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Bologna approva il Piano Urbanistico: ambiente, diritto alla casa e lavoro

Ci sono volute 4 ore di Consiglio comunale per approvare il Piano Urbanistico Generale (Pug) e il Regolamento edilizio. Dal consumo di suolo, alla ristrutturazione delle abitazioni

Ci sono volute 4 ore di Consiglio comunale per approvare il Piano Urbanistico Generale (Pug) e il Regolamento edilizio, con 23 voti favorevoli (Sindaco, Partito Democratico, Città comune), 7 contrari (Lega nord, Insieme Bologna, Fratelli d'Italia, Misto-Al centro Bologna), 2 astenuti (Coalizione civica) e 3 non votanti (Movimento 5 Stelle, gruppo misto-Nessuno resti indietro). Con la stessa votazione è stata approvata anche l'immediata esecutività.

Il Piano è stato proposto dalla Giunta del Comune di Bologna alla città a febbraio 2020 e, attraverso diverse fasi di consultazione della cittadinanza e tavoli tecnici, viene integrato e modificato fino alla sua versione definitiva.

Conclusa il 15 luglio 2020 la fase delle osservazioni, è iniziata la fase di analisi delle proposte e di revisione del Piano finalizzata alla'adozione, fino all'approvazione del 7 dicembre. 

"Il nuovo Piano delinea una chiara visione del futuro di Bologna: una città pronta a partecipare da protagonista ai progetti di rigenerazione ambientale e per la casa in affitto - ha scritto su Facebook il sindaco Virginio Meral - basta consumare suolo agricolo, sì, invece, alle ristrutturazioni energetiche, sismiche e accessibili degli edifici esistenti. Sì al bosco ai Prati di Caprara e a quello del Parco nord".

I temi proposti dai cittadini

Il percorso svolto ha permesso di raccogliere 178 osservazioni da cittadini, imprese, proprietari, enti o comitati; 9 contributi tecnici da Enti e Ordini professionali, i pareri dei Quartieri e i suggerimenti degli esperti da noi coinvolti nel confronto, ma anche 43 contributi pubblicati nel Quaderno degli attori.

  • accessibilità universale, intesa come superamento delle barriere di accesso a edifici e spazi della città, e come sicurezza protezione dal traffico di soggetti deboli;
  • ampliamento ed effettiva realizzazione di una rete di sentieri e percorsi escursionistici che permetta di fruire del territorio collinare (una rete di spazi aperti prossima alla città, il cui valore è reso ancora più evidente dalle abitudini e dalle necessità che caratterizzano questo periodo);
  • la preoccupazione per la trasformazione delle aree ex militari dei Prati di Caprara e della Caserma Mazzoni. Un tema, questo, a proposito del quale abbiamo spiegato anche in Commissione che le osservazioni non sono accoglibili nella forma in cui sono state presentate, poiché riguardano aree già pianificate con strumenti urbanistici ancora in vigore, ma da cui raccogliamo lo stimolo a considerare le dotazioni ecologiche e i servizi pubblici come elementi centrali nei progetti più complessi di trasformazione urbanistica.

"Per quanto mi riguarda si tratta sicuramente della delibera più impegnativa, e più importante, di questo mandato, e in questi giorni ho molto riflettuto su come l’avrei presentata a voi" ha detto la vicesindaca Valentina Orioli. 

"Un voto importante, che inaugura una stagione nuova. Bologna come la città italiana più coraggiosa nella lotta al consumo di suolo, una svolta concreta. Ora si tratta di passare dalla strategia ai fatti", ha commentato l'assessore alla Cultura e al Turismo, Matteo Lepore. "Questo Piano propone obiettivi chiari per rigenerare la città, recuperare le aree dismesse, puntare sugli alloggi in affitto e a costi accessibili per la popolazione invece che alla solo vendita, che finisce per lasciare migliaia di appartamenti vuoti e inutilizzati".

Tre punti chiave: ambiente, abitabilità e inclusione, attrattività e lavoro

Riguardo ad ambiente e resilienza "il lavoro di analisi fa emergere la particolare attenzione che dobbiamo portare agli effetti dei cambiamenti climatici e ai superamenti dei valori limite degli inquinanti stabiliti dalla legge per la qualità dell’aria come criticità da fronteggiare per salvaguardare i cittadini dai rischi ambientali e proteggere la loro salute, ma anche la ricchezza di un territorio con un sistema di spazi integri che costituiscono un patrimonio ambientale pari al 65% della superficie comunale" spiega Orioli.

Le azioni messe in campo:

  • contenimento del consumo di suolo 
  • difesa del suolo integro
  • miglioramento della permeabilità e del drenaggio urbano anche con interventi di de-sigillatura in particolare nelle zone più soggette a rischio idraulico come le aree lungo il fiume Reno
  • riduzione delle emissioni da traffico con un deciso collegamento fra i nuovi interventi urbanistici e l’accessibilità delle linee di trasporto pubblico (stabilita in 300 metri di distanza da percorrere per raggiungere una fermata del tram o 600 metri per le stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano)
  • Nelle aree così caratterizzate da “alta accessibilità” la dotazione di parcheggi pubblici potrà essere ridotta, così come lo saranno i parcheggi pertinenziali che si propone di riportare ai minimi di legge, introducendo spazi che favoriscono l’uso delle biciclette (depositi e servizi minimi per gli utenti).


Abitabilità e inclusione con l’analisi della domanda di casa, svolta a partire dai lavori dell’Istruttoria pubblica e del Laboratorio Housing Bo.

Bologna ha in effetti un ampio patrimonio abitativo esistente da riqualificare e ammodernare (circa 225 mila unità immobiliari)

"Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crisi delle grandi trasformazioni, mentre si è riscontrata una vivacità degli interventi diretti di riqualificazione degli edifici (60.000 in 10 anni), che va di pari passo con la tendenza in crescita della domanda di alloggi in locazione - spiega la vicesindaca - tendenza che ha generato anche fenomeni distorsivi, come l’eccessivo frazionamento delle unità immobiliari per produrre alloggi molto piccoli e spesso quasi privi dei requisiti minimi di abitabilità e di igiene. Bologna ha in effetti un ampio patrimonio abitativo esistente da riqualificare e ammodernare (circa 225 mila unità immobiliari), ma anche di aree dismesse o da rigenerare. E’ questo il patrimonio che il Piano mette sotto la lente di ingrandimento, cercando di sostenerne la riqualificazione di qualità, anche attraverso l’incentivo, e allo stesso tempo di sostenere al massimo la risposta alla domanda di affitto".

  • regolazione delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie per contenere i fenomeni che contrastano l’accesso alla casa e la residenza permanente nella città storica e che modificano in modo irreversibile i caratteri del paesaggio urbano storico
  • si definisce un limite di superficie minima per la formazione di nuovi alloggi e si indirizzano le politiche urbane verso un più ampio recupero e miglioramento dell’accessibilità e del comfort ambientale degli spazi necessari a soddisfare l’aumento della fruizione da parte di residenti e popolazione temporanea.
  • in tutto il territorio urbanizzato il Piano riconosce un incentivo di natura volumetrica del 10% del volume totale per gli interventi di Qualificazione edilizia che comprendano contemporaneamente interventi di miglioramento sismico e interventi di adeguamento dell’intero edificio a condizioni di accessibilità.


"Una buona offerta di case in affitto (abbiamo considerato che ne serviranno 6.000 nei prossimi 10 anni) è la chiave per sostenere l’attrattività del nostro territorio, e soprattutto per stabilizzare nuovi cittadini e famiglie giovani. Per questa ragione nel PUG abbiamo formalizzato una definizione di Edilizia Residenziale Sociale, che parte da quanto definito dalla legge nazionale, ma circoscrive e declina gli obiettivi al reperimento di alloggi in affitto, anche con la sperimentazione di nuove forme abitative come il senior housing e lo student housing. L’affitto a canoni sostenibili è una richiesta resa ancor più attuale dall’emergenza sanitaria, che purtroppo vede l’ampliarsi della fascia di nuclei familiari in condizioni di incertezza economica" chiarisce Orioli. 

Attrattività e lavoro. "Bologna è una città con alti tassi di occupazione totale (71,8%) e femminile (66,7%), in cui negli ultimi anni si è verificato un forte aumento di nuove imprese legate al turismo e ai servizi, e sono comparse sulla scena nuove economie legate all’innovazione e alla creatività. La produzione culturale e la forte integrazione fra sistema di istruzione e mondo delle imprese sono due dei fattori che più determinano la capacità di Bologna di essere attrattiva e di sostenere la sua economia - dichiara Orioli - il nostro è un territorio già intensamente abitato e ricco di infrastrutture, ma c’è bisogno di manutenzione e di aggiornamento, di rigenerazione profonda".

Per rigenerazione profonda s'intende "la costruzione della tramvia, il progetto di potenziamento e mitigazione ambientale del passante, la ristrutturazione delle reti dell’alimentazione elettrica intrapresa da Terna anche per sostenere l’insediamento del Tecnopolo all’ex manifattura tabacchi".

 

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