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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Natale e Capodanno alla (ri)scoperta del territorio: 5 luoghi magnifici da visitare

Iniziano le festività e in molti avranno un po' di tempo in più. Come impiegarlo? Magari concedendosi una breve gita fuoriporta tra le tante bellezze che racchiude l'hinterland bolognese

TERZA TAPPA
Bazzano, la Rocca. Costruita prima dell'anno mille, 28 anni dopo il Vescovo di Modena concesse il castello e la chiesa al Marchese Bonifacio di Canossa, padre di Matilde la quale lo ricevette in eredità quando aveva 9 anni.

Le prime mura vennero erette nel 1218. La Rocca venne anche assediata dai Bolognesi che nel 1247 riuscirono a espugnarla dando ordine di demolirla. Fu ricostruita tra il 1296 e il 1317. Fu casa vacanze per la famiglia bolognese dei Bentivoglio. Pregevoli le tracce di pitture parietali delle sale. A piano terra si possono osservare alcuni stemmi, quelli dei Bentivoglio  - sega rossa a sette denti - e degli Sforza - onda bianca e azzurra e il drago con un uomo in bocca -, che ricordano il matrimonio di Giovanni Bentivoglio con Ginevra Sforza.

Nella sala più grande della Rocca, la Sala dei Giganti, figure di paesaggi e armati con stemmi dipinti sugli scudi. La Sala dei Ghepardi è decorata col motivo del ghepardo dentro un melograno, col motto “per amore tuto ben volgo soferire”. Oggi la Rocca ospita la Mediateca Comunale, il Museo Civico “Arsenio Crespellani” e la sede della Fondazione Rocca dei Bentivoglio (via Contessa Matilde, 10).  

Castelli, ville e palazzi del bolognese

QUARTA TAPPA
Bentivoglio, il Castello
. Completato nel 1481 la signoria di Giovanni II Bentivoglio aveva ordinato l'ampliamento della rocca 'del Poledrano, fatta costruire dal Comune di Bologna nel 1390. Edificata a fini strategici, divenne residenza di svago e di caccia, come testimonia la scritta "Domus jocunditatis" sulle pareti del cortile. Si narra che qui avvenne il primo incontro tra Alfonso d'Este e la sua futura sposa Lucrezia Borgia. Subì modifiche da parte dei nuovi proprietari, i Pepoli, che fecero sparire mura e fossati adibendo le sontuose stanza a magazzini, concerie di pelli e ricoveri di animali. 
Nel 1889 la nuova proprietà Pizzardi, incaricò Alfonso Rubbiani per il restauro. Nel 1945, durante il conflitto mondiale, la trecentesca torre subì diversi danni. Nelle decorazioni interne, la vita nei campi e dieci episodi dedicati alle "storie del pane": dalla semina, alla produzione. 

All'interno anche una cappella, con affreschi tornati alla luce con gli interventi del Rubbiani. Visite guidate: ogni primo sabato del mese, al mattino in orario da concordare per gruppi di almeno 15 partecipanti.

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