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Crisi climatica, attivisti in piazza: flash mob al centro di stoccaggio gas metano a Minerbio

Sabato varie sigle a livello nazionale tra associazioni, comitati e movimenti scenderanno in piazza per dire basta a quella che bollano come una "insensata corsa al gas" . Scelti luoghi simbolo per la mobilitazione: nel bolognese Minerbio

Sabato 12 febbraio varie sigle a livello nazionale - tra associazioni, comitati e movimenti -scenderanno in piazza per dire basta a quella che bollano come una "insensata corsa al gas". 

In Emilia-Romagna Legambiente sarà insieme a Rete Emergenza Climatica e Ambientale e Fridays for Future in 4 iniziative territoriali, tra le quali quella nel bolognese, a Minerbio. Qui è stato organizzato un flash mob davanti al centro di stoccaggio gas metano.  

"In totale sono quattro le iniziative che  - spiega Legambiente - si svolgeranno sul territorio regionale in luoghi simbolo, per contestare impianti inutili alla transione ecziologica e l’assurdo blocco alle rinnovabili. Una mobilitazione necessaria per arrestare le recenti assurdità contro la transizione energetica". 

Le motivazioni a monte della mobilitazione

Gli attivisti scendono in piazza per chiedere al Governo "più serietà e concretezza nell’affrontare la crisi climatica".  Per uscire dal carbone il Paese non ha bisogno di nuove centrali a gas fossile e di nuove estrazioni, ma di decuplicare la velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili. Questa la ricetta di Legambiente.

“Il cambiamento climatico continua la sua inarrestabile corsa e il limite di 1,5°C è sempre più vicino - spiega ancora Legambiente - Continuando con le attuali politiche globali si avrà un aumento delle temperature fino a circa 2,7°C, nettamente superiore agli obiettivi fissati negli Accordi di Parigi.... L’Italia sta sbagliando strada. Per uscire dal carbone, il nostro Paese non ha bisogno né di nuove centrali a gas fossile né del nucleare, ma di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili”.  

"Il gas fossile - proseguono gli attivisti - viene descritto come l’unica opzione praticabile per affrontare il cambiamento climatico, quando in realtà è una risorsa altamente climalterante, che per altro il nostro Paese importa per il 94% del fabbisogno. Questo comporta un’eccessiva dipendenza dal contesto internazionale e una conseguente vulnerabilità, non mitigabile da eventuali nuove estrazioni sul territorio nazionale, comunque insufficienti a coprire il fabbisogno. L’aumento dei costi in bolletta è da considerarsi, infatti, come diretta conseguenza dell’instabilità politica internazionale e non è imputabile alla necessaria transizione ecologica." 

Le richieste al Governo

La richiesta è che "il governo faccia la sua parte nel contrastare la crisi climatica definendo   un piano di uscita dal gas fossile e che gli investimenti previsti in questo settore, comprensivi di Capacity Market e che ci costeranno almeno 30 miliardi di euro, vengano direzionati sull’unica vera soluzione: le fonti rinnovabili. Occorre accelerare lo sviluppo e la diffusione delle fonti pulite, a partire da solare ed eolico, efficientamento energetico, accumuli e innovazione".

È inoltre importante , secondo Legambiente , "che si proceda al più presto alla semplificazione della normativa per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di oltre 8 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili; che regioni e amministrazioni comunali sviluppino politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, a cominciare dalle aree SIN in cui ad oggi si verificano spesso impedimenti legati ad esempio all'assenza di analisi di rischio. Inoltre, è importante che si adottino strumenti e azioni, come quelli delle comunità energetiche, efficientamento dell’edilizia popolare, risparmio energetico, mobilità sostenibile e riassetto e rinaturalizzazione del territorio.” 

Infine, le 44 associazioni chiedono al Governo di sviluppare un piano che "preveda entro il 2025 l’eliminazione e la rimodulazione dei sussidi fonti fossili, come il Capacity Market, mantenendo gli incentivi alle energie rinnovabili e chiedendo contributi di solidarietà alle grandi imprese energetiche che oggi ricavano crescenti utili, con l’intento di contrastare il caro bollette. E di esprimere in sede UE, e in particolare nel Parlamento Europeo, una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi". 

   

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