Da sede delle Confraternite a luoghi d'arte: gli oratori bolognesi più belli

Dapprima erano piccole stanze di preghiera, ma nel 1550 nacquero i moderni 'oratori' ad opera di San Filippo Neri che riunì i ragazzi di strada, facendoli giocare, ma anche avvicinandoli al culto e alla preghiera.

A Bologna, tanti gli oratori, veri e propri luoghi d'arte, alcuni sono sconosciuti, altri aperti al pubblico solo in occasioni speciali. Ne abbiamo scegli cinque per voi.

1. San Filippo Neri, via Manzoni 5. Ospita eventi culturali a ingresso libero. Intitolato proprio al fondatore degli oratori, venne inaugurato nel 1733 ed era destinato agli incontri della Congregazione sorta attorno al culto del santo. Nel XIX secolo, in seguito alla soppressione napoleonica, divenne caserma, nel 1095 tornò alla sua primitiva vocazione, Come tanti edifici bolognesi, venne colpito dai bombardamenti del gennaio 1944. Alla fine della guerra, venne parzialmente ricostruito, ma rimase in stato di abbandono, tanto da diventare deposito. Nel 1997 venne acquistato dalla Fondazione del Monte che lo restituì alla città. All’interno si possono ammirare l’architettura di Alfonso Torreggiani, le sculture di Anhelo Gabriello Piò (1690-1770), la pala d’altare di Francesco Monti (1685-1768), gli interventi di Fernando Galli Bibiena (1657-1743), le decorazioni e gli stucchi di Carlo Nessi e l’Ecce Homo di Ludovico Carracci (1555-1619). Pregevole anche l'organo di Marco Fratti, collocato nella stessa sede che ospitava lo strumento originale andato completamente distrutto nei bombardamenti. (Fonte: Fondazione del Monte). Visitabile il primo fine settimana di ogni mese dalle 10 alle 19 e in occasione di eventi.