQUINANTI. Gli alberi rimuovono efficacemente gli inquinanti dall’aria. Ovviamente questo dipende dalla dimensione: un albero con tronco di diametro di circa 80 cm rimuove 1,4 kg per anno, mentre un alberello di 8 cm di diametro, rimuove 70 volte di meno (20 grammi per anno) - dati provenienti dalla USDA Forest Service. Nel calcolo, si ipotizza un valore medio, per cui un albero, può rimuovere 0,8 kg di inquinanti per anno. Il calcolo è fatto per tutti gli inquinanti, per cui il valore di ossidi di azoto sarà inferiore, ma teniamo comunque questo valore nel calcolo comparativo.

GLI EFFETTI DI AIRLITE. Un metro quadrato ricoperto con Airlite elimina 0,069 g di ossidi di azoto ogni 12 ore. Superficie 10 mq 100 mq 1000 mq 7200 mq (un campo di calcio). Per cui, 1000 metri di Airlite eliminano in 12 ore l’inquinamento prodotto da 71,88 autovetture a benzina o 23 autovetture a gasolio con motore Euro 4, oppure 95,83 autovetture a benzina o 31,94 a gasolio con motore Euro 5.

COMPARAZIONE CON GLI ALBERI. Un albero elimina 800 grammi di inquinanti per anno, che corrispondono (800 / 365 = 2,19) a 2,19 g / giorno. La superficie proiettata a terra da un albero è di circa 36mq (un quadrato di 6 metri di lato) Una superficie di 36 mq ricoperta con Airlite elimina (0,069 x 36 = 2,48) 2,48 g / 12 ore. Per questo motivo si può affermare che c’è una equivalente tra la superficie proiettata a terra di un albero a la stessa superficie ricoperta con Airlite. Euro 3 Euro 4 Euro 5 Euro 6. 
 

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