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Manovra, l'allarme del consigliere Colombo: 'Comma per auto libere in Ztl e aree pedonali'

Si tratterebbe di veicoli ibridi ed elettrici.L'ex assessore alla mobilità: 'così torniamo indietro di cinquant'anni'

Spunta una nuova 'sorpresa' nella legge di bilancio varata dal Governo giallo-verde: l'apertura alle auto elettriche e ibride delle zone a traffico limitato e delle aree pedonali. Una norma che "ci riporta indietro di 50 anni", lancia l'allarme Andrea Colombo, consigliere comunale Pd ed ex assessore al Traffico di Bologna, che ha scovato il comma (è il 103 all'articolo 1) nelle pieghe della legge di stabilità 2019.

In pratica, la norma inserisce una nuova disposizione all'articolo 7 del Codice della strada, che recita così: "Nel delimitare le zone di cui al comma 9 (aree pedonali e zone a traffico limitato) i Comuni consentono, in ogni caso, l'accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida".

Al momento, spiega Colombo parlando alla 'Dire', "si sta ancora cercando di capire gli effetti di questa norma. Ma leggendola sembra molto tassativa", in grado cioè di bypassare qualunque ordinanza di traffico a livello comunale. Calato nella realtà bolognese, il provvedimento contenuto nella legge di stabilità potrebbe di fatto "riportare le auto in piazza Maggiore e in via d'Azeglio- segnala Colombo- a Bologna ormai il 20% delle auto registrate al Pra sono elettriche pure, ibride elettriche, gpl e metano: 20% di auto che da un giorno all'altro sarebbero autorizzate, in più, a scorrazzare liberamente in tutto il centro storico e nelle piazze pedonali".

La norma, tra l'altro, potrebbe avere "potenzialmente ripercussioni anche sui T-days", mette in guardia l'ex assessore, ovvero sulla pedonalizzazione nei fine settimana delle vie Ugo Bassi, Rizzoli e Indipendenza. Dunque "ci sono anche motivi di ordine pubblico e sicurezza, anche dal punto di vista dell'anti-terrorismo, per rivedere questa norma- sostiene il dem- mi auguro che Lega e 5 stelle ci ripensino".

Quanto ai Comuni, suggerisce Colombo, "dovrebbero far di tutto per tutelare le Ztl e le aree pedonali, interprentando questa norma almeno non in maniera retroattiva". L'allarme dell'ex assessore bolognese è stato ripreso a livello nazionale da una decina di associazioni ambientaliste, tra cui Fiab, Legambiente, BikeItalia, Salvaiciclisti e Greenpeace.

In una nota congiunta, le associazioni parlano di "modifica pericolosa al Codice della Strada. A nostro parere, questo intervento è una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50 anni- affermano gli ambientalisti- cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilità sostenibile e tutela di piazze e strade delle città italiane, a danno di abitanti, commercianti, turisti e monumenti, alla faccia anche della sicurezza delle persone".

Le associazioni citano gli esempi di piazza del Popolo a Roma, piazza del Plebiscito a Napoli, piazza del Duomo a Milano, via Maqueda a Palermo e i centri storici di Bologna e Firenze, che in base a questa norma potrebbero essere "invasi dal traffico e parcheggio selvaggio di altre migliaia di macchine in più. Dov'è finito l'impegno alla 'dieta del traffico'- si chiedono gli ambientalisti- ossia a togliere auto dalle città per renderle di nuovo vivibili e sicure, sottoscritto da tanti candidati, compreso il vicepremier Di Maio, in campagna elettorale? Noi siamo convinti che questa norma debba essere cancellata immediatamente e insieme dovrebbe essere previsto un comma di scuse alla collettività per aver anche solo pensato un orrore del genere. Lo chiediamo con forza e ci aspettiamo rapidità nella correzione", avvertono le associazioni. (San/ Dire)

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