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Casco, bollo e assicurazione obbligatori anche in bici: "bufala" smascherata

Simona Larghetti, Presidente della Consulta Comunale della Bicicletta, smentisce la falsa notizia e ci rilascia un'intervista sul ciclismo urbano

Da qualche tempo una serie di siti hanno riportato una notizia che ha allarmato molti appassionati di bicicletta: "Patentino, assicurazione, bollo, luci di posizione e casco obbligatori anche in bicicletta a partire da giugno 2014". Per rendere il tutto più autorevole si parla di "collegio uninominale di Bruxelles", ma sta di fatto che si tratta di una grande bufala. E' Simona Larghetti Salvaiciclisti e Presidente della Consulta Comunale della Bicicletta a spiegarci come stanno realmente le cose e ad approfondire meglio il tema della sicurezza "al manubrio" a Bologna.

Intanto partendo dalla falsa notizia che gira sul web, si tratta dunque solo di una bufala?

Certo, per fortuna per quanto sia indietro la normativa italiana del Codice della Strada sulle biciclette come mezzi di trasporto (e non solo di svago), non così indietro. Le ragioni per cui vengono generate queste bufale è semplice: sollevare una polemica che spinga a cliccare la notizia, e quindi a far salire le quotazioni dei banner pubblicitari sui quali questi siti speculano. Il sito di bikeitalia.it lo ha spiegato bene pochi giorni fa. Evidentemente si tratta di una sciocchezza. Il dibattito ora al Ministero dei Trasporti, va esattamente nella direzione opposta.

Se qualcosa si facesse in questo senso, cosa sarebbe il caso di cambiare davvero? Cosa ne pensi di casco e assicurazione obbligatori?

Attualmente è in discussione un pacchetto di modifiche al Codice della Strada che riguarda biciclette e pedoni, avanzata dall'Associazione dei Comuni (ANCI), le misure per favorire la sicurezza di tutti (non solo ciclisti) riguardano soprattutto la limitazione (reale) della velocità in aree urbane a 30 km/h: la velocità è la terza causa di incidentalità qui a Bologna, dopo guida distratta e mancanza di precendenza. A bassa velocità qualunque imprevisto può essere affrontato senza tragiche conseguenze.
Pensare che misure come casco e assicurazione possano sortire effetti positivi sulla sicurezza, è come pensare di risolvere il problema della violenza sulle donne imponendo l'uso dei pantaloni. Il casco è utile solo per chi usa la bici a livello sportivo ad alte velocità, non ha nessun effetto di protezione nell'impatto con un auto. Per non parlare poi dell'assicurazione: si pensi che chi usa la bici già paga le tasse per una manutenzione strade di cui non avrebbe bisogno.

Idee possibili per salvaguardare i ciclisti?

Lo dicono le esperienze di tutti i paesi: l'unico modo per garantire la sicurezza stradale è aumentare il numero dei ciclisti. Più persone in bici sono in strada più gli automobilisti sono spinti a rispettarne la presenza e a contenere la velocità. La civiltà si basa sull'imitazione dei comportamenti virtuosi e non solo sulla repressione dei comportamenti scorretti.

Quali sono i maggiori rischi che si corrono andando in bicicletta a Bologna?

Quelli che si corrono in tante città. Aggressività del traffico e velocità eccessiva. L'automobile è un mezzo scomodo in città e chi la guida è esasperato. In auto si ha una visuale molto limitata dall'abitacolo, spesso non vede neppure quello che accade di lato a lui: sorpassi in strettoie impossibili o contromano, presenza di buche, mancata distanza di sicurezza sono letali per un essere umano a piedi o in bicicletta che incontra un mezzo di 14 quintali anche a 40-50 km/h.

Come secondo voi sta operando il Comune in questo senso?

Il tema delle Zone 30 sta prendendo piede con nuove realizzazioni e con qualche campagna informativa, purtroppo manca ancora un adeguato sistema di controllo per cui si vedono sfrecciare mezzi a 80 km/h in pieno centro, con bambini tenuti costantemente in braccio e anziani terrorizzati di attraversare la strada. Anche la tangenziale dei viali che è in corso d'opera dovrebbe rappresentare un'infrastruttura importante per favorire l'uso della bicicletta per gli spostamenti di tutti i giorni. Se devo andare da Porta San Donato a Porta Santo Stefano, passando per il centro, tra incroci, pedoni, dislivelli e strettoie, impiego molto tempo. Se potessi percorrere i viali tranquillamente, la bici diventerebbe ancora più conveniente rispetto agli altri mezzi. Il progetto è buono ed è stato realizzato in collaborazione con i cittadini e le associazioni.

Quale il decalogo del buon ciclista urbano secondo Salvaciclisti?

La prima cosa è guardare negli occhi le altre persone che condividono con noi la carreggiata, è una norma di socialità e rispetto, ma anche di sicurezza: un'automobilista che ha ricambiato il tuo sguardo non ti tratterà come un mezzo da sorpassare ad ogni costo, ma come un umano cui fare attenzione. Tenere gli occhi ben aperti alle volte salva la vita, e magari ci evita anche disattenzioni a nostra volta nei confronti di pedoni e ciclisti meno esperti. E poi... usare la bici il più possibile, attrezzarsi per farlo con comodità con antipioggia e antivento, scegliere un mezzo adeguato alle proprie esigenze, non farsela rubare investendo in un buon lucchetto, utilizzare un carrellino se si devono trasportare dei pesi...  

Avete eventi/iniziative in programma?

Stiamo preparando l'evento più atteso dai ciclisti urbani, la quinta edizione del Bike Pride. Tutte le biciclette di Bologna sono invitate a manifestare il proprio orgoglio ciclistico in Piazza Maggiore, domenica 11 maggio: l'anno scorso eravamo più di 3000 e si è pedalato per tutta la città. Una festa, un carnevale, una biciclettata e un momento di grande divertimento per tutti. La bicicletta per noi è una scelta di benessere.

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